Arresto Paolo Ruggirello (PD): «10 mila euro li possiamo acchiummigghiari»
Usare le casse pubbliche come se fossero il proprio portafoglio. E’ il sistema che mostra di usare Paolo Ruggirello (Partito Democratico), e che viene evidenziato dalle indagini e dalle intercettazioni della Magistratura nel corso dell’operazione “Scrigno”. Un sistema, probabilmente in voga per altri deputati regionali, una sorta di routine, a giudicare la disinvoltura con la quale la usa Ruggirello.
E’ il 4 novembre 2016 e il deputato del Partito Democratico decide di recarsi a Firenze per partecipare alla conferenza denominata “Leopolda” e organizzata dal suo leader Matteo Renzi. Il deputato, però, si guarda bene dall’approntare la spesa con le proprie personali risorse ma preferisce addebitare tutto alla Regione Siciliana.
Così chiama – all’oscuro dall’essere intercettato dalle Forze dell’Ordine – gli uffici del Parlamento regionale e chiede di essere messo in “missione”. In questa maniera non solo carica sul bilancio pubblico le spese personali di viaggio ma ottiene pure un’indennità. Nel rapporto degli inquirenti si registra la telefonata con la quale indica, come falsa motivazione da inserire nella richiesta quella di volersi recare «nella città di Pisa avrebbe incontrato la locale amministrazione comunale e che poi si sarebbe recato ad Assisi ed in Umbria per incontrare le famiglie dimoranti nelle zone terremotate».
«Vero motivo della “missione” chiesta dall’Onorevole regionale – scrivono ancora gli inquirenti – era quello, oltre di partecipare al convegno della “Leopolda” anche quello di poter incontrare, lontano dalla città trapanese … [una donna residente a Valderice, NdR]».
Il sistema dell’utilizzo dei soldi pubblici per interessi diversi da quelli pubblici traspare almeno in un altro caso.
Si legge nell’ordinanza del magistrato che dispone l’arresto del deputato: «RUGGIRELLO raccontava che in forza del rapporto d’amicizia che lo legava al GIARDINA (Vincenzo,ex consigliere e assessore di Campobello di Mazara, NdR) si era mostrato disponibile ad aiutarlo facendogli recuperare delle somme di denaro con consulenze fittizie affidate a professionisti suoi amici».
«Gli posso dare uno, due incarichi di consulenza e una diecina di mila euro li possiamo “acchiummigghiari” (raccogliere, NdR)», spiega – intercettato – Ruggirello che poi precisa che poi però: «io non glielo potuti fare perché è successo un pò di movimento all’interno dell’Assemblea, mi sono voluto un pochettino calmare le acque per fatti che ovviamente … sono di questa natura … ».
Una pratica, quindi, abusata quella degli incarichi inutili (se non proprio fittizi) alla Regione. Non solo da Ruggirello.
Si ricorderà che il deputato del Partito Democratico, assieme al socialista trapanese Nino Oddo, erano stati “citati”dalla Corte dei Conti – per come riporta il giornale online “La Sicilia” il 19 gennaio 2018 – per «45 consulenze ritenute illegittime» che avevano provocato una spesa inutile di 200 mila euro. «I due hanno patteggiato pagando il 30 per cento», racconta Repubblica lo scorso 31 ottobre 2018.
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