Dati Sipri su spesa militare: aumenta la pressione Nato sulla Russia
La spesa militare mondiale nel 2018 ha rappresentato il 2,1% del prodotto interno lordo (PIL) globale ovvero 214 euro a persona.
In particolare, la spesa militare mondiale totale ha stabilito un nuovo record salendo a 1822 miliardi di dollari nel 2018, con un aumento del 2,6 per cento rispetto al 2017. I cinque maggiori paesi, nel 2018, in questa poco positiva graduatoria, sono stati gli Stati Uniti (649 miliardi di dollari), la Cina (250), l’Arabia Saudita (67,6), l’India (66,5) e la Francia (63,8).
Sette dei 15 paesi primi in graduatoria sono membri dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO): Canada, Francia, Germania, Germania, Italia, Turchia (+24% nell’ultimo anno), Regno Unito e Stati Uniti. Insieme, questi sette paesi hanno rappresentato il 48 percento (880 miliardi di dollari) della spesa militare globale nel 2018.
L’Italia si è piazzata all’undicesimo posto globale sprecando in spesa militare di 27,8 miliardi di dollari (24,9 miliardi di euro) del proprio bilancio.
La spesa militare sottolinea le aree a rischio nel mondo
A evidenziare l’aumento della pressione NATO sulla Russia, si segnalano i dati della spesa militare dell’Ucraina, nel 2018 pari a 4,8 miliardi di dollari (+ 21 percento rispetto al 2017 e + 53 percento rispetto al 2013, l’anno prima dello scoppio del grande conflitto armato in Ucraina), della Polonia, pari a 11,6 miliardi di dollari nel 2018 (+ 8,9 percento rispetto al 2017 e + 48 percento rispetto al 2009) e della Lituania. Quest’ultima (1,03 miliardi di spesa, +18% nell’ultimo anno), tra il 2009 e il 2018, ha registrato il più alto incremento relativo di spesa militare di tutti i Paesi europei: la spesa è aumentata del 156 percento nel decennio.
Altro dato che sottolinea le tensioni politiche correnti e radicate è quello del rapporto tra spesa militare e PIL nel Medio Oriente; sei dei 10 paesi con il più alto carico militare del mondo nel 2018 si trovano in questa regione: Arabia Saudita (8,8 per cento del PIL), Oman (8,2 per cento), Kuwait (5,1 per cento), Libano (5,0 per cento), Giordania (4,7 per cento) e Israele (4,3 per cento).
Gli altri quattro paesi col maggiore rapporto tra spesa militare e PIL sono l’Algeria (5,3 per cento), l’Armenia (4,8 per cento), il Pakistan (4,0 per cento) e la Russia (3,9 per cento).
Questi i nuovi dati diffusi stamani dallo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI).
Spesa militare: dati positivi dall’Africa
Il SIPRI precisa che per spese militari si intendono non le sole spese in armamenti ma, complessivamente, tutte le spese pubbliche per le forze e le attività militari correnti, compresi gli stipendi e le indennità, le spese operative, gli acquisti di armi e attrezzature, la costruzione militare, la ricerca e sviluppo, l’amministrazione centrale, il comando e il sostegno.
Il rapporto contiene anche dati positivi.
Precisa, ad esempio, che, tra il 2009 e il 2018, l’Italia ha diminuito la propria spesa in militare sia in percentuale assoluta (-14%) che in rapporto al PIL (1,3 contro 1,6%).
Calo della spesa militare anche in Africa: è diminuita dell’8,4 per cento nel 2018, il quarto calo annuale consecutivo dal picco di spesa del 2014. Qui, in particolare, tra i paesi che più impegnano risorse economiche nella spesa militare, i decrementi maggiori si rilevano in Sudan (1.048 milioni di dollari, -49 per cento) e Angola (1.984 milioni di dollari, -18 per cento). Al contrario, tuttavia, in Nigeria (2.043 milioni di dollari) la spesa militare è aumentata del 18%.
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