Michele Santoro apre la sua Colomba per le elezioni
Se la sinistra ha bisogno di Michele Santoro per sopravvivere ancora, addirittura per partecipare alle elezioni europee, ebbene che si stacchi la spina e la si lasci morire!
La conferenza stampa di ieri, presso la sede romana della FNSI, l’organizzazione che tutela gli interessi dei giornalisti italiani, ha confermato l’assunto: quella di Santoro sulla Pace è vuota retorica, è una proposta politica limitata negli argomenti, assente nella comprensione storica ed economica delle cause delle guerre, nonché, peggio, assente nelle proposte di soluzione e del come eventualmente raggiungerle.
E, ancora, come ha ammesso lo stesso Michele Santoro, senza una prospettiva che vada oltre la scadenza elettorale di giugno: « Noi non stiamo costruendo un partito. Stiamo costruendo un vettore, per portare al centro della campagna elettorale delle Europee, la parola “Pace” », ha detto infatti.
Un concetto ribadito più avanti nel suo discorso: « l’importante però per noi è una cosa: noi non vogliamo fondare niente, non vogliamo fare il partito della sinistra ».
Il progetto elettorale e basta di Michele Santoro: Pace!
Santoro ha così spiegato il “progetto” – il cui simbolo grafico è appunto la colomba pasquale -, cui di corta hanno aderito i disperati Maurizio Acerbo e Luigi De Magistris: « Il nostro primo obiettivo è che in campagna elettorale si parli di ogni cosa e non si parli della questione principale: il ruolo dell’Europa per costruire la Pace ».
« Senza questo vettore, questa parola sarebbe praticamente dimenticata, cancellata, ha aggiunto con un spruzzo di arroganza e ignoranza » ( ignoranza, ad esempio, della campagna referendaria per la Pace degli scorsi mesi, da lui, da Acerbo e De Magistris ignorata fino a condurla al fallimento ).
« Il nostro paese e l’Europa devono uscire dalla guerra. Vuol dire rispettare la nostra costituzione fino in fondo », ha insistito Michele Santoro.
Il “nuovo” metodo politico di Michele Santoro, quello “condivisivo”
Poi una sorta di bocciatura delle rivendicazioni della sinistra rivoluzionaria, una sorta di “normalizzazione”: occorre « mettere insieme le parole che ci uniscono e tenere da parte quelle che ci dividono. Non perché sono sbagliate, semplicemente perché non sono condivise. E quindi possono essere oggetto di un approfondimento futuro » ( alias “alle calende greche” ).
Questo metodo, che lascia i problemi, le “divisioni”, sotto il tappeto dell’agitazione politica, per Santoro è il «metodo condivisivo. E’ un metodo completamente nuovo. Che non parte dalle nostre idee, ma parte dalle idee di tutto il campo che si è schierato contro la guerra. E cerca di prendere ciò che è condiviso da tutti noi. Cioè non far diventare le parole uno strumento di divisione ».
Secondo questo “nuovo” metodo, il metodo Santoro, « riproporre qualcosa da gruppi extraparlamentari come si propone in certe piazze italiane, dove si urla una parola più forte, secondo me, non fa la differenza. Io credo che oggi attardarci a definire quello che sta succedendo a Gaza una strage o un genocidio sia una disputa che non ha nessuna valenza rispetto al fatto di raccogliere il più grande sforzo possibile e far tacere le armi ».
Santoro su Gaza: la parole “genocidio” è estremista e non va pronunciata
Una politica, quella che vuole Santoro, e quindi vogliono Acerbo e De Magistris, che abdica alla magistratura: « lasciamo che sia la Corte de L’Aja a decidere sul valore di questi termini ».
Un sobbalzo d’orgoglio il discorso dell’ex giornalista Rai ce l’ha quando però ricorda che « stiamo dimenticando che la Corte de L’Aja ha già detto qualcosa. Ha detto che lo stato di Israele deve smettere di fare quello che fa. Lo ha scritto. Solo che i nostri telegiornali non ce le leggono queste parole, non ce le spiegano. La Corte si è pronunciata e il nostro governo no. E l’Europa no. Non ha assunto la posizione della Corte come la posizione intorno alla quale dovevamo costruire una grande pressione per far tacere le armi a Gaza ».
Tuttavia manca poi un qualunque accenno all’altra guerra che impegna l’Europa e l’Italia, quella in Ucraina. Un silenzio che parla da sé, che dice tutto.
Ed infatti, Michele Santoro prosegue: « i nostri obiettivi sono il rifiuto dell’esercito europeo, una cosa è la difesa comune europea e un discorso è l’esercito comune europeo. Non alterazione delle alleanze in campo ma Pace per riprendere la strada del disarmo ».
Avanti con la Nato, insomma.
Santoro: prenderemo il 4% ma ci basta anche il 3%
Il suo intervento si chiude con un paio d’affermazioni che lasciano il tempo che trovano.
La prima sulla stampa: esiste (!) « un appiattimento dell’informazione che è cominciato con la pandemia e non si è mai interrotto. L’informazione coincide con la comunicazione del governo. E questo processo di omologazione non l’ha fatto la Meloni, è partito da prima » [con la dittatura dell’avvocato cinquestelle Giuseppe Conte, NdR].
La seconda politica: « io sono convinto che se questa piccola formazione prendesse il famoso 4%, ma anche se ne prendesse il 3% [e quindi non entrasse in parlamento, NdR], questo rappresenterebbe un terremoto politico nel nostro paese. Quindi non è un piccolo obiettivo ma un obiettivo estremamente ambizioso. Sarebbe qualcosa che può mettere il paese verso un cammino nuovo ».
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Fonti e Note:
[1] Youtube, 14 febbraio 2024, “Pace Terra Dignita’ – Conferenza Stampa di lancio”.
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