AIFA: In un mese, 13 decessi post-vaccino
L’area “Vigilanza Post-marketing” dell’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, dopo un mese dalle prime iniezioni del farmaco Comirnaty di Pfizer/BioNTech ammette [1] i primi effetti collaterali, i primi eventi avversi.
Tra il 27 dicembre 2020 e il 26 gennaio 2021, secondo quanto pubblica, sono pervenute 7.337 segnalazioni di effetti collaterali su un totale di 1.564.090 dosi somministrate ( tasso di segnalazione di 469 ogni 100.000 dosi ).
Nel 7,6% dei casi, gli eventi avversi sono stati classificati come gravi.
L’Agenzia italiana del farmaco in proposito spiega che « qualunque evento è considerato sempre grave se ha comportato ospedalizzazione o ricorso al pronto soccorso, pericolo immediato di vita, invalidità, anomalie congenite, decesso, altra condizione clinicamente rilevante ».
In numero assoluto, i casi gravi ammontano quindi a poco più di 550.
Poco trasparente che l’ufficio “Vigilanza Post-marketing” non citi questa cifra nel rapporto ma si limiti a riportare solo la percentuale relativa. Un modo per sminuirne il valore negativo?
L’AIFA non spiega i 13 decessi dopo il vaccino: “non correlati, ma nessun farmaco è esente da rischi”
Tra questi 550 casi gravi, comunque, rilevano anche « 13 decessi avvenuti nelle ore successive alla vaccinazione ».
L’AIFA, tuttavia, sottolinea subito che i decessi « non sono risultati correlati alla vaccinazione e sono in larga parte attribuibili alle condizioni di base della persona vaccinata ». Ciò senza spiegare quale indagini (autopsie?) siano state svolte per avvalorare la loro tesi.
Resisi, forse, conto della debolezza della loro tesi, nel rapporto, l’ufficio “Vigilanza Post-marketing” dell’AIFA precisa che, certo, « nessun prodotto medicinale può essere mai considerato esente da rischi. Ognuno di noi, quando decide di servirsi di un farmaco o di sottoporsi a una vaccinazione, dovrebbe avere presente che quello che sta facendo è bilanciare i benefici con i rischi ».
Poi, quasi pentiti, aggiungono : « questo rapporto descrive le segnalazioni di reazioni che sono state osservate dopo la somministrazione del vaccino. Ciò non significa che queste reazioni siano state causate dal vaccino. Potrebbero essere un sintomo di un’altra malattia o potrebbero essere associate a un altro prodotto assunto dalla persona che si è vaccinata ».
Insomma, come si suol dire, “un colpo al cerchio ed uno alla botte”. L’ufficio cerca di barcamenarsi tra due opposte posizioni, cercando di non prendere una posizione netta.
Al lettore valutare la incoerenza di quanto riportato e la scarsa credibilità che scaturisce da un rapporto così prodotto.
L’AIFA ammette: 13 casi di shock anafilattico e 18 di paresi facciale
Gli “effetti collaterali” gravi non si fermano ai decessi.
Nel rapporto, infatti, si legge come siano « 13 le segnalazioni di anafilassi – shock anafilattico al vaccino Comirnaty, dodici casi sono relativi a soggetti di sesso femminile e 1 caso a un soggetto di sesso maschile, con un’età media di circa 45 anni ».
Non tutti questi casi si sono risolti completamente.
Ed ancora, che sono « 18 le segnalazioni di paralisi/paresi del nervo facciale dopo somministrazione del vaccino Comirnaty, di cui 12 in soggetti di sesso femminile e 6 in soggetti di sesso maschile, con un’età media di circa 49 anni ».
Per un evento, si è resa necessaria la ospedalizzazione della vittima. Sei i casi in cui il soggetto non risulta comunque ancora guarito.
Per le altre patologie “gravi” che han colpito i “vaccinati”, l’AIFA si mantiene sul vago.
L’AIFA: Le donne più sensibili alla segnalazione degli effetti avversi
Il rapporto dell’AIFA quindi riferisce che le segnalazioni riferiscono che gli eventi avversi appaiono « stessa giornata della vaccinazione o il giorno successivo (85% dei casi circa) » e coinvolgono più le donne ( 561 casi su 100.000 dosi somministrate contro 293/100.000 dosi somministrate per gli uomini ).
L’ufficio “Vigilanza Post-marketing” commenta in maniera che può sembrare sessista: « tali valori potrebbero risentire della maggior sensibilità alla segnalazione da parte delle donne vaccinate ».
Tale ipotesi è basata sulla sensazione del redattore il rapporto o su dati scientifico-statistici ? Nel primo caso non ci appare opportuna la pubblicazione di tale opinione. Nel secondo caso sarebbe stato apprezzabile l’indicazione della fonte.
Concludendo il rapporto, i burocrati dell’AIFA sostengono, al di là di ogni ragionevole dubbio, che i « dati fin qui acquisiti confermano quindi un buon profilo di sicurezza di questi due vaccini mRNA [il Pfizer/BioNTech e il Moderna ] ».
Un’affermazione che appare avventata, dopo un mese di vaccinazioni ed in assenza di studi sugli effetti sul medio-lungo termine.
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Fonti e Note:
[1] AIFA, Comunicato n. 628 del 4 febbraio dell’AIFA e “Primo rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19”.
E’ possibile scaricare il PDF del rapporto qui: Primo rapporto AIFA sulla sorveglianza dei vaccini COVID-19
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