Il Senato vota per l’intensificazione della guerra alla Russia
Con 244 voti a favore, 13 contrari e 3 astenuti, il Senato, ieri mattina, ha approvato la risoluzione “Casini + altri” che fornisce al regime Draghi un “indirizzo” da perseguire rispetto al conflitto tra Russia e Ucraina.
Tale passaggio si era reso necessario sulla base del Decreto Legge n. 16 del 28 febbraio 2022 che prevede, tra l’altro, che « fino al 31 dicembre 2022, previo atto di indirizzo delle Camere, è autorizzata la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina ».
Senato: il testo approvato chiude la porta alla pace
Al di là dei vuoti e ridondanti auspici, nella sostanza, la risoluzione del Senato non fa altro che ribadire la posizione del capo del regime italiano e quindi della NATO, e prevede di:
1) « esigere dalle Autorità russe l’immediata cessazione delle operazioni belliche e il ritiro di tutte le forze militari che illegittimamente occupano il suolo ucraino, ripristinando il rispetto della piena sovranità e integrità territoriale dell’Ucraina »;
2) « raccogliere l’aspirazione europea dell’Ucraina »;
3) « assicurare sostegno e solidarietà al popolo ucraino e alle sue istituzioni … [tramite] la cessione di apparati e strumenti militari che consentano all’Ucraina di esercitare il diritto alla legittima difesa e di proteggere la sua popolazione »;
4) « sostenere l’urgenza di un netto rafforzamento della … sicurezza comune europea ».
Una risoluzione chiaramente di parte a favore di una parte belligerante, l’Ucraina, e che, di conseguenza, interrompe ogni canale di trattativa che, a parole, pure richiama ( « sostenere ogni iniziativa multilaterale e bilaterale utile ad una de-escalation militare e alla ripresa di un percorso negoziale tra Kiev e Mosca » ).
In verità, insomma, gli USA di cui l’Italia è solo una serva sciocca, non vogliono la Pace ma fare una guerra a Putin per il tramite degli ucraini.
Senato: solo 12 voti per il testo alternativo contro la belligeranza
Ben diverse erano le altre quattro proposte di risoluzione avanzate dalla minoranza.
Tutte e quattro, di poco differenziandosi nella sostanza l’una dall’altra, palesavano:
- le pesanti responsabilità dell’Ucraina ( in riferimento ai bombardamenti sul Donbass dal 2014 con circa 14.000 morti e alla violazione degli Accordi di Minsk sull’autonomia delle due regioni russofone),
- della stessa NATO ( per le sue mire espansione verso Est ),
- e concludevano vietando l’esportazione di armi verso l’Ucraina.
Hanno raccolto, tuttavia, circa una dozzina di voti a favore ciascuna, e qualche astenuto, tra gli ex Cinque Stelle ( oggi espulsi ) oltre che il voto, probabilmente per errore, del leghista Roberto Calderoli.
Commenti più recenti