Salario Minimo: la finta guerra tra Destra e finta Sinistra
« Sono mesi che assistiamo alla finta guerra sul salario minimo ».
Ma sembra solo un gioco delle parti, di chiacchiere.
Da un lato, il Partito Democratico e i suoi alleati minori, « che dicevano peste e corna, si sono riconvertiti sulla solita via dell’opportunismo. Hanno pensato che era pur sempre un “bacino” di voti appetibile », spiega un commento della Tendenza Comunista Internazionalista di qualche settimana addietro [1].
E quindi, con iniziative meramente propagandistiche, sostengono le 9 euro lorde orarie ma con un aumento non pagato dalle aziende ma dallo stato sotto forma di elargizione di “benefici” alle aziende.
« Sono infatti partiti con grande slancio con la raccolta di firme online: 300 mila in una settimana, e poi, più nulla ».
La Destra, invece, vigliaccamente, decide di delegare al « Siòr Brunetta, odiatore seriale della classe operaia e dei lavoratori in genere, […] la soluzione migliore per la classe di suo riferimento cioè la borghesia ».
I sindacati? Sul Salario Minimo fanno il “lavoro sporco” della Destra
« Dei sindacati [poi] nemmeno l’ombra di una protesta, dai più grandi ai più piccoli, se si escludono gli abbaii alla Luna, che da lassù tristemente li guarda », prosegue crudamente il commento.
La CGIL, con il segretario generale Landini, sfodera il « “vizietto” di favorire la classe padronale » e preferisce sottoscrivere una proposta da tempo avanzata dalla Destra: « Si dovrebbe stabilire che gli aumenti dei contratti nazionali non vengano tassati », afferma. Un modo di togliere risorse allo stato e, conseguentemente, far pagare l’incremento salariale non ai padroni ma agli stessi lavoratori « in termini di peggioramento dei servizi ».
D’altro canto, nulla fa, in sostanza, il sindacato CGIL, per combattere il lavoro precarizzato, anticamera dello sfruttamento e della bassa sindacalizzazione dei lavoratori.
Salario Minimo: occorre confidare nella magistratura borghese?
« La stessa magistratura, uno dei poteri dell’edificio borghese, in talune situazioni è addirittura più avanti di sindacati. Gli interventi delle procure soprattutto nel settore della vigilanza privata è emblematico: «L’inchiesta […] ha svelato buste paga da 5,3 euro l’ora (930 euro al mese lordi e 650 euro netti), in linea con il CCNL della vigilanza privata recentemente rinnovato con le firme di Cgil, Cisl e Uil ma ritenute incostituzionali perché non garantiscono “un’esistenza libera e dignitosa”» [2].
Insomma, non è quella di sperare nei partiti al governo – o nei sindacali “concertativi” – la maniera migliore per ottenere un adeguamento dei salari al costo della vita tali da assicurarsi quella “vita dignitosa” invano promessa dall’articolo 36 della Costituzione.
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Fonti e Note:
[1] Tendenza Comunista Internazionalista, 7 settembre 2023, “Salario minimo, salario da fame”.
[2] A seguito di questo intervento, la Mondialpol aumenterà i salari del 20% dal 1° settembre 2023 e alla scadenza del CCNL di un ulteriore 38%. (Il Fatto Quotidiano.it -14/08/2023)
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