L’app Briar: messaggi sicuri, privacy garantita

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Viviamo in un’epoca in cui scambiare messaggi è più facile che respirare. Un clic, un tocco, e ci sentiamo connessi. Ma chi sta davvero ascoltando ciò che diciamo? La privacy nelle conversazioni digitali è diventata un lusso difficile da mantenere. Oggi esploreremo come Briar possa offrire una risposta a questa preoccupazione.

La risposta, per chi ha il coraggio di cercarla, tuttavia è scomoda: in generale, non siamo mai soli in chat. Le nostre conversazioni private, quelle che dovrebbero restare tra noi e la persona a cui le inviamo, possono essere archiviate, lette, analizzate, vendute e usate contro di noi. Non è paranoia. È la realtà.

Il lato oscuro delle app più usate

Oltre cinque miliardi di persone hanno installato WhatsApp e Facebook Messenger. Telegram supera il miliardo. Sono numeri da imperi. E come ogni impero, queste piattaforme raccolgono potere tramite i nostri dati. Anche se usano (parzialmente) la crittografia, esistono buchi enormi nella protezione degli utenti.

WhatsApp, ad esempio, salva i messaggi in chiaro se si attiva il backup su Google Drive. Inoltre, gli allegati come documenti (PDF, DOC) e immagini vengono salvati in chiaro sul dispositivo.

🔍 Verifica tu stesso

Per controllare dove sono archiviati questi file [1]:

  • WhatsApp: Apri l’app “File” o “Gestore File” sul tuo dispositivo Android. Naviga in Memoria interna > WhatsApp > Media. Qui troverai cartelle come WhatsApp Documents e WhatsApp Images contenenti i file ricevuti.
  • Telegram: I file scaricati si trovano in Memoria interna > Telegram > Telegram Documents o Telegram Images. Puoi anche accedere alla sezione Download all’interno dell’app per gestirli.

Messenger, di proprietà Meta, non cifra nemmeno di default. Tutto quello che scrivi può essere letto e profilato. Telegram, da parte sua, non cifra le chat normali end-to-end, e nel tempo ha dimostrato diverse ambiguità nella gestione dei dati e profilato.

Il caso Paragon: quando la sorveglianza diventa realtà

Ricordi il caso Paragon ? Un’azienda israeliana, Paragon Solutions, ha sviluppato lo spyware Graphite, utilizzato per sorvegliare giornalisti e attivisti. In Italia, tra le vittime figurano Francesco Cancellato, direttore di Fanpage, e Luca Casarini dell’ONG Mediterranea Saving Humans. Entrambi hanno ricevuto notifiche da WhatsApp che li informavano di essere stati presi di mira da uno spyware [2] [3].

Organizzazioni come il Committee to Protect Journalists hanno denunciato l’attacco come una grave violazione dei diritti dei giornalisti. Il governo italiano ha inizialmente negato il coinvolgimento, ma successivamente ha ammesso l’uso dello spyware, sostenendo che non fosse stato impiegato contro giornalisti o attivisti. Tuttavia, Paragon ha rescisso il contratto con l’Italia a seguito delle controversie.

Signal: il meglio del mainstream, ma non è abbastanza

Signal è considerata l’app più sicura tra quelle “grandi”. È open source, gratuita, non vende dati, e cifra davvero ogni messaggio. Ma c’è un problema non trascurabile: serve un numero di telefono per registrarsi. E il numero, anche se non visibile, è un’identità tracciabile. Inoltre, l’app ha limiti nella sincronizzazione e nella gestione di backup: chi non ha competenze può facilmente creare copie non cifrate delle proprie conversazioni.

Signal è un passo avanti, senza dubbio. Ma per chi vuole anonimato vero, non basta. Serve di più.

Le vere alternative che (quasi) nessuno ti nomina

Esistono app pensate davvero per garantire anonimato, sicurezza, decentralizzazione. Il problema? Nessuna azienda con miliardi alle spalle ha interesse a promuoverle. Nessun media mainstream ne parla. Eppure ci sono.

Teleguard, sviluppata in Svizzera, promette riservatezza ma ha un grande limite: il codice è chiuso, e quindi non verificabile da terze parti. Dobbiamo credergli sulla fiducia. E in questo campo, la fiducia cieca è pericolosa.

