Cinque Stelle: fiducia “con scadenza” a Draghi
Un Mario Draghi che si è dichiarato emozionato ma soprattutto dimostrato realista delle difficoltà che lo attendono nel guidare un governo eterogeneo. Questo il personaggio che si è presentato ieri alle dieci al Senato della Repubblica per chiedere una scontata fiducia.
Nel suo discorso infatti non è mancato di sottolineare come « la durata dei governi in Italia è stata mediamente breve ».
Botticci (M5S): Draghi dura un anno!
La senatrice carrarese Laura Bottici (M5S), che pure ha votato a favore, nel successivo intervento, è pure giunta a stampigliare la “data di scadenza” sul neo-nato governo: « È un Governo di unità nazionale, che ci vedrà impegnati per un anno, diciotto mesi al massimo ».
Il presidente del consiglio Mario Draghi, tuttavia, non ha mostrato di preoccuparsene oltremodo : « conta la qualità delle decisioni, conta il coraggio delle visioni, non contano i giorni », ha dichiarato ostentando un pizzico di presunzione.
All’interno dei Cinque Stelle è chiaro il peso negativo che la presenza in questo esecutivo avrà sulle elezioni politiche del 2023.
Le dichiarazioni di altri “grillini” sono state dello stesso tenore.
L’ascolano Giorgio Fede (M5S), anche lui votando a favore di Draghi, è poi giunto a replicare al Presidente del Consiglio affermando: « le [sue] intenzioni per il futuro le abbiamo ascoltate oggi, ma le scelte reali, concrete, dovremo adottarle domani, con norme da scrivere insieme a forze molto eterogenee ».
Un inequivocabile “avvertimento” a Draghi, ma soprattutto agli “alleati”, sul fatto che il M5S farà pesare la propria maggioritaria presenza parlamentare.
Toninelli (M5S): Cosa farà Draghi con Benetton-Atlatia?
Da segnalare, dai banchi “grillini”, anche l’intervento dell’assicuratore cremonese Danilo Toninelli che, prima prima di votare a favore di Draghi, ha posto provocatoriamente la domanda : « da che parte starà nel prossimo dossier Benetton Atlantia; dalla parte dei potentissimi concessionari o dalla parte degli utenti della strada, che per mancanza di manutenzione si sono visti crollare un ponte sotto i piedi? ».
Un bell’inizio, non c’è che dire!
« La sua navigazione non sarà semplice », ha sintetizzato Emma Bonino ( Misto – PiùEuropa ), avvertendo Draghi delle future « liti estemporanee dei suoi Ministri ».
Al termine del dibattito al Senato Mario Draghi ha ottenuto la scontata fiducia: 262 i sì, oltre cento più della maggioranza assoluta ( 161 ), 40 invece i no ( i 19 di Fratelli d’Italia, 15 “dissidenti” del Movimento Cinque Stelle che saranno probabilmente espulsi, e Sinistra Italiana ) e, infine, 2 gli astenuti.
Ma ciò non prima che l’architetto napoletano Paola Numes ( ex M5S, oggi Misto ) pronunciasse un de profundis per la politica: « la scelta di una maggioranza così allargata – ha affermato – decreta la morte definitiva della politica. Vuol dimostrare, una volta per tutte, che la politica non serve, che non è in grado, che la tecno-finanza deve farsi Stato, che si è già fatta Stato ».
Ha torto?
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