Taglio dei parlamentari : SI o NO, si vota il 29 marzo
Del taglio dei parlamentari italiani da 945 a 600 si sta dicendo tutto il male possibile, quasi se si trattasse di una nuova minaccia per la vita, ma non di natura virale.
In particolare che:
- riduce la democrazia;
- limita la rappresentanza dei territori nelle camere.
A dirlo e ripeterlo in ogni modo e condito con ogni salsetta sono quegli stessi deputati e senatori che lo hanno votato favorevolmente per ognuna delle quattro letture o passaggi, proni agli “ordini di scuderia” dei propri caporali politico. Oggi, nascosti dietro anonime sigle, rimbalzano da un salotto TV all’altro, sostenendo il contrario.
Taglio dei parlamentari : le posizioni dei partiti
Gli unici partiti politici che, sinora, ufficialmente, hanno dichiarato la propria posizione rispetto al referendum che il prossimo 29 marzo dovrà confermare, o meno, il taglio già autodeliberato dal parlamento sono :
- il Partito Democratico (che è per il SI),
- i Verdi e Rifondazione Comunista (che sono per il NO).
Lo stesso Movimento Cinque Stelle, che del taglio dei parlamentari ne aveva fatto la propria bandiera, quasi un labaro, pur sostenendo il SI, sino ad ora non ha avviato alcuna campagna referendaria e neppure sogna il coinvolgimento dei propri leader, mandandoli in giro per il Paese.
Il giornalista Bruno Vespa – intervistato a sua volta – sostiene che i partiti sentono vicine le elezioni e desiderano mantenere quante più poltrone pronte all’uso o disponibili, per saziare la propria ingordigia.
« Molti se ne vergognano, ma tutti sono interessati a votare col vecchio sistema dei 945 parlamentari. Perchè chi vince vince di più e, chi perde, perde di meno », dichiara l’esperto commentatore.
Nulla di nuovo, ne avevo dato atto durante il percorso parlamentare del provvedimento.
Dopo tutto le poltrone da parlamentare rappresentano ancora un importante posto di potere, oltreché un ricco vassoio d’oro colmo di indennità, rimborsi, bonus, extrabonus e chi più ne ha più ne metta, per poi metamorfizzarsi in vitalizi fino alla diciottesima generazione, coronavirus permettendo.
Molti sostenitori del NO mentono sapendo di mentire : la democrazia non è quantità ma qualità
Che i sostenitori del NO non sono credibili in merito a quel che affermano, in fatto di democrazia e di rappresentatività, è presto detto e di facile dimostrazione.
Basta fare mente locale :
- Quante volte i governi hanno fatto ricorso alla decretazione d’urgenza e del voto di fiducia per scavalcare l’unico organo politico di democrazia rappresentativa quale è il Parlamento ?
- Da quanti anni le leggi elettorali – poi rivelatesi incostituzionali – hanno ristretto le diversità rappresentate in Parlamento con una serie di accorgimenti tecnici quali la soglia di sbarramento o l’uso di premi di maggioranza, in nome della governabilità, ovviamente ?
- Quale rappresentatività dei territori esiste con le pluri-candidature dei leader in più collegi elettorali e con le candidature “calate dall’alto come polpi” in territori che nulla hanno a che dividere coi candidati stessi ?
- L’assenza del voto di preferenza è coerente col mantenere uno stretto rapporto tra cittadino-elettore e politico ?
A chi lamenta i rischi di minor rappresentatività dei territori, con un numero meno ampio di parlamentari (e conseguentemente con collegi elettorali più ampi), basterebbe far leggere l’articolo 67 della nostra Costituzione : “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.
Quello che ha bisogno la nostra democrazia non è un alto numero di rappresentanti, bensì una più ampia rappresentanza delle diverse visioni politiche presenti nel Paese.
L’esercito di 945 parlamentari non ha permesso, infatti, di far trovare posto nelle Camere ai rappresentanti dei Verdi o dei movimenti giovanili di Fridays for Future tanto attenti ai temi climatici. Idem per i membri di Rifondazione Comunista più attenti ai temi del lavoro e della non discriminazione.
Servono idee, serve qualità, non servono abbuffate di quantità, insomma.
« La percezione molto negativa che, anche per l’azione dei media, i cittadini hanno maturato dei luoghi della rappresentanza è confermata dal cattivo funzionamento. Il taglio è perciò, una decisa risposta politica alle critiche e alle esigenze dei cittadini », dichiara il docente universitario Pietro PAGANINI, promotore del Comitato del Si al taglio dei parlamentari.
Che poi aggiunge : « La riduzione dei costi resta argomento non rilevante per consistenza economica. Il taglio non mutila la democrazia e non aiuta l’antipolitica. Lascia il rapporto tra eletti ed elettori sopra la media occidentale »
Un esempio di alta rappresentatività, l’Albania. E’ anche esempio di democrazia ?
Se fosse giusto il contrario, perché fermarsi a 945 parlamentari ?
Se dovessimo seguire l’esempio dell’Albania (140 parlamentari) e lo stesso rapporto di deputati per abitante di quel Paese (1:25.000) allora sarebbe corretto, qui da noi, in nome della democrazia e della rappresentatività dei territori, formare un parlamento di 2.419 membri.
E, conseguente, ampliare il numero di ristoranti nei paraggi delle Camere !!!
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Credits : Photo by Matt Popovich on Unsplash
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