Threema è una perla svizzera, davvero ben fatta: codice open source, niente numeri di telefono, nessuna profilazione. Ma è a pagamento (circa 5 euro una tantum). E questo per molti utenti è ancora un ostacolo, anche se parliamo del prezzo di un caffè per la libertà.

Session, basata su rete Tor, è un altro nome da tenere d’occhio. Totalmente anonima, niente numero, niente mail, niente cloud. Ma ha ancora problemi di gioventù: lentezza, instabilità, mancanza di funzioni evolute. E poi c’è Briar.

L’app Briar: la messaggistica senza padroni

Briar è qualcosa di diverso. Radicale. Controcorrente. È un’app progettata per resistere a sorveglianza, censura, black-out di Internet. Funziona senza server centrali. I messaggi passano solo tra dispositivi, tramite Wi-Fi diretto, Bluetooth, o la rete Tor. Non serve alcun numero, né mail, né ID. Nessun dato personale. Solo tu e chi vuoi raggiungere.

In Briar non c’è backup. Nessun cloud. Se perdi il telefono, perdi tutto. Ma è il prezzo della vera sicurezza. I messaggi sono cifrati localmente, e nemmeno chi entra nel tuo telefono può leggerli senza il codice di sblocco.

Nessuna funzione “di lusso”: niente chiamate, niente video, niente adesivi animati. Ma massima riservatezza. E per chi è stanco di essere spiato, è tutto ciò che serve.

Non è solo chat: l’app Briar è uno strumento di resistenza

Oltre alle chat private, Briar offre gruppi riservati dove i partecipanti non vedono l’identità degli altri, forum aperti tramite link, e persino un sistema di blog distribuito. Tutto funziona anche offline, in rete mesh.

Le notifiche possono essere disattivate o nascoste. E se serve, puoi attivare il blocco schermo automatico quando metti giù il telefono. C’è persino un pulsante panico, pensato per cancellare tutto in fretta. Anche se oggi, va detto, questa funzione non è ancora pienamente funzionante su tutti i dispositivi Android.

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Briar vs. Signal – Un confronto tecnico

Quando si tratta di messaggistica sicura, due delle app più apprezzate sono Briar e Signal. Sebbene entrambe offrano una crittografia end-to-end, che garantisce che solo il destinatario possa leggere i messaggi, le due applicazioni si differenziano significativamente in termini di sicurezza, privacy e funzionalità. Vediamo perché scegliere Briar possa essere una scelta migliore per chi cerca un livello superiore di protezione.

Briar: crittografia e anonimato avanzati

Briar offre un modello peer-to-peer (P2P), il che significa che i messaggi vengono inviati direttamente tra i dispositivi degli utenti, senza passare per server centrali. Questo approccio elimina il rischio che i messaggi vengano intercettati da server vulnerabili o da terze parti che possiedono i dati. La crittografia end-to-end di Briar garantisce che solo il destinatario possa leggere il contenuto del messaggio, impedendo a chiunque altro, anche a Briar stessa, di accedere ai dati.

Inoltre, Briar si avvale della rete Tor, un sistema di anonimato che instrada il traffico attraverso diversi nodi, mascherando l’indirizzo IP dell’utente e rendendo più difficile tracciarlo. Grazie a Tor, le comunicazioni sono davvero sicure, senza che il fornitore del servizio possa sapere chi stai comunicando o cosa stai dicendo.

A differenza di Signal, Briar non richiede l’inserimento di un numero di telefono o di un indirizzo email per l’attivazione. Questo approccio riduce la possibilità di raccolta di dati personali e rende più difficile l’identificazione dell’utente.

Infine, un aspetto davvero utile di Briar è la sua capacità di funzionare offline, utilizzando Bluetooth o Wi-Fi Direct. In questo modo, anche senza connessione a Internet, puoi continuare a comunicare in modo sicuro, una funzione che può risultare fondamentale in ambienti con connessioni limitate o durante situazioni di censura.

Va precisato che Briar attualmente non è disponibile per iOS.

