Antispecismo e critica al capitalismo: un’unica lotta

Donna partecipa a manifestazione antispecista mostrando cartello: Liberazione animale!

Alla base di molte questioni contemporanee, quali l’antispecismo, vi è una domanda apparentemente semplice: l’uomo è un animale? La risposta è sì. Biologicamente, l’essere umano è parte del regno animale e condivide con gli altri esseri viventi un comune processo evolutivo (Darwin, 1859; Margulis & Sagan, 1995).

Eppure, la cultura occidentale ha costruito un confine artificiale tra umano e non-umano, immaginando l’uomo come qualcosa di separato, speciale, dotato di una “essenza” superiore. Questo dualismo ha radici nel pensiero cartesiano e nella tradizione giudaico-cristiana, che hanno posto l’uomo al centro della creazione (Descartes, 1637; White, 1967).

Questa distinzione ha avuto conseguenze profonde: ha giustificato il dominio dell’uomo sulla natura e ha alimentato una logica di sfruttamento. Oggi, le scienze ecologiche e biologiche mostrano che l’essere umano è parte di un sistema interconnesso e che la separazione tra natura e cultura è insostenibile (Haraway, 1991; Latour, 2004).

Perché dobbiamo rispettare l’altro?

Il rispetto dell’altro – che sia un altro essere umano, un animale o la natura stessa – non è solo una questione morale, ma una necessità materiale. Siamo interdipendenti: nessun individuo esiste isolatamente, nessuna specie sopravvive da sola.

Le scienze ecologiche dimostrano che la vita è un intreccio di relazioni e che gli ecosistemi funzionano grazie alla cooperazione tra organismi (Capra, 1996). Lo stesso principio si applica alle società umane: gli studi di economia solidale e cooperativa mostrano che i sistemi basati sulla collaborazione sono più resilienti (Ostrom, 1990).

Il rispetto dell’altro, quindi, non è solo un imperativo etico, ma una necessità scientifica e materiale. Se continuiamo a sfruttare la natura come una risorsa infinita, distruggeremo il nostro stesso habitat (Steffen et al., 2015). Se accettiamo la disuguaglianza come inevitabile, condanniamo milioni di persone a una vita di precarietà e sofferenza (Stiglitz, 2012).

Il capitalismo e la frattura tra umano e natura

Il capitalismo non si limita a produrre crisi economiche ed ecologiche: esso genera anche una crisi nelle relazioni tra gli esseri umani e tra l’uomo e la natura. Il modello capitalistico, basato sul profitto e sulla crescita illimitata, ha esasperato una visione antropocentrica che vede la natura come un semplice serbatoio di risorse da sfruttare (Moore, 2015). Questa separazione ha portato a quella che Marx chiamava “frattura metabolica”, ovvero il progressivo squilibrio tra le attività umane e i cicli naturali della biosfera (Foster, 2000).

L’urbanizzazione forzata, l’industrializzazione dell’agricoltura e la distruzione degli ecosistemi hanno non solo devastato il pianeta, ma anche alterato profondamente la percezione del nostro posto nel mondo naturale.

In questa logica, gli animali sono ridotti a merci: il sistema capitalistico ha perfezionato la loro reificazione, facendoli diventare puro ingranaggio della macchina produttiva. L’industria della carne e dei derivati animali, in particolare, non è solo un’aberrazione etica, ma una manifestazione esemplare di un sistema che tratta ogni essere vivente come un oggetto da valorizzare economicamente (Mason & Singer, 1990).

Antispecismo e critica al capitalismo

L’antispecismo nasce come rifiuto della gerarchia tra le specie e della violenza sistematica inflitta agli animali. Ma può rimanere un’etica individuale o deve trasformarsi in un discorso politico?

La risposta sta nel riconoscere che il dominio sull’animale e il dominio sull’uomo sono due facce della stessa medaglia: il sistema che sfrutta i corpi degli animali non umani è lo stesso che mercifica il lavoro umano e distrugge gli equilibri ecologici (Dunayer, 2004).

Il capitalismo ha perfezionato la separazione tra umano e non-umano, creando un sistema in cui la violenza sugli animali è invisibilizzata e normalizzata.

