200 personalità: liberate Dana Lauriola
L’immediata scarcerazione di Dana Lauriola, militante No Tav, è l’oggetto di una petizione che ha già raggiunto le duecento firme e che sarà indirizzata al ministro della giustizia Marta Cartabia [1].
Dana Lauriola, attivista di 38 anni, è in carcere dal 17 settembre 2020 – e, dunque, da quasi sei mesi – in esecuzione di una condanna a due anni di reclusione per il reato di violenza privata. I fatti per cui è stata condannata risalgono a nove anni fa, al 3 marzo 2012, e furono commessi assieme ad altri 300 attivisti No-Tav, nel corso di un’ennesima manifestazione di protesta contro l’apertura del cantiere della Nuova linea ferroviaria Torino-Lione. In quel caso, la manifestazione si concluse con il blocco, per una ventina di minuti, delle sbarre dei caselli di accesso all’autostrada Torino-Bardonecchia.
Diventata definitiva la sentenza, Dana Lauriola ha chiesto di scontare la pena alternativa dell’affidamento in prova, ma il Tribunale di sorveglianza di Torino ha respinto l’istanza, pur in assenza di precedenti condanne definitive.
Al momento dell’arresto per scontare la pena, l’attivista ha dichiarato: « Credo che in prigione mi prenderanno in giro: sono l’unica in Italia ad andarci per un mezzo blocco stradale » [2].
I primi firmatari della petizione che sostiene la libertà per Dana Lauriola
Prima firmataria della petizione è l’ex senatrice di Rifondazione Comunista Maria Luisa Boccia, oggi presidente della fondazione “Centro per la Riforma dello Stato”.
Assieme a lei, Daniela Dioguardi, trapanese d’origine, ex deputata sempre di Rifondazione e oggi presidente dell’associazione UDI di Palermo, e poi Franco Ippolito, presidente della fondazione “Lelio e Lisli Basso”, l’ex senatrice del PCI Grazia Zuffa, presidente dell’associazione “Società della Ragione”, Livio Pepino, dell’associazione “Volare la Luna”.
Tra le numerose altre personalità che hanno sottoscritto già la petizione, il deputato regionale e presidente della Commissione Antimafia Claudio Fava, l’ex deputata di Rifondazione Comunista Luciana Castellina, l’ex deputata dei Comunisti Italiani Maura Cossutta, l’ex magistrato Vittorio Teresi, il vignettista Vittorio Staino.
L’area è quella della sinistra “radicale”, insomma.
Più che Dana Lauriola, lo Stato condanna la libertà di manifestare
Nella petizione, i firmatari sostengono come « la vicenda ci lascia sbigottiti/e e preoccupati/e. Per la sorte di Dana e per il trattamento del dissenso nel nostro Paese ».
La motivazione del rigetto è che Dana Lauriola « non ha preso le distanze » dal movimento No Tav e che il suo domicilio « coincide con il territorio scelto come teatro di azione dal movimento No Tav ».
Nel chiedere l’immediata ammissione a pene alternative, i sottoscrittori aggiungono come « percepiscano la carcerazione di Dana come una grave ingiustizia sul piano personale e come un pesante attacco alla libertà di tutti di manifestare ed esprimere le proprie idee e di dissentire da scelte politiche ritenute sbagliate e dannose ».
Tutta colpa dei “Decreti Sicurezza” mai realmente abrogati da PD-LEU
Come FronteAmpio [3] abbiamo già trattato i “decreti sicurezza” sostenuti dall’allora ministro degli interni Matteo Salvini ( Lega Nord ) durante il governo Conte I. I Decreti, infatti, non si limitavano a limitare l’immigrazione irregolare ma contenevano una serie di norme contro le manifestazioni tra cui quella sul blocco stradale.
L’idea insita nel provvedimento è quella che in una democrazia il conflitto sociale possa essere gestito attraverso la repressione. Un’idea, mai smontata neanche dal successivo governo Conte II che coinvolgeva oltre che il Movimento Cinque Stelle anche la cosiddetta sinistra riformista, ovvero il Partito Democratico e Liberi e Uguali.
E’ ai propri compagni e spesso alleati che dovrebbero indirizzare la petizione i firmatari quindi: non solo per chiedere di liberare Dana Lauriola ma soprattutto per chiedere di sopprimere, dai “decreti sicurezza”, ogni norma che limiti la libertà di manifestare.
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Fonte e Note:
[1] Pressenza, 5 marzo 2021, “Appello per la libertà di Dana Lauriola”.
[2] Valigia Blu, 14 ottobre 2020, “La storia di Dana Lauriola, l’attivista No Tav punita col carcere per aver espresso pacificamente il suo dissenso”.
[3] FronteAmpio, 1 novembre 2020, “Decreti Sicurezza, ovvero Decreti contro le manifestazioni”.
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