Signal: crittografia, ma non senza compromessi

Signal è una delle app più conosciute quando si parla di messaggistica sicura. La sua principale caratteristica è la crittografia end-to-end, che impedisce a terzi di leggere i messaggi. Tuttavia, a differenza di Briar, Signal richiede l’inserimento di un numero di telefono per l’attivazione dell’account. Questo può rappresentare un rischio per la privacy, poiché il numero di telefono è un dato facilmente tracciabile, e potrebbe essere utilizzato per collegare le tue comunicazioni alla tua identità nel mondo reale.

Inoltre, Signal non supporta il modello peer-to-peer e non utilizza la rete Tor per l’anonimato. Sebbene i messaggi siano criptati, il fatto che Signal dipenda da server centrali significa che esiste sempre il rischio che i dati possano essere vulnerabili a un attacco, o che terze parti possano raccoglierli.

Briar come funziona

In sintesi:

CaratteristicaBriarSignal
Crittografia end-to-end✅ Sì✅ Sì
Peer-to-peer✅ Sì❌ No
Utilizzo di Tor✅ Sì❌ No
Registrazione richiesta❌ No (nessuna registrazione)✅ Sì (numero di telefono)
Funzionamento offline✅ Bluetooth / Wi-Fi Direct❌ No

Dove scaricare l’app Briar: Sito ufficiale, F-Droid o Google Play?

La fonte da cui si scarica Briar può fare la differenza, soprattutto in termini di privacy, sicurezza e semplicità d’uso. Vediamo come cambiano le cose se si scarica Briar da uno dei seguenti canali: il sito ufficiale di Briar (APK), F-Droid (APK) o Google Play Store.

1. Sito Ufficiale di Briar (APK)

Scaricare Briar direttamente dal sito ufficiale (briarproject.org) ti garantisce il massimo controllo su ciò che stai installando. L’APK che scarichi proviene direttamente dagli sviluppatori, senza passaggi intermedi.

Vantaggi:

  • Sicurezza e Integrità del Software: L’APK proviene direttamente dal team di sviluppo, quindi non c’è rischio che venga alterato o manipolato da terze parti.
  • Privacy: Non c’è alcun intermediario che raccoglie dati su cosa stai scaricando. Inoltre, scaricare direttamente dal sito ufficiale ti permette di evitare qualsiasi possibile tracciamento legato a un’app store.
  • Semplicità: Il processo di installazione è un po’ più tecnico rispetto agli altri canali, poiché dovrai abilitare l’installazione di app da “fonti sconosciute” nelle impostazioni del tuo telefono, il che potrebbe essere un ostacolo per utenti meno esperti.

Svantaggi:

  • Semplicità d’Uso: L’installazione manuale del file APK è meno semplice rispetto a scaricare direttamente da un app store. Se non sei esperto, potresti incontrare delle difficoltà, e l’APK potrebbe non essere sempre aggiornato automaticamente, richiedendo interventi manuali ogni volta che ci sono nuovi aggiornamenti.

2. F-Droid (APK)

F-Droid è un’app store alternativo che distribuisce esclusivamente software open-source, garantendo la sicurezza e la trasparenza del codice. Scaricare Briar da F-Droid è un’opzione molto valida per chi vuole evitare l’uso del Google Play Store, ma preferisce non dover scaricare l’APK manualmente dal sito.

Vantaggi:

  • Privacy: F-Droid è noto per la sua politica di privacy. Non traccia gli utenti, non richiede alcuna registrazione e non monitora le attività di download, quindi non c’è rischio che i tuoi dati vengano raccolti da terze parti.
  • Sicurezza: F-Droid esegue una revisione rigorosa delle app che distribuisce, verificando che siano sicure e libere da malware. Inoltre, le app su F-Droid vengono aggiornate tramite il sistema dell’app store stesso, quindi puoi ricevere notifiche automatiche sugli aggiornamenti.
  • Semplicità d’Uso: F-Droid rende facile l’installazione e l’aggiornamento automatico delle app. Non devi preoccuparti di gestire manualmente l’APK o abilitare le fonti sconosciute.

Svantaggi:

  • Aggiornamenti Ritardati: Sebbene F-Droid sia una fonte sicura, potrebbe esserci un leggero ritardo nel rilascio degli aggiornamenti rispetto al sito ufficiale o al Play Store, poiché F-Droid deve verificare e approvare ogni nuova versione.
  • Rete di distribuzione limitata: F-Droid potrebbe non essere facilmente accessibile in alcune regioni o dispositivi, poiché richiede l’installazione dell’app F-Droid stessa.

