Alfredo Cospito condannato a morte!
« Prigioniero fra quattro mura di pietra nuda e fredda, senza libertà, senza orizzonte davanti agli occhi, occupato tutto il giorno a seguire il lento cammino di questo quadrato biancastro che la finestrella della mia porta taglia sul muro nero di fronte ».
Così, usando le parole di Victor Hugo [1], è iniziato il nuovo anno 2023 per Alfredo Cospito rinchiuso in un carcere di Sassari a scontare l’ergastolo ostativo, ovvero una pena senza fine, una morte senza morte, e senza aver mai ucciso nessuno.
Cospito, sempre riprendendo Hugo, potrebbe ben così raccontare la sua condizione: « il mio corpo è legato ai ferri in un carcere. Il mio spirito è in prigione, chiuso in una idea. Un’orribile, una terribile e implacabile idea. Non ho che un pensiero, una convinzione, una certezza: condannato a morte! ».
Cos’è l’ergastolo ostativo, e assieme al trattamento carcerario previsto dall’articolo 41bis, se non una vita senza vita e senza speranza ovvero una morte?
Il detenuto politico Alfredo Cospito in carcere al 41 bis
« Cospito è il primo detenuto “politico” cui viene applicato il 41-bis, regime carcerario disumano e degradante che solitamente si usa nei processi di mafia », spiega il giornale indipendente Dinamo Press [2].
Cospito ha una sola colpa: è un sovversivo; non vuole questo stato, non vuole un’autorità paternalistica che dica alla sua coscienza cosa deve fare quasi che lui fosse un bambino incapace.
Molte più colpe hanno gli italiani e i partiti politici ( tutti, eccetto quelli comunisti trotskysti e Sinistra Libertaria ): in silenzio davanti ad una vicenda assurda.
A Milano, in centinaia in corteo contro ergastolo e 41 bis
Pochi a muoversi, semplici cittadini, come ad esempio giovedì sera a Milano, dove « centinaia di persone hanno partecipato al corteo di solidarietà, sfidando la diffida del Questore che aveva persino vietato un presidio statico in Piazza Duomo. In mezzo a uno spiegamento ingente di forze dell’ordine a protezione del sacro shopping (post) natalizio, si sono levati slogan contro il regime di carcere duro 41-bis e contro la pena dell’ergastolo ostativo » [2].
Il « regime penitenziario 41bis è da abolire tout-court, rasentando il trattamento disumano e degradante dei detenuti, come sottolineato più volte dal Comitato per la prevenzione della tortura del Consiglio d’Europa », precisa ancora Dinamo Press.
Intanto Alfredo Cospito, nella sua cella di Sassari, « dopo 70 giorni di sciopero della fame ha perso 35 chili e rischia un malfunzionamento cardiaco a causa della mancanza di sali di potassio ».
Il tempo passa e l’esecuzione della condanna a morte è in corso.
–
Fonti e Note:
[1] Victor Hugo, “L’ultimo giorno di un condannato a morte” (1829).
[2] Dinamo Press, 31 dicembre 2022, “Manifestazioni per Cospito e Beniamino”.
Commenti più recenti