Moneta digitale e censura del dissenso, il caso “The Grayzone”
« Capisco chi dice che il contante è problematico per evasione e criminalità, ma i pagamenti elettronici sono una forma di controllo assoluto sull’individuo e sui media: se dissenti, ti rovino. Il blocco delle donazioni a un media, dalla sera alla mattina, senza alcuna base legale, deve dare una misura di quanto sono problematici i servizi di pagamento elettronici ».
E’ quanto scrive la nota giornalista Stefania Maurizi sul proprio account Twitter [1] rilanciando una vicenda cui lei stessa ha dato visibilità in Italia raccontandola su “Il Fatto Quotidiano” [2].
Gofundme blocca la raccolta fondi su richiesta servizi Ucraina?
Cosa è successo?
Il giornale online statunitense “The Grayzone”, in un suo recente articolo [3], ha denunciato che « il sito di crowdfunding della Silicon Valley Gofundme ha congelato tutti i soldi raccolti nella nostra recente raccolta fondi ».
« Avevamo raccolto oltre 90.000 dollari da oltre 1100 contributori », precisano da parte di “The Grayzone”.
Che aggiungono: « ora, Gofundme sta tenendo in ostaggio le donazioni, rifiutandosi di trasferirle a noi. Il sabotaggio finanziario di Gofundme segue le sanzioni de facto imposte da Venmo e Paypal ».
Se la piattaforma Gofundme non fornisce alcuna spiegazione precisa, la redazione “The Grayzone” ritiene di poter inquadrare l’azione in un più ampio boicottaggio del giornale che sarebbe oggetto di “attenzione” per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina difformi dalla posizione del potere dominante.
Il collaboratore « Kit Klarenberg è stato arrestato e interrogato sui suoi rapporti investigativi per The Grayzone da parte della polizia britannica antiterrorismo all’aeroporto internazionale di Luton questo maggio », ricordano. E poi aggiungono come il « servizio di sicurezza della SBU ucraina [si sia attivato] per bandire Aaron Mate di The Grayzone da Twitter sulla base del fatto che erano “sospetti dall’SBU nel diffondere paura e disinformazione” ».
« Quindi – conclude “The Grayzone” – , anche se non abbiamo informazioni concrete sull’identità delle “forze esterne” che hanno fatto pressioni con successo Gofundme per congelare le nostre donazioni, abbiamo forti ragioni per sospettare l’interferenza del governo ucraino e i suoi sponsor a Washington sono alla radice del sabotaggio ».
Insomma, a loro dire, si tratterebbe di un tentativo di censurare il giornale ricattandolo economicamente.
La vicenda non rappresenta un caso isolato; il caso più noto è quello di Wikileaks.
Stefania Maurizi: Anche chi non ti piace ha diritto di espressione!
« Può non piacere il giornalismo del media online americano “TheGrayzoneNews”, fondato da MaxBlumenthal ( figlio del noto consigliere di Hillary Clinton, Sydney Blumenthal ) e molto critico della politica estera USA, ma in democrazia come si può accettare il blocco delle donazioni dei lettori a un media che apprezzano? », conclude Stefania Maurizi nel proprio post.
Una domanda, e un concetto di libertà di espressione, che merita un dibattito.
Perché, chiosa la Maurizi, « non combatti per i diritti di coloro che ti piacciono e non combatti per coloro che non ti piacciono, combatti per i diritti, non importa di chi siano. Il diritto di pubblicare è al centro della democrazia, non importa se ti piace o meno l’editore » [1].
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Fonti e Note:
Credits: Foto di Roman Kraft su Unsplash
[1] Twitter, profilo Stefania Maurizi, 2 settembre 2023.
[2] Il Fatto Quotidiano, 2 settembre 2023, Stefania Maurizi, “GuFundMe blocca le donazioni dei lettori al sito critico verso la politica estera Usa”. https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2023/09/02/gufundme-blocca-le-donazioni-dei-lettori-al-sito-critico-verso-la-politica-estera-usa/
[3] The Gray Zone, 28 agosto 2023, Max Blumenthal, “Gofundme freezes Grayzone fundraiser ‘due to some external concerns’”.
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