3. Google Play Store

Scaricare Briar dal Google Play Store è senza dubbio la scelta più semplice, in quanto non richiede operazioni manuali di configurazione o gestione di APK. Tuttavia, ci sono delle considerazioni importanti da fare riguardo alla privacy.

Vantaggi:

  • Semplicità d’Uso: È il metodo più facile e veloce. Basta cercare l’app nel Play Store, scaricarla e aggiornarla automaticamente quando ci sono nuove versioni.
  • Sicurezza: Sebbene Google Play Store esegua una scansione di sicurezza di ogni app (tramite Play Protect), non è immune da rischi, poiché le app possono essere soggette a compromissioni e aggiornamenti senza il controllo totale degli sviluppatori.
  • Supporto: Il Play Store garantisce supporto tramite Google, che offre un certo livello di affidabilità nell’installazione delle app.

Svantaggi:

  • Privacy: Google ha una lunga storia di raccolta di dati sugli utenti. Sebbene Briar stesso non tracci gli utenti, l’installazione tramite il Play Store significa che Google ha accesso a dati come il tuo indirizzo IP, la tua posizione e informazioni sull’uso del dispositivo. Questo potrebbe compromettere la privacy, anche se non c’è una raccolta diretta dei contenuti della comunicazione di Briar.
  • Maggiori Rischi di Censura: Anche se improbabile, c’è sempre la possibilità che Google rimuova o sospenda un’app che non si allinea con le sue politiche aziendali. Briar potrebbe quindi essere meno resistente alla censura se fosse distribuito tramite Google Play.

Se sei un utente che privilegia la privacy sopra ogni cosa, scaricare Briar dal sito ufficiale o da F-Droid è la scelta migliore. Entrambe le opzioni minimizzano i rischi legati a tracciamenti e raccolta di dati. Se, invece, cerchi la semplicità e l’aggiornamento automatico, Google Play Store è l’opzione più comoda, sia pure con alcuni compromessi sulla privacy.

In generale, per chi è particolarmente attento alla privacy e alla sicurezza, F-Droid rappresenta una delle migliori soluzioni, poiché offre un buon equilibrio tra sicurezza, privacy e facilità d’uso.

Riepilogo delle Differenze

Canale di downloadPrivacySicurezzaSemplicità
Sito Ufficiale (APK)Alta (nessun intermediario)Alta (controllo diretto da parte degli sviluppatori)Bassa (richiede configurazione manuale)
F-Droid (APK)Molto alta (no tracciamento, open-source)Alta (verifica delle app da parte di F-Droid)Media (richiede F-Droid, aggiornamenti automatici)
Google Play StoreBassa (raccoglie dati tramite Google)Media (Google Play Protect, ma dipende da Google)Molto alta (facile e veloce, aggiornamenti automatici)

Come si configura l’app Briar (e come si usa)

Configurare Briar è semplice. Dove averla scaricarla dal sito ufficiale (briarproject.org) o dallo store F-Droid o dal classico Play Store, si imposta un nome (anche falso, un nike), un codice di sblocco, e si parte. Nessun numero, nessuna verifica.

Per aggiungere un contatto, puoi:

  • Scansionare reciprocamente il QR code di persona (massima sicurezza),
  • Oppure mandare un invito remoto tramite rete Tor.

I dispositivi si accoppiano in modo permanente, e i messaggi viaggiano solo tra chi è stato autorizzato. Nessun altro può vederli.

Acccoppiamento Briar

Il tuo server privato: Briar Mailbox

Cosa succede se sei offline? L’app Briar ha pensato anche a questo. Puoi installare su un altro telefono Android l’app Briar Mailbox: una sorta di “cassetta postale personale” che riceve messaggi cifrati destinati a te, e te li consegna non appena torni online.

Nessuno può leggere quei messaggi. Nemmeno Mailbox. Dopo la consegna, il messaggio scompare per sempre. Non viene archiviato, copiato, venduto, trattenuto. È un deposito temporaneo, crittografato, autodistruttivo.

L’ideale è usare un vecchio smartphone, sempre acceso e connesso. Non serve altro. Non servono server esterni. Briar diventa, così, il primo vero sistema di comunicazione autonoma e distribuita.

