4 novembre, nulla da festeggiare
Si celebrava ieri, 4 novembre, l’annuale “festa delle forze armate e dell’unità d’Italia”. L’anniversario, come noto, corrisponde al giorno della fine della prima guerra mondiale con la resa delle armate austroungariche.
Spiega “Umanità Nova” nel numero che esce domani [1], « l’Italia intervenne nel primo conflitto mondiale dopo dieci mesi di guerra, e dopo che era chiaro l’alto costo che il conflitto imponeva alle potenze belligeranti in termini di vite umane e di ricchezze ».
Il giornale anarchico quindi condivide un risvolto meno noto: « su ispirazione del re, dei gruppi affaristici legati alle forniture belliche, dei circoli militari, iniziò una serie di aggressioni nei confronti dei pacifisti e degli antimilitaristi guidate da Gabriele d’Annunzio, che ebbe in cambio il pagamento dei suoi debiti; furono le cosiddette “radiose giornate” che precedettero la dichiarazione di guerra del 24 maggio 1915 ».
« Fu l’Italia ad attaccare l’Austria, benché Kaiser Franz Joseph avesse offerto al Re d’Italia Trento e Trieste in cambio della pace » [2]. Una guerra inutile, quindi. Ottenemmo col sangue di oltre un milione di italiani quello che ci era stato offerto gratis!
Furono almeno 651 mila i militari italiani morti, alla fine. Ad essi si dovettero aggiungere 589 mila civili morti a causa della malnutrizione dovuta dalla crisi economica causata dalla guerra [3].
Oggi, nel frattempo, lo scrittore Marco Baratto, nell’avviare una petizione su Change per richiedere “la legge per la riabilitazione dei militari fucilati nella Grande Guerra” [4], ci ricorda come, in quella stessa guerra, « Il generale Luigi Cadorna fu anche l’autore di una nefasta circolare che autorizzava fucilazioni e processi per diserzione e insubordinazione ».
Ricorda il DDL n. 991 del 2018 che vorrebbe fare luce su queste “decimazioni” a sorteggio, per dare “l’esempio” che comportarono la fucilazione di oltre mille uomini [5]. Tra questi casi, si ricorda l’episodio di Cercivento [2] [6] [7].
« Oggi – prosegue l’editoriale di “Umanità Nova” – la celebrazione delle forze armate si ricollega alla difesa delle multinazionali italiane nel mondo … mentre dietro la retorica della difesa dei sacri confini trapela la volontà imperialistica di definizioni come Mediterraneo allargato ( fino al Golfo della Guinea e al Corno d’Africa ) ».
L’articolo conclude con una polemica sulle « forze politiche che hanno sostenuto l’aumento della spesa militare e la politica di aggressione all’estero [che] cercano di rifarsi una verginità manifestando contro la guerra » il 5 novembre a Roma [il riferimento è al Movimento Cinque Stelle e al Partito Democratico, NdR ].
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Fonti e Note:
[1] Umanità Nova, 6 novembre 2022, Tiziano Antonelli, “4 novembre, niente da festeggiare”.
[2] Combattenti e Reduci, 13 marzo 2018, “Alpini friulani fucilati come disertori Ma in realtà quei ragazzi erano eroi”.
[3] Wikipedia, “Conteggio delle vittime della prima guerra mondiale”.
[4] Change, “Si voti la legge per la riabilitazione dei militari fucilati nella Grande Guerra”.
[5] DDL. S. 991 (2018) [scarica PDF da qui].
[6] Wikipedia, “Decimazione di Cercivento”.
[7] Pressenza, 18 novembre 2019, Francesco Cecchini, “I fucilati di Cercivento, una storia che va ricordata”.
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