L’Italia fu, ed è ma non lo sa, un paese fascista

Benito-Mussolini

La retorica della 25 aprile, della “Liberazione”, è stata ancora una volta innalzata a Verità dogmatica e quindi inscalfibile ieri.

Liberazione” dal fascismo si dice, ad opera dei partigiani si dice.

Il “valori” del fascismo e l’azione del governo Meloni

E si dice dell’Italia liberata dal fascismo proprio mentre al governo in Italia c’è chi a quei “punti fondamentali” del fascismo [1] richiama la propria azione politica:

  • il principio del capo” ( modifica costituzionale con previsione “presidenzialismo”, sostegno al sistema elettorale maggioritario in ciò in pieno accordo col Partito “Democratico” ),
  • il culto della violenza” ( verbale istituzionale e repressivo-poliziesca, vedi anche panpenalismo del governo a partire dai decreti “Rave” ),
  • l’esaltazione dell’autarchia in economia e del nazionalismo” ( il ministro del “made in Italy” e il tentativo, abortito, di “italianizzazione” delle espressioni linguistiche inglesi usate nel linguaggio comune ),
  • e poi l’evidente razzismo ( la battaglia contro le ONG che salvano i migranti nel Mediterraneo, le norme contro i rom ),

La caduta di Mussolini firmata da De Grandi, Vittorio Emanuele III e Badoglio

Sì, Mussolini non c’è più. E’ morto, assassinato senza un processo e lugubramente esposto al pubblico a Milano.

Ma Mussolini non fu cacciato certo dai partigiani. Fu Dino De Grandi, gerarca fascista, a chiedere la convocazione del Gran Consiglio del Fascismo e imporre ( 19 voti contro 8 e un astenuto ) nelle prime ore del 25 luglio del 1943 il voto di sfiducia contro Mussolini [2].

Ciò avvenne non per opera dei partigiani, ma per :

  • la “stanchezza” degli italiani “fiaccati” nel fisico e nel morale da tre anni di guerra,
  • demoralizzata dalle sconfitte in Russia e Africa,
  • l’Italia era devastata dai criminali bombardamenti dagli aerei anglo-americani sui centri urbani,
  • i razionamenti alimentari che avevano costretto gli italiani alla fame.

Italiani che, in stragrande maggioranza, fino al 1939 avevano però sostenuto Mussolini e sostenuto ( non osteggiato almeno ) il fascismo. Insomma – fino al 1939 – l’Italia fu convintamente fascista!

Fu il re, Vittorio Emanuele III, quindi, a revocare a Mussolini l’incarico di presidente del consiglio ( che veniva contestualmente affidato al generale Badoglio ) alle ore 17 di quel 25 luglio – certo tardivamente – e disporne l’arresto.

Fu il capitano dei carabinieri Paolo Vigneri su ordine gerarchico del tenente colonnello Giovanni Frignani, alle 17:20 sempre del 25 luglio, ad arrestare Mussolini e tradurlo nella caserma prima nella Caserma Podgora di Trastevere e dopo alcune ore nella caserma della Scuola allievi carabinieri a Prati, in via Legnano. L’ex duce del fascismo poi veniva trasportato prima sull’isola di Ponza (27 luglio), poi, il 7 agosto, trasferito a La Maddalena, infine, il 28 agosto, a Campo Imperatore, sul Gran Sasso ( da dove venne liberato dai tedeschi ).

Ne conseguì, su decisione del Consiglio della Corona, il 3 settembre a Cassibile (SR), la firma della resa incondizionata dell’Italia agli stranieri ( gli USA, stavolta ) e, l’8 settembre l’annuncio dell’amnistizio.

Fu il governo di Pietro Badoglio a mettere fuori legge il Partito Nazionale Fascista, con il regio decreto 2 agosto 1943, n. 704 [3].

Questa è la storia ( certo poi ci fu la ridicola coda della Repubblica di Salò e la sanguinosa in tutti i sensi guerra civile che toccò il nord Italia ).

Dovremmo quindi – volendo – in maniera bipartisan festeggiare quel 25 luglio ( e magari anche il 2 agosto e l’8 settembre ).

Dare, col 25 aprile, ogni merito della caduta del fascismo alla guerra civile – che pure ha certamente contributo – è un falso storico, è inventare l’Eroe di cui gli italiani hanno sempre bisogno. E questo l’ha chiaramente scritto anche il filosofo francese comunista-libertario Daniel Guérin.

Il fascismo di oggi è insito nel quadro legislativo vigente

Ma il fascismo c’è ancora eccome!

C’è nel Codice Penale: ancora ancorato al “Codice Rocco” ( regio decreto 19 ottobre 1930, n. 1398 ) [4]. Codice ai più benpensanti sconosciuto. Con ciò invito alla lettura del Capo I del Titolo I, articoli da 241 a 275 [5] ma anche al successivo Capo II in particolare il 278, il 290 e il 291 ( quest’ultimo punisce chi “vilipende la Nazione italiana” ).

C’è nella legge elettorale maggioritaria e con sbarramento, che taglia fuori dalla rappresentanza politica le minoranze.

C’è nell’informazione: ancora regolamentata dal regio decreto 26 febbraio 1928, n. 384 fedelmente ricalcato dall’art. 46 della legge n. 69/1963 ( ordinamento della professione dei giornalisti ) che impedisce la pubblicazione di giornali – in palese violazione articolo 21 della Costituzione – in assenza di un direttore iscritto all’Ordine e costringe, ad esempio, gli anarchici a pubblicare “illegalmente” con conseguente persecuzione giudiziaria non trovando chi voglia “firmare” i loro giornali.

E si potrebbe proseguire all’infinito con quest’elenco.

C’è in chi – e sono in tanti – non ammette il pensiero critico altrui “perché non corrisponde assolutamente al sentire generale”, lo bolla d’essere “denigratorio e provocatorio” ( critiche pervenutami al precedente articolo sul 25 aprile ) e vorrebbe imporre il “Pensiero Unico” della (presunta) maggioranza.

Insomma l’Italia è ancora fascista, ma gli italiani non lo sanno.

Contro questa questa intolleranza, contro questo fascismo, serve – e mi ripeto – un nuovo e vero 25 aprile, una nuova Liberazione. Non fermiamoci a “festeggiare” ritualmente quello “vecchio”, lottiamo invece tutti assieme per questo nuovo 25 aprile.

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Fonti e Note:

[1] Wikipedia, “Fascismo”.

[2] Wikipedia, “Caduta del fascismo”.

[3] Gazzetta Ufficiale, “Soppressione del Partito nazionale fascista”.

[4] Wikipedia, “Codice penale (Italia)”.

[5] Bracardi, “Codice Penale – Dei delitti contro la personalità dello stato”.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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