Antigone: il decreto Caivano non è una soluzione educativa
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 15 settembre 2023, del testo del cosiddetto “decreto Caivano” emanato dal governo conservatore guidato dal primo ministro Giorgia Meloni, proseguono i commenti negativi da parte della società civile.
Tra quelli di maggiore autorevolezza è individuabile quello dell’associazione Antigone.
Nel merito, i giuristi di Antigone contestano l’introduzione della nuova fattispecie di reato di “inosservanza dell’obbligo dell’istruzione dei minori”. Spiegano, in proposito, come « tali disposizioni sono del tutto prive di efficacia preventiva, [poiché] i contesti degradati, o ancor più quelli legati alla criminalità organizzata, nei quali si matura generalmente la dispersione scolastica non sono permeabili alla minaccia di sanzioni che spesso neanche comprendono ».
Secondo Antigone, piuttosto, per i giovani « necessitano di interventi sociali ed educativi sul territorio ».
In secondo luogo, Antigone ricorda al governo conservatore Meloni come « oggi, a fronte di oltre 14.000 giovani in carico ai servizi della giustizia minorile, sono 426 – poco più del 3% – i detenuti nei diciassetti Istituti Penali per Minorenni (Ipm) d’Italia [e che] i numeri contenuti permettono agli operatori di mantenere un’attenzione individualizzata ai giovani detenuti, sostenendoli nel proprio singolo percorso ».
Ciò premesso, i giuristi di Antigone contestano « l’espansione dell’azione punitiva proposta nel decreto Caivano a scapito dell’approccio educativo verso i giovani ».
Un’azione repressivo – punitiva peraltro sproporzionata all’effettivo pericolo rappresentato dai giovani ma che nasce semplicemente « sulla base di allarmi generati da fatti di cronaca che incidono fortemente sulla pubblica emotività, ma in assenza di alcuna emergenza oggettiva legata alla criminalità minorile ».
Un azione che rischia di essere incompresa, peraltro, nel momento stesso in cui il partito del primo ministro Meloni, Fratelli d’Italia, sta sostenendo in parlamento una proposta di legge di segno opposto: una legge salva-aguzzini!
Antigone: per i giovani la soluzione non è il carcere
Secondo Antigone, in conclusione, la strada da percorrere è quella opposta: « bisognerebbe riflettere ancora più a fondo sulla considerazione dei bisogni propri dei giovani, codificandoli anche in ambito sostanziale con un codice penale specifico per i minorenni ». Cercando « soluzioni che non richiedano il passaggio in carcere, sempre traumatico per il giovane » ma, piuttosto, continui ad individuare nei soggiorni « in comunità » il modello educativo per i minori.
Noi aggiungeremmo, per come recentemente sostenuto in un Forum mondiale sulla violenza urbana svoltosi a Madrid: “una società giusta e inclusiva vince sulla violenza“!
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Fonti e Note:
[1] Antigone, 29 settembre 2023, “Il nostro documento sul decreto legge Caivano”.
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