La scelta è tua. Ma falla adesso

Ogni giorno in cui usi WhatsApp, Messenger o Telegram stai regalando informazioni, abitudini, opinioni a entità che non conosci. Stai contribuendo a un sistema che si nutre della tua vita privata.

Non serve essere attivisti, dissidenti o giornalisti per voler difendere la propria libertà digitale. Basta essere persone. Persone che hanno diritto a parlare senza essere spiate.

Prova l’app Briar. Fallo per te. E poi, parlane a un amico. A un collega. Ai tuoi genitori, ai tuoi figli. Insegna loro che la tecnologia può essere libera, se scegliamo di usarla così.

Per una volta, non aspettare che siano gli altri a iniziare. Comincia tu. Ogni giorno in cui scegli di proteggere la tua privacy, stai contribuendo a una società più libera e consapevole. Non lasciare che altri decidano per te come vivere nel mondo digitale.

Ecco un’ultima tabella per eliminare ogni tua perplessità.

CaratteristicaWhatsAppTelegramMessengerBriar
Sicurezza🟡 E2E (solo nelle chat 1:1 e chiamate)🟡 E2E (solo in “Chat segrete”)🔴 E2E opzionale (tracciamento Meta)🟢 E2E sempre attiva, No Metadati
Privacy (P2P)🔴 No P2P (server Meta)🔴 No P2P (server centralizzati)🔴No P2P (server Meta)🟢 P2P diretto, no server
Anonimato🔴 numero telefono obbligatorio🔴 numero telefono obbligatorio🔴 account Facebook obbligatorio🟢 nessun ID (+ opzionale Tor)
Semplicità d’uso🟢 Intuitivo🟢 Molte funzioni e intuitive🟢 Integrato in Facebook🟡 Richiede configurazione
Funzionamento offline🔴 No🔴 No🔴 No🟢 Sincronizzazione Bluetooth/Wi-Fi diretta
Infrastruttura🔴 Server centralizzato, Meta🔴 Server centralizzato🔴 Server centralizzato, Meta🟢 P2P + Tor, (decentralizzato)
Resistenza censura🔴 Facilmente bloccabile🟡 (supporta proxy)🔴 Facilmente bloccabile🟢 usa P2P + Tor
Backup🟡 Backup cloud non cifrati🟡 Backup non E2E🔴 Backup su server Meta🟢 Backup locale, cifrato
Multi-device🟡 Max 4 dispositivi collegati🟢Illimitati, sincronizzati🟡 Dipende da account Facebook🔴 Solo 1 dispositivo principale
Funzionalità extra🟢 Chiamate, stati, condivisione file🟢 Bot, canali, file fino 2GB🟡 Giochi, marketplace🟡 Forum/blog

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Fonti e Note:

[1] CoolMuster, 28 febbraio 2024, “[Guida completa] Dove sono archiviati i messaggi di WhatsApp sul tuo dispositivo?”.

[2] CILD, 28 marzo 2025, Marco Biondi, “Spyware di Stato: Paragon e la sorveglianza politica contro Mediterranea”.

[3] Valigia Blu, 10 febbraio 2025m Carola Frediani “Il caso Paragon, il governo e i giornalisti e gli attivisti spiati tramite Whatsapp”.

📚 Glossario essenziale

App decentralizzata

Applicazione che non dipende da un unico server centrale o azienda. I dati viaggiano tra utenti, oppure su reti distribuite (come la Rete Tor). Questo rende l’app più resistente a censura, sorveglianza e attacchi.

Backup in chiaro

Copia di sicurezza dei messaggi che non è protetta da crittografia, e che quindi è facilmente leggibile da terzi, inclusi operatori di servizi cloud e, in alcuni casi, enti governativi. Ad esempio, se si attiva il backup di WhatsApp su Google Drive o iCloud, i messaggi potrebbero essere salvati in forma non cifrata. Questo significa che, anche se i messaggi sono criptati durante la trasmissione, la copia di backup potrebbe essere vulnerabile, esponendo i dati a chiunque abbia accesso al servizio di backup.

