All’Aifa denunciati 758 decessi dopo il vaccino Covid

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Il rapporto dell’AIFA, pubblicato lo scorso 9 febbraio 2022, dopo tre mesi di oscuramento dei dati sull’andamento degli effetti avversi connessi alla “vaccinazioneanti Covid, non può omettere di rivelare la presenza di « 758 segnalazioni gravi che riportano l’esito di “decesso” ».

Naturalmente l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, prova subito a sminuire il dato: si tratta appena di « 0,7 eventi con esito fatale segnalati ogni 100.000 dosi somministrate », scrive!

Il calcolo della percentuale infausta sulle dosi e non sui soggetti è un’altra furberia per sminuire la gravità di questa informazione.

Per sgombrare il campo dalle aspettative del lettore, precisiamo che tale rapporto inizia così: « I vaccini per il COVID-19 rappresentano una delle armi più efficaci per il contenimento della pandemia ». Viene da domandarsi sulla credibilità e terziarità che un rapporto sulla sicurezza della terapia antivirale può avere con questa premessa.

L’AIFA ammette 22 decessi certamente correlati e altri 175 temporalmente compatibili con la “vaccinazione” anti Covid

Poi comunque, dopo aver ammesso di avere sinora studiato solo circa il 75% dei casi denunciati, rivela che ne « sono risultati correlabili 22 (3,8%) ». Ammette pure, l’AIFA, che in 175 casi, ovvero « il 30,2% (dei casi esaminati, NdR) la valutazione fornisce esito “indeterminato” ».

Nel criptico linguaggio burocratico, ciò vuol dire: « l’associazione temporale è compatibile, ma le prove non sono sufficienti a supportare un nesso di causalità ». Insomma, il decesso è avvenuto pochi minuti o ore dopo l’inoculazione del farmaco, ma non ci sono prove che non sia una sfortunata coincidenza.

Curiosa la circostanza che la decriptazione di tale termine non avvenga nel “Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 ( 27/12/2020 – 26/12/2021 )” ma solo nei rapporti mensili la cui pubblicazione è cessata per un caso sconosciuto lo scorso settembre 2021.

Nei soggetti che già soffrivano di altre patologie, l’AIFA giustifica spesso gli effetti fatali con « eventi avversi sistemici correlabili alla vaccinazione (iperpiressia, vomito), che hanno innescato uno scompenso delle condizioni cliniche fino al decesso ». Insomma il vaccino non uccide, al più da una “spinta gentile” verso la tomba a chi già è sofferente di suo ma, magari, avrebbe vissuto per anni ed anni ancora.

Invece, aggiunge, « i casi osservati in soggetti sani sono per lo più ascrivibili a eventi avversi gravi molto rari, come le reazioni anafilattiche e la trombocitopenia e trombosi immuno-mediata indotta da vaccino ».

Il rapporto AIFA poco credibile: tenta solo assicurare sicurezza

Ci saremmo aspettati che, per questi casi 22 correlabili e per gli altri 175 “sospetti” causa“nesso temporale”, l’AIFA avesse fornito un maggior numero di dettagli di circostanze.

Ma la nostra ingenuità cozza con la “serietà” dell’Ente governativo che corrisponde al nome di AIFA.

Il rapporto AIFA, infatti, dedica le sue 110 pagine solo a ribadire che il “vaccino”, quale esso sia, è sicuro. Tenta di “smontare” ogni dubbio su rischi connessi a gravidanza, allattamento, miocarditi, trombosi, ecc.

La sostanza è: dopo il vaccino ci sono casi avversi, anche gravi? Qualcuno è morto? Non c’è correlazione, ovvero, statisticamente, erano casi che sarebbero accaduti anche se il soggetto non si fosse vaccinato.

Fonti e Note:

[1] Scarica da qui il PDF integrale dell’AIFA, “ Rapporto annuale sulla sicurezza dei vaccini anti-COVID-19 ( 27/12/2020 – 26/12/2021 ) ”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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