Tutto il mondo è paese? Un proverbio che uccide la speranza
Tutto il mondo è paese: questa è la solita litania che mi ripete il mio ottuagenario padre. Lui, chiaramente, sostiene che è l’animo umano a determinare un ambiente e dato che l’animo umano è egoista, corrotto, malvagio, ogni ambiente ne è negativamente contaminato.
Per lui, quindi, è inutile una “fuga” dalla mia città natale, alla ricerca di un ambiente di vita da offrire a me stesso ed alla mia prole. Ogni mondo è paese, in qualunque città dell’Italia anche settentrionale ma anche in un Paese straniero troverei gli stessi sentimenti umani e quindi lo stesso ambiente ostile che vivo, e vorrei lasciare, a Trapani.
E lui, infatti, Trapani – tranne una breve obbligata esperienza giovanile durante la guerra – non l’ha mai lasciata.
Mio padre ha, in parte, ragione.
Pur tuttavia lui non considera dei fattori: diversi ambienti, latitudini e clima, diverse educazioni religiose (nel nord Europa quella protestante soppianta quella cattolica), diverse esperienze storiche e filosofiche (Mazzini è nato in Italia, Marx e Engels in Germania, Rousseau e Napoleone in Francia, e così via).
E’ pur vero che la storia più recente, dall’ultimo dopoguerra insomma, è fatta di eguale influenza della cultura capitalista ed individualista degli Stati Uniti, del trattato di Schengen e rinunce delle varie sovranità a favore della Commissione Unica Europea, ma i fattori innanzi indicati e secoli di storia diversa non si annullano ed appiattiscono totalmente in pochi decenni.
Le differenze da un Paese all’altro, magari sempre minori, quindi – per me – ancora esistono.
Un Paese che non è come l’Italia: il Belgio
Prendiamo ad esempio il Regno Federale del Belgio – che ho recentemente visitato -, ed in particolare la regione francofona della Wallonia.
E’ vero che anche qui la dittatura della Grande Industria e delle Grandi Banche che manovrano le marionette della Commissione Europea si fa sentire: i licenziamenti di massa (nell’ultimo mese: Banca ING licenzia circa 3.000 impiegati, Assicurazione AXA altri 800, fabbrica Caterpillar chiude stabilimento e getta oltre 2.000 operai in mezzo alla strada), lo sfruttamento degli studenti-lavoratori, gli orari di lavoro sempre più gravosi (oggi approvate dal governo Michel – il Renzi belga – le 45 ore settimanali “flessibili”), l’allungamento dell’età pensionabile (a 65 anni ma anche a 62 per chi ha 40 anni di lavoro, come spiega il sito dell’ACLI), i tagli ai sussidi, l’esplosione della spesa militare sono sotto gli occhi di tutti.
Ma è altrettanto vero che le differenze, rispetto a Trapani, ci sono eccome.
Il trasporto pubblico urbano: TEC senza paragoni con ATM
Non c’è il nostro clima soleggiato (qui il “grigio” è spesso sovrano) ma il colore verde, i prati, gli alberi, i boschi ancora hanno uno spazio rilevante. L’automobile è il mezzo di mobilità privilegiato, certo, anche lì, ma i servizi di trasporto collettivo (politica di abbonamenti bus ad appena 15,50 euro al mese, ridotti a 12,40 per le famiglie numerose e sino a 24 anni, gratuiti sino ad 11 anni ed a carico delle aziende per il 71,8% per i lavoratori! Per toccare con mano vai al sito della TEC) appaiono ben calibrati, frequenti (anche per le frazioni), puntuali ed ampiamente utilizzati.
Il trasporto ferroviario: SNCB senza paragoni con Trenitalia in Sicilia
L’automobilista è rispettoso dei pedoni e delle strisce pedonali; il traffico veicolare sostenuto ma scorrevole.
Il treno della SNCB, comodo veloce e puntuale, è il mezzo di trasporto privilegiato sulle tratte principali (la linea Liegi – Mouscron taglia tutta la Wallonia da est ad ovest, dal confine con la Germania a quello con la Francia, attraversa la capitale Namur, e grossi centri come Charleroi, Mons, Tournai per un totale di 220 Km che percorre in circa 2:25 minuti). I prezzi contenuti (5 euro circa a tratta).
Nulla a che vedere con l’odissea che può capitare a chi pensa di viaggiare in treno da Trapani a Palermo (poco più che cento chilometri), come ho già raccontato in “Un’odissea lunga 6 ore e 14 minuti“.
Una civiltà che si tasta ogni giorno
Le sale scommesse sono meno numerose che qui da noi. I giocatori non sono malati.
Nei campi di calcio – in erba vera – non ci sono barriere fra spettatori, atleti ed arbitro. Frequentare una piscina costa la metà che a Trapani.
Non c’è la maestosa “Fardelliana” ma, a Namur ad esempio (100.000 abitanti), una rete di una decina di piccole biblioteche comunali.
I parchi urbani (meno maestosi certo che quelli che ho visitato in Germania, a Monaco, Mannhein, ecc) non hanno viali asfaltati ma in un più “naturale” pietrisco.
Il “palazzo” del Comune è chiamato “Casa dei Cittadini” e questi sono ricevuti dai burocrati in forma moderna e funzionale (aperta anche il sabato mattina).
Tutti indizi che hanno un significato.
Non sono alieni, anche i valloni sono umani …
Poi c’è pure quello che getta la bottiglia o la carta a terra nel parco, o parcheggia sul marciapiede. Ma non è la normalità come qui.
Non sono cieco: in Belgio pure esiste la criminalità, esiste certa Polizia che picchia la gente in strada, esistono le centrali nucleari, e pure esistono le alluvioni, gli incidenti stradali mortali, i funzionari pubblici ladri o corrotti.
Ma la stampa è libera; secondo “Reporter sans Frontier” , nel 2016, il Belgio è al 13° posto nel mondo davanti un’Italia appena 77° (e pure dietro Nicaragua, Armenia, Lesotho, Tanzania …). Qui, in Belgio, un giornalista qualsiasi de “Dernieure Heure” può “ironicamente” permettersi di equiparare l’allungamento dell’età pensionabile ad un prolungamento di una condanna penale [“… Récompenser ceux qui vont à fond de carrière (on n’a pas écrit de peine), …”].
Si vive di speranza …
Forse, comunque, provare a costruirsi una nuova identità ed una nuova vita all’estero è foriera di quella speranza per un futuro migliore, difficile ma possibile, che è indispensabile a vivere!
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