Crittografia

Sistema che trasforma un messaggio leggibile in un codice incomprensibile per chi non possiede la “chiave” per decifrarlo. È essenziale per proteggere la privacy durante la trasmissione o l’archiviazione dei dati. Esistono due tipi principali di crittografia:

  • Crittografia end-to-end (E2E): Solo il mittente e il destinatario possono leggere il messaggio. Neppure il server dell’app può farlo. Ad esempio, WhatsApp utilizza la crittografia E2E, il che significa che anche se i messaggi passano attraverso i server di WhatsApp, nessuno, nemmeno WhatsApp, può leggerli.
  • Crittografia client-server: I dati sono protetti durante il transito, ma possono essere letti dal server che li riceve o conserva. Ad esempio, molte app di messaggistica non cifrano i dati fino a destinazione, permettendo ai server di accedere al contenuto dei messaggi.

Identità digitale

L’identità digitale comprende tutti i dati che ti identificano online. Anche senza usare il tuo nome, l’insieme di questi elementi basta per sapere chi sei. I dati principali includono:

  • Numero di telefono
  • Email
  • Indirizzo IP
  • ID del dispositivo

Anche se non scrivi esplicitamente il tuo nome, questi dati possono essere combinati per ricostruire la tua identità online. Ad esempio, l’indirizzo IP è legato al tuo provider telefonico o Internet Service Provider (ISP), come TIM, Vodafone, ecc. Questo significa che, conoscendo il tuo IP, si può risalire al tuo fornitore di connessione e, a sua volta, identificarti legalmente o tracciare le tue attività online.

In Italia, l’acquisto di un telefono mobile è soggetto a obblighi di registrazione per motivi fiscali e di sicurezza. Quando acquisti un dispositivo, il rivenditore è tenuto a raccogliere e conservare alcuni dati personali, tra cui:

  • Documento di identità valido (ad esempio, carta d’identità o passaporto)
  • Codice fiscale del cliente
  • Dati del dispositivo, come il numero IMEI (International Mobile Equipment Identity), che è un identificatore unico del telefono.

Questi dati vengono registrati per adempiere agli obblighi fiscali e di sicurezza previsti dalla normativa italiana, in particolare dalla legge n. 167 del 20 novembre 2017, che stabilisce che i rivenditori di telefoni mobili devono raccogliere e conservare i dati identificativi dei clienti e dei dispositivi venduti. Questi dati possono essere utilizzati dalle autorità competenti per scopi di sicurezza e per la prevenzione e repressione dei reati.

👉 Maggiore è il numero di dati che riveli, più facilmente puoi essere tracciato. App come Briar, invece, evitano l’uso di qualsiasi elemento identificativo, compreso il numero di telefono, l’email e l’indirizzo IP.

ID del dispositivo

L’ID del dispositivo è un identificatore unico associato a ciascun apparecchio elettronico. Esistono diversi tipi di ID che possono essere utilizzati, tra cui:

  • IMEI (International Mobile Equipment Identity): È un codice univoco di 15 cifre che identifica ogni dispositivo mobile. L’IMEI viene registrato al momento dell’acquisto e utilizzato per tracciare e gestire il dispositivo, sia per motivi di garanzia che di sicurezza. In Italia, i rivenditori sono obbligati a raccogliere i dati del cliente e dell’IMEI al momento dell’acquisto e trasmetterli al provider telefonico, per conformarsi alle normative fiscali e di sicurezza. Questi dati sono utilizzati per attivare il servizio telefonico, ma non vengono automaticamente inviati alle forze dell’ordine. Tuttavia, in caso di denuncia di furto o di indagine, il provider può essere obbligato a condividere queste informazioni con le autorità competenti su richiesta ufficiale.
  • ID del dispositivo (Android ID, Apple ID): Un identificativo unico associato al sistema operativo del dispositivo, come l’Android ID per i dispositivi Android o l’ID dispositivo Apple per gli iPhone. Questi ID sono utilizzati dal sistema operativo per tracciare l’attività dell’utente e personalizzare l’esperienza, ma non sono registrati al momento dell’acquisto.

👉 Va notato che mentre l’IMEI è legato al dispositivo fisico e può essere utilizzato per motivi di sicurezza, l’ID del dispositivo è legato al software e può essere meno tracciabile.

Metadati

Informazioni “invisibili” che accompagnano ogni messaggio, come: dell’utente.

