Diritti Umani sconosciuti nonostante i 72 anni
Settantadue anni fa l’Assemblea delle Nazioni Unite, il 10 dicembre 1948, approvata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. A pochi anni dalla conclusione del più violento e sanguinoso conflitto della storia, che tanti di quei diritti aveva calpestati, appariva come dovere comune dei Paesi segnare un solco tra il passato ed il futuro.
Eppure, ancora oggi, gravi ostacoli al pieno godimento di tutti i diritti umani continuano a verificarsi in tutte le parti del mondo. Nessun Paese, in qualche modo, ne è esente.
Basta leggere il Rapporto di Amnesty International, un lungo e dettagliato documento che ci informa riguardo allo stato dei diritti umani e delle loro violazioni minori o maggiori.
Tali violazioni e ostacoli includono, oltre alla tortura e a trattamenti o punizioni crudeli, disumani e degradanti, esecuzioni sommarie e arbitrarie, sparizioni, detenzioni arbitrarie, tutte le forme di razzismo, discriminazione razziale e apartheid, occupazione straniera, xenofobia, povertà, fame e altre negazioni dei diritti economici, sociali e culturali, intolleranza religiosa, terrorismo, discriminazione contro le donne e mancanza dello stato di diritto.
Come detto, nessuno può chiamarsi fuori; neanche l’Italia [1].
Diritti Umani: guardiamo la gobba degli altri piuttosto che la nostra
E così, mentre i nostri politici pubblicano degli hashtag sui social per ricordare la “giornata internazionale dei diritti umani”, indicando – strabicamente, a seconda del “colore” del politico – paesi come l’Arabia Saudita, la Turchia, gli USA, Hong Kong, Cuba, il Venezuela, come paesi che violano i diritti umani, alla nostra gobba guardano i pochi.
Antonio Tajani e Beatrice Brignone, forse, avrebbero fatto meglio a stare zitti; come ha fatto il nostro avvocato del popolo, il premier Giuseppe Conte che, senza ipocrisia, ha preferito dedicare, nella giornata odierna, il suo tweet al calciatore Paolo Rossi, immaturamente scomparso, piuttosto che ai Diritti Umani cui evidentemente non è interessato.
Amnesty: Italia viola i Diritti Umani
Amnesty International, ad esempio, che ricorda come l’Italia guidata dal premier Giuseppe Conte è colpevole :
- della “detenzione prolungata nei centri per il rimpatrio [dei rifugiati e dei richiedenti asilo], in condizioni gravemente al di sotto degli standard e con ridotte opportunità di comunicare con avvocati e familiari”;
- complice de “gli abusi sistematici contro rifugiati e migranti in Libia, [col]continuato supporto alle autorità marittime libiche”;
- dell’insufficiente accesso dei rom agli alloggi popolari, condannandoli a sopravvivere in “campi segregati, nella maggior parte dei casi in condizioni abitative al di sotto degli standard”;
- di presunta “tortura aggravata, in relazione all’aggressione contro un detenuto avvenuta nel carcere di San Gimignano, in provincia di Siena”.
A queste palesi violazioni agli articoli 5, 9, 14, e 25 della Dichiarazione Universale fanno eco quest’oggi solamente le parole di papa Francesco: « Ciascuno è chiamato a contribuire con coraggio e determinazione al rispetto dei #DirittiUmani fondamentali di ogni persona, specialmente di quelle “invisibili”: di tanti che hanno fame e sete, che sono nudi, malati, stranieri o detenuti. (Mt 25,35-36) ».
Sulle violazioni dei Diritti Umani delle minoranze che vivono in Italia – con gli « ostacoli creati per la realizzazioni di luoghi di preghiera islamici, di necessità di “censire” i rom, di stigmatizzazioni e proteste contro i corsi di lingua araba promossi in qualche scuola », ho già dedicato un intero post lo scorso anno [5] che invito a leggere.
A chi storce il naso invito a leggere la “dichiarazione di Vienna” : « Tutti i diritti umani sono universali, indivisibili, interdipendenti e interdipendenti. La comunità internazionale deve trattare i diritti umani a livello globale in modo equo e paritario, sullo stesso piano e con la stessa enfasi ».
Non esistono Diritti Umani di serie A ed altri di serie B, insomma : tutti sono sullo stesso piano, e già questo dovrebbe rappresentare di quella « educazione ai diritti umani » auspicata proprio alla Conferenza Mondiale sui Diritti Umani di Vienna.
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Fonti & Note:
[1] Amnesty International, “Rapporto annuale 2019-2020”
[2] Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, 10 dicembre 1948:
- l’articolo 5 condanna i fatti di San Gimignano e quelli della Libia: “Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti”;
- invece l’articolo 9 la detenzione dei profughi: “Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o esiliato”;
- e l’articolo 14, boccia la nostra politica migratoria: “Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni”;
- sul diritto alla casa, l’articolo 25 dichiara che, “Ogni individuo ha diritto […] all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari”.
[3] La Sacra Bibbia, Matteo 25,35-36: “Perché ebbi fame e mi deste da mangiare; ebbi sete e mi deste da bere; fui straniero e mi accoglieste; fui nudo e mi vestiste; fui ammalato e mi visitaste; fui in prigione e veniste a trovarmi”.
[4] “Vienna Declaration and Programme of Action”, adottata dalla Conferenza Mondiale sui Diritti Umani svoltasi a Vienna il 25 giugno 1993 (ENG).
[5] Fronteampio, 15 settembre 2019, “In questo Paese, le minoranze che diritti hanno?”.
Credits : Photo by Sharon McCutcheon on Unsplash
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