Politiche 2018: +Europa, nel centro-sinistra con distinguo
Che si chiami coalizione un raggruppamento composto da quattro liste che presentano quattro diversi programmi suona strano. Specie se, nei collegi uninominali i candidati indicati sono comuni. Ma tantè, nel centro-sinistra è così.
Qui esamino alcuni punti del programma della lista della coalizione più marcatamente europeista, quella di Emma Bonino: +Europa.
«Vogliamo forze armate dell’Unione addestrate ed equipaggiate al meglio, dotate di elevata prontezza operativa e capacità di proiezione – ma prive di armi nucleari», scrivono Bonino e Tabacci nel loro programma comune.
In ordine all’armamento nucleare, per “+Europa” va posta «la questione di un’iniziativa diplomatica italiana per arrivare a un ritiro concordato con gli alleati della NATO di queste armi dal territorio europeo».
In merito alla politica interna, la lista “+Europa” propone una riduzione della progressività dell’imposta diretta (IRPEF al 20% sino a 40.000 euro d’imponibile e 30% sino a 60.000) il cui onere vada regressivamente caricato sulle imposte indirette (IVA) e tassando con una patrimoniale la casa principale.
Sul tema delle pensioni la Bonino è drastica: «non bisogna toccare la riforma Fornero»
Sull’importante tema della Giustizia, Bonino sostiene la «separazione delle carriere tra magistratura inquirente e magistratura giudicante», l’eliminazione della «obbligatorietà dell’azione penale», «l’abolizione dell’ergastolo», «l’introduzione del numero identificativo degli agenti delle forze dell’ordine in servizio di ordine pubblico e l’obbligo delle telecamere nelle caserme», la «legalizzazione e regolamentazione dell’uso delle droghe».
Sul tema immigrazione, +Europa propone il superamento della legge Bossi-Fini, «un permesso di soggiorno temporaneo per ricerca di occupazione» la modifica del «Regolamento di Dublino».
Infine, sul tema del lavoro la Bonino sposa il piano Calenda per «un salario minimo legale» ma solo «per i settori non coperti da contrattazione collettiva», per dare ai contratti nazionali di lavoro un mero valore «di “cornice di garanzia”». Per il resto parla solo di «miglioramento della produttività». Una posizione, in sostanza, vicina ai padroni.
L’ex-radicale sembra distinguersi per un programma con alcuni spunti interessanti e condivisibili altri no … un programma un colpo a destra e uno a sinistra, bene per governare assieme a Renzi e a Berlusconi.
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