Cittadinanza: emendamenti al Decreto Immigrazione
Tra gli 610 emendamenti presentati, in prima Commissione della Camera, al Decreto Legge 113/2018 sull’immigrazione, c’è pure quella che riproponeva l’acquisto della Cittadinanza per gli stranieri tramite Ius Soli.
Con l’emendamento 14.5, a prima firma del deputato Andrea GIORGIS (Partito Democratico), infatti, si proponeva la riforma della « legge sulla cittadinanza (n. 91 del 1992) per consentire l’acquisito della cittadinanza italiana a coloro che sono nati nel territorio italiano da genitori stranieri ».
In particolare, tra l‘altro, la lunga ed articolata proposta GIORGIS prevedeva, per chi fosse « nato nel territorio della Repubblica da genitori stranieri, di cui almeno uno sia titolare del diritto di soggiorno permanente o sia in possesso del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo […] la cittadinanza si acquista a seguito di una dichiarazione di volontà in tal senso espressa, entro il compimento della maggiore età dell’interessato, da un genitore ».
L’emendamento, tuttavia, è stato dichiarato inammissibile dal presidente della Commissione Giuseppe BRESCIA (M5S), nella seduta di mercoledì 21 novembre, in quanto, a norma del Regolamento della Camera dei Deputati, « non possono ritenersi ammissibili le proposte emendative che non siano strettamente attinenti alle materie oggetto dei decreti-legge all’esame della Camera ».
Quella del professore di diritto costituzionale GIORGIS, quindi, era una semplice provocazione.
Stessa fine, quindi, anche per l’emendamento 15.01, presentato dalla deputata Giorgia MELONI (Fratelli d’Italia) e « volto a introdurre nel codice penale il nuovo reato di integralismo islamico » per esempio per il caso di chi « in maniera tale da mettere in concreto pericolo la pubblica incolumità, propaganda idee dirette a sostenere […] la negazione della libertà religiosa ».
Cittadinanza: Centro-sinistra e +Europa contro allungamento termini
Si dovrà entrare, invece, tra l’altro, nel merito, con un dibattito e un voto, sulle proposte emendative che trattano l’art. 14 del Decreto sull’immigrazione ovvero le “disposizioni in materia di cittadinanza”.
Si tratta già di un’interessante conquista dato che solo pochi giorni prima, nella seduta di Commissione del 14 novembre, ad inizio del dibattito in Commissione, nessun deputato aveva citato il problema del procedimento di riconoscimento della cittadinanza pesantemente complicato dal Decreto immigrazione.
Qui, in particolare, con gli emendamenti 14.15 e 14.27 i deputati Gennaro MIGLIORE, Barbara POLLASTRINI, Emanuele FIANO, Marco DI MAIO, Andrea GIORGIS, Stefano CECCANTI (Partito Democratico), sono intervenuti proponendo di « sopprimere la lettera c) del primo comma » ovvero quello che allunga a 48 mesi i tempi per concludere il procedimento d’esame della domanda di cittadinanza.
Stessa proposta, con l’emendamento 14.16, ha avanzato il deputato Riccardo MAGI (+EUROPA).
[bctt tweet=”@riccardomagi @Piu_Europa: No all’allungamento a 48 mesi del termine per l’esame delle domande di #cittadinanza” username=”fronteampio”]
Lo stesso Riccardo MAGI (+Europa), con l’emendamento 14.6, e i deputati Roberto SPERANZA, Federico FORNARO, Laura BOLDRINI, Federico CONTE, Giuseppina OCCHIONERO, Erasmo PALAZZOTTO (Liberi e Uguali), con l’emendamento 14.7, hanno provato a proporre il contenimento a 24 mesi del termine di 48 mesi quantomeno « per i rifugiati e gli apolidi ».
La completa sostituzione del termine di 48 mesi con quello di 24 mesi, infine, è stata proposta dalla deputata trentina Emanuela ROSSINI (SVP) e dai deputati eletti nelle circoscrizioni estero Angela SCHIRO’ , Massimo UNGARO, Francesca LA MARCA, Nicola CARE’ (Partito Democratico), con gli emendamenti 14.20 e 14.21.
Stamani, la prima Commissione inizierà l’esame delle numerose proposte emendative con l’obiettivo – contestato da diversi deputati – di finire in giornata.
Per Riccardo MAGI (+Europa), in particolare, si tratta di « una inaccettabile compressione del dibattito su un tema così delicato ».
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