Gli allevamenti intensivi e la sperimentazione animale sono esempi di come la razionalità economica giustifichi lo sfruttamento dei corpi viventi in nome del profitto (Francione, 2008). Ma questa logica non si ferma agli animali: lo stesso meccanismo di oggettivazione si applica ai lavoratori precari, ai popoli indigeni espropriati delle loro terre, ai migranti sfruttati nei campi agricoli (Patel & Moore, 2017).

Comprendere l’intreccio tra antispecismo e critica al capitalismo significa rifiutare la visione riduzionista che vede lo sfruttamento animale come un problema isolato. Non basta rifiutare il consumo di prodotti animali se non si combatte la logica sistemica che produce quel tipo di sfruttamento. L’antispecismo diventa così parte di una lotta più ampia per la giustizia sociale ed ecologica, che include la critica al modo di produzione capitalistico.

Ripensare le relazioni: oltre l’antropocentrismo

Se vogliamo ricomporre la frattura tra umano e natura, dobbiamo ripensare le relazioni su cui si fonda il nostro modello di società.

Il capitalismo ci ha insegnato a vedere ogni relazione in termini di valore di scambio, ma esistono modi diversi di intendere il rapporto tra gli esseri viventi. Modelli economici basati sulla cooperazione e sulla cura, come quelli proposti dall’ecologia sociale di Bookchin (1986) o dall’economia dei beni comuni di Ostrom (1990) [1], offrono alternative concrete alla logica del dominio e dello sfruttamento.

Riconoscere la continuità tra l’uomo e gli altri esseri viventi non significa solo rivedere le nostre abitudini alimentari o i nostri consumi, ma cambiare il modo in cui organizziamo la società. La lotta antispecista [2] [3] [4] non può limitarsi a una questione etica individuale: essa deve essere parte di un progetto di trasformazione sociale, che metta in discussione il capitalismo come sistema di dominio e sfruttamento generalizzato.

Solo superando la logica del profitto e della mercificazione potremo costruire una società in cui la relazione tra gli esseri umani e con la natura non sia più fondata sulla violenza, ma sulla coesistenza e sul rispetto reciproco. Oltre il capitalismo, oltre l’antropocentrismo, verso un mondo in cui la crisi non sia più la norma, ma un ricordo del passato.

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Fonti e Note:

Credits: Foto di Chuko Cribb su Unsplash.

[1] Wikipedia, “La Gouvernance des biens communs : Pour une nouvelle approche des ressources naturelles“.

[2] Rivoluzione Anarchica, 22 giugno 2024, “Il punto sull’antispecismo”.

[3] Gen V, “Per l’Umanità”.

[4] Movimento Antipecista.

Illustrazione antispecista che rapporta lo specismo al sessismo e al razzismo,

Bibliografia

  • Bookchin, M. (1986). The Ecology of Freedom: The Emergence and Dissolution of Hierarchy
  • Capra, F. (1996). The Web of Life: A New Scientific Understanding of Living Systems
  • Darwin, C. (1859). On the Origin of Species
  • Descartes, R. (1637). Discours de la méthode.
  • Dunayer, J. (2004). Speciesism
  • Francione, G. L. (2008). Animals as Persons: Essays on the Abolition of Animal Exploitation
  • Foster, J. B. (2000). Marx’s Ecology: Materialism and Nature
  • Haraway, D. (1991). Simians, Cyborgs, and Women: The Reinvention of Nature Harvey, D. (2005). A Brief History of Neoliberalism
  • Latour, B. (2004). Politics of Nature: How to Bring the Sciences into Democracy
  • Margulis, L., & Sagan, D. (1995). What is Life?
  • Marx, K. (1844). Ökonomisch-philosophische Manuskripte
  • Mason, J., & Singer, P. (1990). Animal Factories
  • Moore, J. W. (2015). Capitalism in the Web of Life: Ecology and the Accumulation of Capital
  • Ostrom, E. (1990). Governing the Commons: The Evolution of Institutions for Collective Action
  • Patel, R., & Moore, J. W. (2017). A History of the World in Seven Cheap Things
  • Sen, A. (1999). Development as Freedom
  • Steffen, W., Crutzen, P. J., & McNeill, J. R. (2015). The Anthropocene: Are Humans Now Overwhelming the Great Forces of Nature?
  • Stiglitz, J. E. (2012). The Price of Inequality: How Today’s Divided Society Endangers Our Future
  • White, L. (1967). The Historical Roots of Our Ecologic Crisis

Articolo scritto integralmente dall’IA in risposta a domande dell’autore

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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