Contro il Sistema, organizzarsi con la nonviolenza
« La nonviolenza non è porgere l’altra guancia e nemmeno ribellione violenta, ma la forza che nasce dall’unione della gente », avverte l’esponente umanista Gerardo Femina su Pressenza [1].
Che insiste: « il detto “l’unione fa la forza” contiene una grande verità. Se la maggioranza delle persone colpite da un sopruso si organizza nella lotta, diventa una grande forza ».
L’umanista Gerardo Femina spiega: « la nonviolenza richiede fiducia in sé stessi e negli altri per opporsi a quello scetticismo funzionale al sistema, che ci fa dire frasi come: è inutile, non si può, nessuno parteciperà, a che serve… Per Martin Luther King, il non opporsi alle ingiustizie e ai soprusi e il rimanere passivi e rassegnati sono una forma di collaborazione e complicità con i violenti ».
Ma la giusta risposta non è la violenza, non è la guerra. Ad esempio, anche nella guerra in Ucraina è possibile una opposizione nonviolenta.
« Molto spesso la parola nonviolenza evoca l’immagine di brave persone che non fanno male agli altri e che in genere preferiscono evitare i conflitti. La si associa a una forma di passività, al non essere violenti, se non addirittura alla rinuncia a far valere i propri diritti e le proprie ragioni », insiste.
« Tutto questo è molto lontano dalla filosofia e dalla pratica della nonviolenza », conclude in proposito Femina su Pressenza.
E allora come agisce contro i soprusi un nonviolento?
Gene Sharp, icona della nonviolenza attiva, ci ha fornito diversi esempi.
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Fonti e Note:
[1] Pressenza, 16 marzo 2023, Gerardo Femina, “La nonviolenza attiva, l’unica via d’uscita dalla follia delle guerre”.
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