Violenza Domestica : Col lockdown donne e bambini fuori controllo
Il sequestro a casa di donne e bambini, decretato in diversi Paesi, tra cui l’Italia, sostanzialmente su indicazione del nuovo governo universale ONU / OMS, ha avuto come conseguenza l’aumento della violenza domestica.
Ne è consapevole la stessa organizzazione delle Nazioni Unite.
Violenza domestica in aumento del 60% nei primi quattro mesi del 2020
« La violenza domestica, soprattutto contro le donne e i bambini, è esplosa durante il confinamento in molti paesi europei », ammette sul proprio sito web.
« Le prove dimostrano che la violenza interpersonale tende ad aumentare in tutti i tipi di emergenze » ha dichiarato, in particolare, Hans Kluge, Direttore dell’OMS Europa.
Molti paesi in Europa, tra cui Belgio, Bulgaria, Francia, Irlanda, Federazione Russa, Spagna, Regno Unito e altri, riferiscono un aumento della violenza da parte di un parente contro donne e uomini e contro i bambini.
La sezione europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene di aver « registrato un aumento del 60% delle chiamate di emergenza da parte di donne che hanno subito o rischiano di subire violenze da parte dei loro partner rispetto all’aprile 2019 ».
« Mentre la stragrande maggioranza delle scuole è chiusa, i bambini a rischio sono fuori dal radar educativo e sociale e più esposti agli aggressori in casa », ha aggiunto il Direttore dell’OMS Europa.
L’UNICEF: Il cocktail di povertà, alcool e incultura provoca violenza
Risale già al 2000, uno studio dell’UNICEF che affermava come « le donne ed i bambini spesso corrono grandi pericoli proprio nel luogo in cui dovrebbero essere più al sicuro: nella loro famiglia ».
« La mancanza di risorse economiche rafforza la vulnerabilità delle donne e la loro difficoltà di sottrarsi ad una relazione vessatoria », sono spesso causa della violenza domestica. A questi si accompagnano altri fattori quali « il concetto di proprietà che, a sua volta, legittima il desiderio di controllo della sessualità femminile, l’idea della inerente superiorità del maschio : la punizione fisica della moglie è considerata accettabile nel contesto del concetto della sua appartenenza al marito ».
« L’incremento della povertà, della disoccupazione, della disparità salariale, dello stress e dell’abuso di alcool, ha provocato a sua volta l’aumento della violenza nella società, compresa la violenza contro le donne », spiega ancora l’UNICEF.
La ricerca segnalava ancora un altro campanello d’allarme : « Uno dei principali rischi collegati alla violenza sociale e domestica è rappresentato dalla disponibilità di armi ».
Alla repressione preferire la prevenzione del conflitto di coppia
Se, negli anni, sono state incrementate le sanzioni punitive contro i violenti, non altrettanto risulta fatto nel campo della prevenzione, ovvero:
- dell’educazione (rapporto di parità uomo/donna),
- della riduzione della vendita di armi,
- del contrasto al consumo di bevande alcoliche,
- delle occasioni di stress per i membri della coppia.
Anche nel settore del lavoro la donna paga spesso delle difficoltà nell’inserimento e nel riconoscimento di retribuzioni sufficienti per vivere autonomamente. La recente introduzione del Reddito di Cittadinanza in Italia, infine, è associata al concetto di “famiglia” e l’indennità eventualmente erogata al cosiddetto capofamiglia.
In definitiva, al di la’ delle dichiarazioni d’intenti, la politica continua a sostenere la repressione della violenza piuttosto che investire risorse economiche nella prevenzione.
La demagogia politica, le organizzazioni religiose radicali e il concetto clericale di indissolubilità del sacramento matrimoniale, in tal senso, rappresentano un pesante ostacolo al perseguimento di soluzioni.
Occorre andare oltre i freddi numeri delle donne uccise o picchiate e degli anni di galera da assicurare a violenti o colpevoli di atti persecutori (stalking) : serve un serio dibattito.
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Credits : Photo by Sydney Sims on Unsplash
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