Acerbo: Astensione? Colpa maggioritario e bipolarismo
« Contare i voti di ogni tipo e grado di elezione, non limitandosi alle percentuali, per percepire esattamente pensieri e umori dell’elettorato e relative linee di tendenza ».
E’ – ricorda Alfonso Gianni di Rifondazione Comunista [1] – una delle prime cose che gli insegnarono quando s’iscrisse al Partito Comunista Italiano.
Gianni stava commentando come « un bel 25% di elettorato [fosse stato] risucchiato dall’astensione » ( alle politiche 2013, votò il 75,20% degli aventi diritto ) rilevando le « dichiarazioni trionfanti in particolare degli esponenti del centrosinistra » rispetto all’esito dello scrutinio ma l’assenza di commenti politici rispetto all’astensione record.
Contano i numeri dei voti, non le percentuali ( reali o dei sondaggi)
L’esponente comunista spiegava il motivo di cotanta disattenzione: « Sono le percentuali a determinare comunque l’elezione dei candidati, mentre delle tendenze di lungo corso – riscontrabili solo nell’andamento dei voti effettivi – che mostrano il distacco crescente della popolazione dall’attuale offerta politica e la crisi di credibilità delle formazioni in campo, sembra non curarsi nessuno ».
Acerbo: l’astensione è una questione democratica
Dalla mera “protesta” di Gianni si è giunto, nel 2021, all’analisi più compiuta di Maurizio Acerbo, oggi capo politico di Rifondazione Comunista.
« L’astensione è altissima – dichiara [2] – , segno che nel paese c’è una questione democratica perché bipolarismo e neoliberismo escludono e non danno risposte. I media sono stati blindati, i candidati con molti soldi hanno un vantaggio comunicativo antidemocratico. La questione del finanziamento privato della politica è un’emergenza democratica ».
Ma certamente esiste una necessità di legge elettorale proporzionale pura, se fa dichiarare sempre allo stesso Acerbo: « La nostra linea di alternativa ha incontrato enormi difficoltà negli ultimi anni anche sul terreno delle elezioni amministrative per il prevalere della logica del “voto utile” e, soprattutto, per il richiamo all’unità contro le destre » [3].
Acerbo: astensione frutto del malessere sociale e della disaffezione alla politica
L’esponente comunista conferma nella sua esposizione come « il malessere sociale e la disaffezione dalla politica che crescono nel paese, [sono] testimoniati dalle percentuali dell’astensione » e richiedono « un’alternativa di società, di una proposta politico-programmatica chiaramente distinta da quella del “centrosinistra” e della destra » [3].
Un’alternativa, però, che non prescinda dalla « analisi dello stato e dei poteri forti, politici ed economici, delle teorie sociali del movimento operaio o, all’opposto, del liberismo » ricorda Rossana Rossanda [4] criticando la nascita di quei “nuovi soggetti senza progetto” che si dichiarano né di destra e né di sinistra.
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Fonti e Note:
[1] Rifondazione, 29 maggio 2013, “Contano i voti, non solo le percentuali”.
Esaminando i numeri e non le percentuali, si rileverebbe che, nel 2018 rispetto al 2013, il Partito Democratico ha perso circa il 27% del proprio elettoralo, ben 2.500.000 elettori ( da 8.600.000 a 6.200.000 circa ).
La Coalizione di Destra ( Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d’Italia, includendo pure la Lista Monti, UDC e Futuro e Libertà che appartengono alla loro area ideologica ma che nel 2013 correvano separate ) ha perso circa 1.300.000 voti ovvero il 10% degli elettori ( da 13.500.000 a 12.200.000 circa ).
Insomma che Salvini sostenesse, nel 2018, la propria vittoria era assolutamente un falso!
[2] Rifondazione, 6 ottobre 2021, “Acerbo (Prc-se): se ha vinto Draghi ha perso la sinistra, facciamo come in Calabria”.
[3] Rifondazione, 22 aprile 2022, “Elezioni amministrative: lavoriamo per l’alternativa al neoliberismo e alla guerra, documento approvato dalla Direzione nazionale del 21 aprile 2022”.
A proposito della partecipazione alle elezioni, anche ove appare difficile dal punto di vista operativo e netta la difficoltà di ottenere eletti, Maurizio Acerbo aggiunge: « la campagna elettorale va vista come passaggio politico verso la successiva azione vertenziale, mutualistica e propositiva da sviluppare sul territorio, occasione per dare visibilità alle nostre posizioni e proposte locali e nazionali ».
[4] Rifondazione, 5 aprile 2012, “Benecomunisti, che passione”.
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