Farina di grillo: cosa dice il nuovo Regolamento
Lo scorso 3 gennaio, la Commissione Europea ha « autorizzato l’immissione sul mercato della polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) quale nuovo alimento ».
Il relativo Regolamento di esecuzione entra in vigore dal prossimo 24 gennaio.
Da tale data potremmo trovare la farina di grillo ( correttamente la si chiede chiamare “polvere di grillo” ) quale componente di tutta una serie di alimenti.
Si tratta di un prodotto eco-sostenibile ( a parità di peso basta 1/10 del mangime necessario per allevare un animale da macello ), molto proteico.
Le polemiche strumentali del rossobruno Marco Rizzo
Le contestazioni, naturalmente, sono esplose sul web!
Una star del web, il rossobruno Marco Rizzo, pur di cavalcare la polemica ha illustrato un suo post su Twitter mostrando degli scarafaggi e suggerendo « facciamoli mangiare alla Von der Leyen ».
Non troviamo, tuttavia, contestazioni di Rizzo in merito ai pesticidi di cui è piena la produzione italiana di frutta e verdura [2].
“Sovranismo” la sua cecità su quest’ultimo tema? O difesa degli interessi del capitalismo dell’industria alimentare italiana?
Oppure semplice “razzismo” atteso che a produrre e importare in Europa la polvere di grillo sarà un’azienda vietnamita, la Cricket One Co. Ltd di Ho Chi Minh City?
Alle polemiche di Rizzo, c’è chi ha risposto evidenziandone contraddizioni.
Cosa stabilisce il Regolamento sull’importazione della farina di grillo
Per quanto riguarda i fatti, e non le basse polemiche strumentali di Rizzo & company, c’è da precisare che il Regolamento Europeo:
- Tra le « condizioni alle quali il nuovo alimento può essere utilizzato », prevede percentuali bassissime di tale componente negli alimenti: ad esempio 2 grammi su 100 di pane o di preparati industriali di cioccolato o carne, massimo 1 grammo ogni 100 grammi di salse o altri preparati industriali quali minestroni o pizze;
- Che la “Autorità europea per la sicurezza alimentare”, valutata la richiesta ha concluso che la polvere « è sicura alle condizioni e ai livelli d’uso proposti »;
- A tutela dei consumatori, tale Autorità, ipotizzando che « il consumo di polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) possa provocare reazioni allergiche nelle persone allergiche ai crostacei, ai molluschi e agli acari della polvere » ha ritenuto opportuno che gli alimenti contenente polvere di grillo « siano adeguatamente etichettati »;
- Il prodotto è ottenuto « mediante una serie di fasi, che prevedono un periodo di digiuno di 24 ore degli insetti per consentire lo svuotamento intestinale, l’uccisione degli insetti mediante congelamento, il lavaggio, il trattamento termico, l’essiccazione, l’estrazione dell’olio (estrusione meccanica) e la macinazione »;
- La chitina di cui ci lamenta risulta appena rappresentare il 4-8,5% del preparato di polvere di grillo;
- « L’etichetta dei prodotti alimentari contenenti polvere parzialmente sgrassata di Acheta domesticus (grillo domestico) indica che tale ingrediente può provocare reazioni allergiche nei consumatori con allergie note ai crostacei, ai molluschi e agli acari della polvere ».
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Fonti e Note:
Credits: Foto di Adrián Valverde su Unsplash
[1] Commissione Europea, Regolamento EU n. 2023/5 del 3 gennaio 2023.
[2] FronteAmpio, “Legambiente svela i segreti della frutta perfetta”.
Ma davvero Rizzo ha torto solo perché non ha citato i tanti veleni utilizzati in agricoltura? Ma davvero volete mangiare grilli, vermi, camole? Non credo che questa roba faccia parte del nostro bagaglio culturale e neanche della tradizione, almeno della mia.
Gentile lettore, non è questione di “bagaglio culturale”, a nostro avviso. La questione è: 1) il nutriente è sicuro? 2) il nutriente è utile?. Per il resto, immagino che tra gli ingredienti vada indicato. Non acquisterà i prodotti che contengono “farina” di vermi o di grilli. Il problema, a nostro avviso, che tali temi siano diffusi, ad arte, per populismo e per distrarre dai veri temi. Esempio: le armi nella nostra società, il carovita, l’inflazione, l’evasione fiscale, la violenza, la corruzione, la dittatura di fatto, l’informazione un tanto al chilo, il lavoro che non c’è, lo sviluppo tecnologico che toglie lavoro, la sorveglianza di massa, la sanità che privatizzata costa molto e non da i servizi d’emergenza, la scuola che non funziona, l’ITA privatizzata, le banche tutte private, le pensioni, e chi più ne ha più ne metta.