Sondaggio: la voglia di libertà batte paura del virus

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Alla domanda se « in casi di emergenza alcune regole della democrazia possono venire sospese » il 59% dei rispondenti ha risposto NO.

Il sondaggio della società Demos & PI [1] si è svolto poco dopo la metà di maggio; quindi subito dopo la cessazione degli effetti principali del confinamento decretato dal governo Conte II in risposta all’esplodere dell’emergenza del contagio dal coronavirus Covid-19.

Ne ha dato notizia ieri il quotidiano La Repubblica ed oggi Libero [2] (che naturalmente, secondo la regola del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, al contrario, evidenzia che 4 italiani su 10 « accettano che in caso di emergenza alcune regole della democrazia possano venire sospese »).

Chi ha pagato di più per il confinamento, apprezza la libertà

La situazione nel Paese è nettamente cambiata rispetto al 23 marzo scorso quando, ad un altro sondaggio della Demos & PI [3], solo il 6% dei rispondenti sosteneva che « anche in una situazione di emergenza le persone devono essere libere di muoversi, di incontrarsi, di lavorare ».

Insomma, in meno di due mesi la gente ha cambiato nettamente idea.

Tre possono essere le motivazioni possibili di questa giravolta :

  • il sentimento della paura di morire si sgonfia via via che il coronavirus miete sempre meno vittime giornaliere in Italia (solo 111 nel giorno precedente il bollettino del 31 maggio dell’OMS [4]);
  • si è allentata la pressione terroristica dei media di massa e di certi politici che solo grazie alle paure mantengono il controllo sulle persone;
  • forse, dopo aver “pagato” un pesante prezzo sociale ed economico si apprezza di più la piena libertà.

Vogliamo sperare che la risposta giusta sia l’ultima.

Credits : Photo by Adeolu Eletu on Unsplash

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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