Argentina: il governo Milei criminalizza la protesta!
Le prove tecniche di dittatura di Milei in Argentina saranno stoppate in tempo ? A chi difende il neo presidente della destra libertaria argentina, risponde Miguel Julio Rodríguez Villafañe, una cui riflessione è pubblicata dall’edizione spagnola di Pressenza.
« Ha assunto poteri legislativi che non ha, né ha l’esecutivo nell’esercizio dell’emanazione di decreti di necessità e urgenza », scrive Miguel Julio Rodríguez Villafañe commentando il super Decreto presidenziale da poco approvato e facendo riferimento all’art. 99, comma 3, della Costituzione argentina.
Rodríguez Villafañe: il Patto di San José difende il diritto di manifestare
Poi, commentando il “protocollo” deliberato dal ministro per la sicurezza Patricia Bullrich, l’avvocato costituzionalista di Córdoba spiega: « il diritto di petizione alle autorità, inerente al diritto alla libertà di espressione, implica il diritto di riunione, mobilitazione e protesta sociale e, come tali, non dovrebbero essere criminalizzati o censurati. In Argentina sono diritti fondamentali che nascono anche dalla sovranità del Popolo (artt. 14, 32 e 33 Cost. Nazionale) ».
In proposito, Rodríguez Villafañe, ricorda l’articolo 15 della Convenzione americana sui diritti dell’uomo (Patto di San José) [2] e scrive « il diritto di riunirsi e manifestare pacificamente implica che le autorità statali si astengano dall’impedire l’esercizio di tale diritto, nonché adottino misure atte a impedire che terzi lo impediscano. Ciò significa che lo Stato deve adottare le misure necessarie affinché le manifestazioni possano svolgersi in modo efficace e pacifico, comprese misure come la deviazione del traffico e la protezione da parte della polizia di manifestazioni e raduni, quando necessario ».
Al contrario, lamenta il giurista su Pressenza, « sono previste gravi sanzioni di carattere penale che possono variare dalla perdita dello status giuridico delle istituzioni operanti come i sindacati e le organizzazioni della società civile alla sanzione per tentare di addebitare loro i costi legati all’operazione di sicurezza ».
Rodríguez Villafañe: in una società democratica, la protesta non va criminalizzata
« Coloro che parlano di giustizia delle rivendicazioni sociali possono essere considerati mandanti di un presunto crimine, con conseguenze personali o istituzionali? », si domanda con ironia sempre l’autore dell’articolo. « Le manifestazioni pubbliche implicano un disperato bisogno di ottenere visibilità sul problema espresso», insiste Miguel Julio Rodríguez Villafañe.
« La Commissione interamericana dei diritti umani – continua – ha sottolineato che “l’effettivo esercizio della democrazia richiede, come presupposto, il pieno esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali dei cittadini. Pertanto, la criminalizzazione della legittima mobilitazione sociale e protesta, sia attraverso la repressione diretta dei manifestanti, sia attraverso l’avvio di processi giudiziari, è incompatibile con una società democratica in cui le persone hanno il diritto di esprimere la propria opinione” ».
La massima del giurista che consegue a quanto affermato è conseguente: « la criminalizzazione della protesta cerca di generare paura per scoraggiare le petizioni; allo stesso tempo, in una società democratica, lo spazio urbano è uno spazio di partecipazione e non dovrebbe essere considerato solo come un’area di circolazione ».
A non rispettare la legge, conclude l’avvocato Rodríguez Villafañe, è il « protocollo » del Ministro, non chi protesta.
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Fonti e Note:
[1] Pressenza, 19 dicembre 2023, Miguel Julio Rodríguez Villafañe (avvocato costituzionalista di Córdoba), “Argentina: Regulación inconstitucional para impedir la protesta social”.
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