Francia, carcere ai novax: le opposizioni contro Macron
Il “governo” Macron, in Francia, continua la sua attività repressiva contro chiunque contesti il sistema della democrazia capitalista. Nel mirino del nuovo provvedimento liberticida, stavolta, tornano i cosiddetti novax. Cosa che preoccupa, in prospettiva. E’ prevista, infatti, la prigione per chi lancia allarmi contro i farmaci.
Alla Camera dei deputati, sono le opposizioni, di sinistra e di estrema destra hanno “alzato la voce” e protestato. Ma, hanno dato la sensazione di fare semplicemente quelle che Lenin chiamava le “chiacchiere” della democrazia borghese per « turlupinare il “popolino” ».
Per dovere di cronaca ne riportiamo, in breve, tre.
M. Jean-François Coulomme ( La France insoumise NUPES ) è stato abbastanza sarcastico: « se lo stato volesse davvero proteggere le persone, vieterebbe immediatamente l’alcol e il tabacco, e non si affretterebbe a concedere le autorizzazioni all’immissione in commercio del Mediator, del Depakine e di tanti altri farmaci che hanno causato così tante morti ».
Poi ha denunciato: « purtroppo la medicina – a cui tutti teniamo – non è una scienza esatta; la proposta di legge mira a costringere la società e gli individui a rinunciare alla libera disponibilità del proprio corpo ».
Quindi, l’esponente della sinistra francese ha concluso: « stiamo assistendo a un aumento delle pene e delle sanzioni, che minacciano direttamente le nostre libertà fondamentali e giustificano la costruzione di un numero sempre maggiore di luoghi di detenzione. L’articolo 4, il cui scopo troppo vago, minaccia le nostre libertà, la libertà di espressione, la libertà di ognuno di scegliere la terapia che desidera e il diritto imperativo degli informatori di criticare gli abusi farmaceutici ».
« È necessario combattere i guru online che incoraggiano i giovani a seguire diete pericolose per la salute o che dissuadono i malati di cancro dal continuare la chemioterapia a favore di alcune pratiche dubbie – ha dichiarato Mme Emeline K/Bidi della “Sinistra Democratica e Repubblicana NUPES” che si è astenuta dal voto -. D’altro canto, dobbiamo anche proteggere gli informatori e la libertà di espressione. Data l’attuale formulazione dell’articolo 4, ci si chiede se Irène Frachon non sarebbe stata perseguita per aver denunciato lo scandalo del [farmaco] Mediator ».
L’oratrice ha concluso l’intervento sostenendo che un tal legge non fermerà le “sette” come il governo non sta impedendo « la costruzione di una Chiesa di Scientology di 7.000 metri quadrati a Saint-Denis, vicino a Parigi ».
M. Thomas Ménagé ( Rassemblement National ) si è allineato agli interventi della sinistra: « l’articolo 4 crea chiaramente un reato di opinione, è indegno di una Repubblica che rispetta le libertà e il dibattito scientifico », ha detto.
Poi ha concluso con un’invocazione alla “maggioranza” dei macroniani: « Cari colleghi della maggioranza, come potete sostenere una disposizione che avrebbe sicuramente portato alla condanna di Irène Frachon, la specialista polmonare che ha indubbiamente salvato migliaia di vite umane denunciando, contro ogni previsione, lo scandalo Mediator? ».
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Fonti e Note:
[1] ] Assemblea_nazionale_francese, “Projet de loi visant à renforcer la lutte contre les dérives sectaires”.
Molto semplicemente, se sì vuole rendere efficace una campagna di vaccinazione, la decisione di vaccinarsi non può essere lasciata alla discrezionalità di ciascuno, altrimenti piaghe terribili come ad esempio il vaiolo o la poliomielite girerebbero ancora seminando il panico. Infatti, il Paese che ha ottenuto il maggiore successo e il minor numero di morti é stato Cuba, che ha avuto, al contrario di noi, il “coraggio” di vaccinare anche la popolazione infantile, favorendo in questo modo l’immunità a tutta la popolazione, in particolare agli anziani debilitati, ovvero le vere vittime del COVID.
Come per ogni il farmaco approvato tramite una corretta ed onesta sperimentazione, anche il vaccino può avere i suoi effetti collaterali per una ristretta parte della popolazione, che in questo caso è perfino inferiore a quella di chi utilizza l’aspirina. Quindi anche di aspirina si può morire, ma non per questo la gente rinuncia a prenderla. In medicina e in epidemiologia é tutta una questione di rapporto tra costi e benefici. Se a causa del vaccino é ad esempio morta una persona su un milione, tanto per fare l’esempio, senza vaccino ne sarebbero morte milioni.
