Pascale: ecco le linee politiche di Resistenza Popolare

Al teatro Flavio di Roma, sabato scorso, il docente Alessandro Pascale davanti ad una « platea cosciente di comunisti rivoluzionari » ha presentato Resistenza Popolare. Si tratta – ha spiegato in un breve discorso d’apertura – di « un nuovo soggetto da fondare formalmente »; un soggetto che lavori alla « costruzione di un’avanguardia comunista rivoluzionaria della classe lavoratrice e del popolo sfruttato ».

Invero, a nostra memoria queste « avanguardie comuniste » abbondano. C’è ne sono di tutte le specie: d’ispirazione maioista, stalinista e trotskista. Pascale non spiega qui, nel suo intervento, su cosa il nuovo soggetto si differenzi dagli altri. Tuttavia, ha onestamente riconosciuto che al momento non è possibile « costituire un partito » in quanto consapevole della loro « attuale insufficienza politica ». Contemporaneamente, però, ha ricordato che non c’è attualmente « alcun leader storico della vecchia guardia capace di rappresentali ».

Il relatore, proseguendo, ha ricordato come siano le « élite transnazionali che guidano il blocco imperialista ». Ha quindi evidenziato come le guerre che si stanno sviluppando in diverse parti del mondo sono dovute alla volontà di tali élite di « impedire l’ascesa di un mondo multipolare che ne vincolerebbe e limiterebbe le attività predatrici ».

Alessandro Pascale ha riconosciuto che i comunisti « in questa fase storica, non sono abbastanza forti per prendere il potere ». Oggi, pertanto, è necessario cercare di perseguire un « obiettivo intermedio strategico: la costruzione di un’organizzazione politica autonoma di comunisti che abbia un radicamento reale nel movimento dei lavoratori e delle masse sfruttate ».

Tuttavia, occorre essere consapevoli della « forza e delle strategie del nemico, che dispone di un controllo egemonico semitotalitario che si attua attraverso diverse cerchie di potere strutturate attraverso organizzazioni pubbliche, private e … segrete ». Tra queste, naturalmente, il Club Bildeberg e la Commissione Trilaterale, che però sono solo la punta di un iceberg molto più vasto attraverso il quale « poche centinaia di persone muove i fili di una serie di comparse ».

« La vita e l’esistenza del nostro Popolo – ha spiegato Alessandro Pascale – dipende dalle decisioni prese da questi circoli chiusi capaci di infiltrarsi persino nelle più solide organizzazioni comuniste del ‘900 » [ evidentemente si riferisce al vecchio PCI, NdR ]. Ciò anche grazie al « controllo oligoporistico del circuito mediatico, economico, culturale e politico riesce a controllare passivamente, quasi invisibilmente, larghe masse popolari convincendole che non sia possibile alcun tipo di alternativa a questo sistema ».

Serve – per Pascale – un « Fronte Ampio capace di declinare antifascismo e antimperialismo con una forte radice di classe », nonché « l’uscita dalla Nato e dell’Unione Europea [ respingere anche la partecipazione ad un Esercito Europeo, ha detto, NdR ], organizzazioni che non possono essere democratizzate ». Non serve, invece, « cincischiare a costruire un nostro orticello lavorando ad assorbire le organizzazioni altrui ».

Tuttavia risulta « imprescindibile […] un’analisi comune delle questioni internazionali » delle forze politiche comuniste prima di lavorare a qualsiasi « ricostruzione politica alternativa al sistema ». Tali analisi comuni, secondo Resistenza Popolare, devono riconoscere che né la Russia né la Cina possono essere considerate « potenze imperialiste », e che la guerra in Ucraina è condotta dalla Russia « per la propria sopravvivenza ».

Pascale ha accennato anche al gravissimo contesto in cui vive l’Italia: quello della « restrizione degli spazi di democrazia, della riduzione dei diritti civili, dell’annullamento dei diritti sociali ».

In conclusione, per il rappresentante di Resistenza Popolare è necessario « muoversi in fretta, costruendo alleanze politiche con tutti i gruppi più consapevoli della situazione » per costruire « mobilitazioni contro la guerra e l’imperialismo occidentale ». Serve « scioperare, scendere in piazza, mobilitarsi contro questo governo [ Meloni, NdR ] servo di Washington e di Bruxelles che ci sta precipitando verso la catastrofe ».

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Sotto, il video integrale del discorso.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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