Paolo Barnard : Coronavirus, attenzione all’aerosol in ambienti chiusi !
« In Italia non si parla degli aerosol e del Cov-2 ». Così inizia un interessante video di una dozzina di minuti postato sul social YouTube lo scorso 25 marzo e di cui è autore Paolo Barnard, giornalista di fama e psicologo.
L’argomento del discorso è chiaro sin da subito non appena Barnard introduce il tema : « ci dicono che, per contagiarsi, bisogna essere a contatto con lo starnuto o con la tosse di una persona infetta, oppure essere molto vicini ad una persona infetta per tanto tempo, oppure toccare oggetti, cose, infette e poi toccarsi gli occhi, il naso, e la bocca ».
« Non ci parlano degli aerosol », prosegue il giornalista che, però, subito dopo spiega cosa intende per aerosol.
È « la possibilità che il semplice respiro di una persona infetta, anche asintomatica, che rimane a galleggiare nell’aria e vi rimane per diverse ore, possa infettare le [altre] persone col Cov-2 » .
La teoria non è astratta, ma è casistica, almeno per la normale influenza stagionale o la precedente epidemia di SARS.
Barnand mostra a video dei fogli, delle fotocopie di presunti studi, cita una serie di mail che avrebbe scambiato con studiosi di diversi Paesi e che confermerebbero, la teoria di questo rischio.
Barnard, nel video, tiene a precisare che non vuole generare panico, ma soltanto porre l’attenzione su « un principio di precauzione ».
Gli interlocutori contattati via mail dallo stesso Barnard confermerebbero che « gli aerosol del respiro, carichi di virus, vengono emessi da chi è infetto », ma aggiungerebbero che « gli umani non emettono grandi quantità di virus col respiro ».
« Crediamo – sarebbe scritto nell’email citata sempre da Paolo Barnard – che gli aerosol del respiro siano ad alto rischio se uno si trova per periodi prolungati – tipo trenta minuti – in un ambiente con una persona infetta se l’ambiente non è ventilato a dovere, mentre la possibilità di infezione tramite l’aerosol del respiro è più bassa se uno passa per caso in una zona dove è passato un infetto ».
L’email dell’esperto di Honk Kong conclude parzialmente rassicurando : « le mascherine, anche quelle comuni, filtrano la maggioranza delle gocce infette dello starnuto e della tosse, quelle grosse, ma una parte minore degli aerosol del semplice respiro di un infetto; però comunque servono ».
Non stare in ambienti chiusi e poco ventilati : supermercati, uffici postali, autobus …
In definitiva, Paolo Barnard, sulla base di quanto riferitogli dai medici da lui contattati, suggerisce di « stare il minimo possibile tra altre persone in ambienti [chiusi, NdR] che non siano molto ventilati, mai stare in taxi, con l’autista, o in auto con altri, o sugli autobus con i finestrini chiusi ».
Tutto ciò mi fa pensare ai supermercati o agli uffici postali, ad esempio.
L’intervento di Barnard poi prosegue – sempre riportando dichiarazioni mediche : « se si sta all’aperto, non si toccano cose o persone, e alla giusta distanza fra persona e persona, la ventilazione, letteralmente, spazza via il virus e il sole lo sterilizza ».
Il giornalista conclude pensando « alla politica del governo italiano, che è tutta all’opposto ».
Il riferimento è alla reclusione a casa, trattandosi di ambiente chiuso, spesso poco ventilato, in inverno e la proibizione della fruizione dei parchi.
Riflessioni che condividiamo, ma che non comprendiamo perché non siano stati a sufficienza valutati dai nostri Capi politici, siano essi sindaci, presidenti di regione, ministri della sanità o perfino presidente del consiglio dei ministri.
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Note :
I timori di Barnard, in merito all’aerosol, sono confermati dal dottor Antonio Lanzavecchia, immunologo e direttore dell’Institute for Research in Biomedicine (IRB) di Bellinzona (Svizzera), per come riportato dalla Radiotelevisione Svizzera (RSI) il 21 marzo 2020.
« Il coronavirus SarsCoV2 può restare nell’aria, nelle goccioline di saliva, fino a 3 ore », scriveva anche l’Agenzia di stampa ANSA già l’11 marzo citando studi statunitensi (probabilmente quello di Neeltje van Doremalen et altri).
Infine, ma non ultimo, la tematica della trasmissione del coronavirus SARS-Cov-2 via aerosol o tramite superfici è trattata, lo scorso 9 marzo, da un rapporto preliminare relativo ad uno studio svolto dai dottori Neeltje van Doremalen e Trenton Bushmaker di National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Hamilton, e dal dottor Dylan H. Morris della Princeton University insieme ad altri.
Lo studio sosterrebbe che il virus continuerebbe ad possedere vitalità, mediamente, 2,74 ore (due ore e tre quarti) in sospensione nell’aria, circa 3 e mezza ore sul rame, quasi 8 e mezza sul cartone, 13 ore sull’acciaio e quasi 16 ore sulla plastica.
Chiaramente fattori come umidità e temperatura avrebbero una rilevanza per la durata in vita del virus fuori dal corpo dell’uomo ospite.
Il video integrale di by Paolo Barnard è reperibile sul suo canale YouTube:
Credits : Photo by Nine Köpfer on Unsplash
Grande paolo