Il vaccino tutela anche il diritto al dissenso di un no vax, perché un no vax morto per causa del covid é un no vax che non ha più voce per dissentire. Ho sentito a suo tempo casi di no vax che, vedendo morire di COVID i loro parenti no vax, hanno poi fatto causa per chiedere risarcimento, secondo un atteggiamento schizofrenico squisitamente italiota. Ergo che se in un universo parallelo fosse passata la linea no vax, gli italiopitechi no vax del nostro universo avrebbero accusato il governo di non aver fatto abbastanza per preservare la salute pubblica.
Sfortunatamente, abbiamo un solo universo a disposizione, per cui certe decisioni non possono essere lasciate esclusivamente alla volubilità capricciosa di certe frange della società, ma occorre appunto il dibattito scientifico, come anche scritto nell’articolo, ma il dibattito basato su presupposti veri e non su opinioni gratuite da parte di chi non sa nemmeno come si fabbrica un vaccino.
Comunque alla fine la propaganda no vax é riuscita a fare breccia, incubando la paura dei vaccini nella popolazione, al punto che quest’anno la campagna di vaccinazione per il morbillo è stata scadente e il virus é tornato in pompa magna, mietendo vittime tra bambini e persone fragili, ovvero come al solito coloro che dovrebbero per primi venire difesi.
Ora non dico che sia necessario imporre il carcere ai no vax, ma partiamo dal presupposto che, se un vaccino é riconosciuto come sicuro dalla scienza, al netto dei soliti effetti collaterali, non vaccinarsi é come rivendicare il diritto di premere sull’acceleratore quando un pedone attraversa le strisce, in nome di una presunta idea di libertà individuale, perché ognuno può essere vettore del virus a discapito della salute altrui e quindi ha una responsabilità sociale.
Quando si combatte una guerra per il bene di tutti, si sa che ci saranno anche vittime a causa del fuoco amico (effetti collaterali del vaccino), ma non di meno tutti si sentono richiamati alla responsabilità sociale di combatterla in nome di un bene superiore, ovvero proteggere la maggior parte della popolazione. É questo che i no vax non vogliono o non sanno capire, anche contro il loro stesso diritto alla sopravvivenza. Il confronto con il diritto sul consumo di alcol o tabacco non regge, perché in questo caso si tratta di scelte sulla propria pelle e non anche su quella degli altri. Spero che non arrivi mai più una pandemia come la spagnola, anche se sono pronto a scommettere che in un simile scenario i no vax sarebbero tra i primi a chiedere aiuto alla scienza, implorandola in ginocchio.
Altro discorso é invece il modo in cui é stata gestita la pandemia sul piano delle restrizioni della libertà personale: sarebbe bastato prendere precauzioni principalmente per gli over 60 e i più fragili, come anche gridato nell’appello relativo alla dichiarazione di Great Barrington che avevo a suo tempo sostenuto, abitando quindi anche un inutile salasso economico per il nostro Paese, nonché tutte le complicazioni sulla salute mentale scaturite come conseguenza del lockdown.
Quindi stai con Macron e contro la sinistra francese ?
No Natale, non sto con Maccheron e la sua idea di dirimere la faccenda con le misure carcerarie. Ma non posso nemmeno scadere nella logica banale delle tifoserie e appoggiare il pensiero di una certa sinistra solo perché sinistra. Invece, mi rimetto al tribunale della ragione, specie su un tema così delicato che necessita studio e approfondimento.
Secondo il mio parere rispetto a questa specifica vicenda, la questione sta nella valutazione dei rapporti tra la libertà individuale e il principio di solidarietà (Artt. 2 e 32 Cost.).
Mi spiego meglio.
A mio avviso bisognerebbe compiere una profonda valutazione tra il diritto all’autodeterminazione del singolo e l’interesse pubblico e la tutela della salute della collettività. Credo che, nonostante dal punto di vista teorico sembrerebbe corretto e quasi scontato dare maggiore importanza all’interesse della collettività, in questa specifica fattispecie l’approssimazione e la superficialità con le quali è stata affrontata e gestita la pandemia e la vaccinazione (mi riferisco soprattutto alla prima autorizzazione dei vaccini anti-covid-19 da parte dell’E.M.A., attraverso una procedura speciale cosiddetta “ autorizzazione condizionata” cioè una procedura abbreviata che non fornisce le stesse certezze scientifiche dell’autorizzazione standard) mi porta a pensare di dare prevalenza al diritto all’autodeterminazione dell’individuo, anche perché la soluzione era già insita nell’istituzione del green pass che attraverso la sua imposizione e quindi l’obbligo di esibizione garantiva tranquillamente la negatività del soggetto all’infezione.