  • chi lo ha inviato,
  • a chi,
  • quando,
  • da dove.

Anche se un messaggio è cifrato, i metadati possono rivelare informazioni cruciali. Per esempio, la frequenza dei messaggi, la posizione geografica di invio, o anche la rete da cui sono stati inviati, possono essere utilizzati per tracciare l’attività e le abitudini di un utente. Alcune app, come Signal e Briar, riducono o nascondono i metadati per migliorare la privacy

Open source

Software il cui codice è pubblico, trasparente e accessibile a tutti. Questo permette ad esperti indipendenti di verificarne la sicurezza e l’assenza di “backdoor” (accessi nascosti). App come Briar, Signal e Threema sono open source.

Peer-to-peer (P2P)

Il modello peer-to-peer (P2P) consente la comunicazione diretta tra dispositivi senza la necessità di un server centrale. Ogni dispositivo funge sia da client che da server, aumentando la resilienza e la privacy delle comunicazioni.

Posizione IP

Ogni volta che ti connetti a Internet, il tuo dispositivo usa un indirizzo IP, una sorta di “targa” identificativa assegnata dal tuo provider di servizi Internet (ISP). Questo indirizzo può rivelare la tua posizione geografica approssimativa, come la città o l’area da cui ti connetti. Gli indirizzi IP possono essere utilizzati per tracciare gli spostamenti online e, in alcuni casi, collegare attività diverse a una stessa persona. App come Briar, che si connette tramite la rete Tor, nascondono l’indirizzo IP dell’utente per proteggere l’anonimato.

Provider (ISP)

Abbreviazione di Internet Service Provider, è l’azienda che fornisce l’accesso a Internet (es. TIM, Vodafone, Fastweb). Ogni volta che ti connetti a Internet, il tuo ISP è in grado di vedere cosa fai, da dove ti connetti e a che ora. In alcuni paesi, gli ISP sono obbligati a registrare l’attività di navigazione e a conservarla per un determinato periodo, per motivi di sicurezza o per rispondere a richieste legali da parte delle autorità. Alcuni ISP possono anche essere costretti a condividere queste informazioni con terzi. Usare app che nascondono il traffico, come Briar con Tor, può essere utile per tutelare la privacy..

Rete mesh

Sistema di connessione decentralizzato in cui i dispositivi comunicano direttamente tra loro (es. via Wi-Fi o Bluetooth), senza passare da Internet o da un server centrale. La rete mesh permette la comunicazione anche in assenza di connessione Internet o in caso di blackout digitale. Questo tipo di rete è utilizzato da app come Briar, che sfruttano la comunicazione diretta tra dispositivi, aumentando la resilienza e la privacy.

Rete Tor

Sigla di “The Onion Router”, è una rete che rende anonima la connessione a Internet, facendo rimbalzare i dati su più nodi cifrati in tutto il mondo. Tor è utilizzato da app come Briar e Session per proteggere l’identità dell’utente, nascondendo la posizione geografica e mascherando l’indirizzo IP. Questo rende più difficile per chiunque monitorare o tracciare l’attività online dell’utente.

Server centrale

Un server centrale è un computer remoto che gestisce le comunicazioni tra gli utenti in molte app di messaggistica (come WhatsApp o Telegram). Chi controlla il server potrebbe teoricamente accedere ai messaggi, specialmente se questi non sono cifrati end-to-end o vengono salvati in chiaro (ad esempio nei backup). Le app decentralizzate, come Briar, evitano l’uso di server centrali per migliorare la privacy e la sicurezza degli utenti.

Natale-Salvo-BN

Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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Una risposta

  1. Marco Giuseppe Toma ha detto:

    articolo:chiaro, dettagliato, ultra completo.Che mette in evidenza anche le ambiguità dei vari tipi di messaggistica,incluso il mitizzato Signal.E il fattore importante del mondo del ventunesimo secolo,che vive nell’utopia contraddittoria della totale libertà di informazione e comunicazione,ma tutte controllate dall’alto . Esperienza di questa app da provare e sperimentare.Unica notazione.Il sistema Tor può essere pericoloso per un motivo opposto,di essere tracciati in modo dispersivo e framed da utenti sconosciuti, proprio per le sue caratteristiche difensive e di anonimato(paradossalmente)

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