Juan Branco: Cosa possono fare le prossime elezioni europee?
«Il Parlamento europeo non cambierà nulla, e lo sappiamo. Non è il Parlamento europeo che ha la capacità di iniziativa legislativa. Non è il Parlamento europeo che oggi in Europa ha la capacità di sviluppare la legislazione in modo da risolvere i problemi che ci riguardano».
Le esperienze di avvocato e giornalista francese, permettono a Juan Brando di essere chiaro e diretto.
«Sappiamo molto bene – continua – che le politiche europee operano con un’inerzia tale che i loro effetti richiedono almeno 3, 5 o addirittura 10 anni per essere percepiti dalla popolazione. Non è affatto la temporalità in cui ci possiamo permettere oggi. Non possiamo quindi fingere di credere, credo che nessuna forza politica oggi pretenda di credere, che le elezioni europee cambieranno qualcosa sulla situazione di queste persone, o persino sul gioco politico a breve termine».
«L’unico modo per influenzare questo potere politico oggi è nelle strade», ha sostenuto ancora Brando in un intervento pubblico dello scorso 24 aprile al Festival Francia America Latina svoltosi a Bordeaux.
Juan Brando si riferisce al movimento dei “Gilet Gialli” che, da cinque mesi ormai, è al centro dell’attenzione politica francese.
Diversamente da come pensano altri, i “Gilet Gialli” non vogliono creare un partito politico: «sanno benissimo – spiega il giornalista al pubblico – che, con un sistema politico costante, un partito politico sarà perfettamente inutile, a causa della commistione tra oligarchie e istituzioni».
Non servono lo scioglimento del Parlamento francese e delle nuove elezioni; non serve una redistribuzione degli assetti politici che aggiudichi qualche seggio in più alla Sinistra di Jean Luc Mélanchon (FI). Lo dimostra il fatto che “France Insoumise” «ha deciso di non mettere tutto il peso che hanno nei media a diretto sostegno delle richieste che sono state fatte dai “Gilet Gialli”»,
Il movimento dei “Gilet Gialli” evidenzia l’urgenza di riforme nel campo della redistribuzione delle ricchezze. In Francia la disoccupazione sta facendo – ricorda Brando citando dati statistici ufficiali – «da 10 a 15.000 morti per disoccupazione ogni anno».
«Non ci troviamo in un contesto di impoverimento generalizzato – spiega Juan Brando parlando della Francia, la sesta potenza economica mondiale -. No, ci sono molte risorse in questo paese, sono semplicemente mal distribuite e questo causa sofferenze a centinaia di migliaia di persone, persino milioni di persone, che ora chiedono un reale aggiustamento e non qualcosa che potrebbe essere fatto attraverso una successiva intermediazione»; piuttosto «cerca di far eleggere i notabili al Parlamento europeo, invece di dire che anche questa campagna non ha senso».
«Sappiamo benissimo – conclude Juan Brando – che più del 60 per cento della popolazione si asterrà e, quindi, c’è un grande problema democratico nel mantenere questo circo […] ».
Da qui l’invito: «Smettiamo di fingere che non sia grave, che non sia un problema e che possiamo continuare ad avere un governo che governa a spese degli interessi della maggioranza, al punto che questa maggioranza non crede più nemmeno nelle nostre procedure che dovrebbero convalidare la loro legittimità».
Il video che segue mostra alcuni momenti dell’ultima manifestazione dei “Gilet Gialli” a Parigi, lo scorso 20 aprile. Gli scontri e la violenza sono da condannare; ma la risposta politica non può essere quella di lanciare violente cariche poliziesche contro la gente. Non almeno in un paese che vuole dirsi civile e democratico.
In questo secondo video, invece, Juan Branco è intervistato da “Le Media” sul presidente francese Macron, “Gilet Gialli” e Julian Assange.
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