Gli Umanisti: con la violenza non si risolve nulla!

Sulla situazione contingente, il conflitto tra Palestina e Israele, l’umanista Olivier Turquet, coordinatore della redazione di Pressenza Italia, non ha dubbi: « è importante ribadire un concetto semplice: con la violenza non si risolve nulla! » [1].

« Sappiamo – ha spiegato in un recente editoriale – che ogni violenza scatena catene di altra violenza che si possono fermare solo con una decisa e lunga azione nonviolenta ».

« I morti attuali, quanti essi siano e saranno, sono il prezzo che i popoli pagano all’insensatezza dei governi e delle organizzazioni internazionali costituite con la speranza di risolvere i conflitti internazionali », aggiunge.

Secondo Olivier Turquet, è chiaro c’è un problema di « disprezzo crescente per le Risoluzioni dell’ONU », da parte dei governi succedutisi in Israele nel tempo, che blocca la soluzione pacifica del contrasto.

Polo: ribellarsi al pensiero unico e difendere la pace e i diritti umani

L’attivista umanista Anna Polo ha ben presente le difficoltà: « ribellarsi al pensiero unico ha pesanti conseguenze – scrive a margine degli attacchi subiti da Patrick Zaki per la propria posizione filo-Palestina -: lo sanno bene i pacifisti bollati come putiniani perché contrari all’invio di armi in Ucraina, le Ong del soccorso in mare punite con multe e fermi amministrativi per aver salvato troppi migranti e i magistrati che smantellano il decreto Cutro con le loro sentenze definiti “toghe rosse” e attaccati da governo e media di destra » [2].

E sono in pochi, quindi, a ribellarsi. Di conseguenza, « violenza, servilismo, intolleranza e cecità politica dominano la scena attuale ». Tuttavia, « in questa situazione, difendere valori come la pace, i diritti umani e la libertà d’espressione e sostenere chi li pratica è più urgente e fondamentale che mai ».

L’umanista Petrella: iniziamo a trasformare lo spirito di convivenza

« È umanamente concepibile che la parola “pace” venga rifiutata con tanta forza senza che il mondo possa fermare il massacro? » [3] si domanda invece Riccardo Petrella, umanista e professore emerito dell’Università Cattolica di Lovanio, in un altro recente editoriale apparso ancora su Pressenza.

« Cosa possiamo fare al riguardo? Ovviamente dobbiamo indignarci, protestare e lottare contro queste assurdità », afferma poi Petrella.

Sulla situazione contingente dell’attuale conflitto in Palestina, anche lui non ha dubbi: occorre accettare « l’esistenza di due popoli, ciascuno con il diritto di vivere come Stato nel rispetto reciproco e nella pace ».

Ma per l’ex docente universitario il problema è più grande e la soluzione più articolata: occorre « rigenerare e trasformare il potere politico e lo spirito di convivenza ». In altre parole, bisogna « imparare a parlare e a praticare più lo spirito di vita, l’amore, l’amicizia, la cultura, la responsabilità, la pace e la bellezza, e meno i mercati, gli investimenti, la redditività, la competitività, la conquista, la rivalità e l’efficienza ».

Riflessioni, quelle di Oliver, Anna e Riccardo, che possono sicuramente tutte aiutarci a superare il senso d’impotenza difronte la sofferenza di un Popolo, quello Palestinese, prima rinchiuso in un carcere a “cielo aperto”, Gaza, e oggi, seppellitovi.

Fonti e Note:

Credits: Foto di Noorulabdeen Ahmad su Unsplash

[1] Pressenza, 9 ottobre 2023, Olivier Turquet, “Conflitto israelo-palestinese: la violenza non risolve nulla!”.

[2] Pressenza, 13 ottobre 2023, Anna Polo, “Patrick Zaki escluso dal Festival della Pace a Brescia. Le sue opinioni su Israele sono “divisive””.

[3] Pressenza, 14 ottobre 2023, Riccardo Petrella, “Cosa possiamo fare quando le società diventano impotenti di fronte all’assurdo?

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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