Dal blog alle immagini: L’evoluzione della comunicazione

Il blog un giornale online

Negli ultimi anni, si è verificato un cambiamento significativo nel panorama della comunicazione online: i blog, un tempo fulcri di informazione e discussione, stanno perdendo terreno a favore dei social media.

Questo fenomeno può essere attribuito a diversi fattori interconnessi.

Declino della lettura tradizionale e predominio dei social media

La capacità di concentrazione degli utenti sembra essere diminuita, con una crescente preferenza per contenuti brevi e immediati. La lettura di articoli brevi, post sui social media e notizie online ha preso il posto di testi lunghi e strutturati.

Alcuni giovani associano la lettura a un’attività faticosa e impegnativa, preferendo forme di intrattenimento più immediate e passive.

Questa ridotta capacità di lettura è attribuita a una minore durata dell’attenzione, dovuta a sua volta «all’uso degli smartphone, con i loro video di sei minuti su YouTube e le iniezioni istantanee di dopamina su TikTok» [1]. Ma anche perché gli studenti «a scuola lavorano ormai soprattutto su riassunti», non sono cioè più abituati a leggere.

In particolare, secondo una ricerca dell’AIE (Associazione Italiana Editori), «il tempo medio settimanale dedicato alla lettura si è ridotto a 2 ore e 47 minuti contro le 3 ore e 16 minuti del 2023 e le 3 ore e 32 minuti del 2022» [1].

Inoltre, l’uso dei social network continua ad aumentare. Nel 2024, l’uso dei social network in Italia ha raggiunto l’85,3% della popolazione. Una ricerca del Censis evidenzia che «Tra i 14 e i 29 anni, l’uso delle piattaforme basate sull’immagine si consolida. Il 78,1% dei giovani, infatti, dichiara di utilizzare Instagram, il 77,6% è utente di YouTube, il 64,2% sceglie TikTok (contro il 35,4% della popolazione totale)» [2].

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Impatto degli algoritmi dei social media sulla visibilità dei blog

«Il numero di utenti che accedono ai blog tramite Facebook è diminuito drasticamente per gli editori di notizie a causa del continuo allontanamento di Meta dal settore delle notizie», spiega il sito inglese Press Gazette [3], riportando i dati di due studi.

Ciò è accaduto perché le piattaforme social, in particolare Facebook, hanno modificato i loro algoritmi nel tempo, riducendo la visibilità dei link esterni. Questo cambiamento ha portato a una diminuzione del traffico diretto verso i blog.

Blog e saturazione dell’offerta informativa

La vasta quantità di informazioni disponibili online ha contribuito a una certa saturazione. «Negli ultimi anni siamo tutti passati dall’essere fruitori a creatori di contenuti social e questo ha portato a una proliferazione importante di informazioni immesse in rete» [4].

I blog devono quindi competere con una miriade di altre fonti, inclusi giornali online e altri blog, rendendo difficile emergere. Inoltre, la crescente preferenza per contenuti audiovisivi è evidente: piattaforme come YouTube, Instagram e TikTok offrono video coinvolgenti che richiedono un impegno cognitivo minore rispetto alla lettura di un articolo.

Questo passaggio al consumo passivo di contenuti audiovisivi è supportato da studi che mostrano come l’uso eccessivo di social media possa influenzare i comportamenti: «Questo sovraccarico di stimoli cognitivi può portare a stress, ansia e difficoltà nel filtrare le informazioni rilevanti. Molti studi hanno dimostrato come l’uso eccessivo di social media possa creare comportamenti vicini alla dipendenza. Questo perché l’attivazione del sistema di ricompensa cerebrale legato ai “mi piace” e ai feedback positivi online crea assuefazione» [4].

Il panorama della comunicazione online è in continua evoluzione, ma le sfide restano.

I blog, sebbene abbiano giocato un ruolo fondamentale nella diffusione delle informazioni, devono adattarsi a un ambiente dominato dai social media e dai contenuti audiovisivi.

Per mantenere la loro rilevanza, i blog potrebbero dover integrare diverse forme di contenuto e strategie di distribuzione, riconoscendo le nuove abitudini e preferenze degli utenti.

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Fonti e Note:

Credits: Foto di Anna Keibalo su Unsplash

[1] Lattes Editori, “I giovani leggono poco: è vero?”.

[2] Censis, 28 marzo 2025, “I media e la libertà – Presentato il 20° Rapporto sulla comunicazione”.

«Oggi le prime cinque fonti di informazione più utilizzate dagli italiani sono:

  • i telegiornali (47,7%),
  • Facebook (36,4%),
  • i motori di ricerca su internet (23,3%),
  • le televisioni all news (18,9%), e
  • i siti web di informazione (17,2%).

Appena sotto questa classifica troviamo:

  • Instagram (16,7%),
  • YouTube (15,5%), e
  • TikTok (14,4%).

Sebbene il 50,7% degli italiani reputi che tv, radio e quotidiani non siano più così imprescindibili, il restante 49,3% non li considera superflui. Solo il 37,6% si definisce un patito dell’informazione online e il 62,4% dichiara di non avere un rapporto esclusivo con l’informazione digitale. Al contrario, tra i giovani si registra un rifiuto nei confronti dei media tradizionali (70,3%). In ogni caso, l’informazione interessa: l’85,0% degli italiani (e l’80,0% dei giovani) ritengono che sia un diritto e un dovere di tutti tenersi informati. Inoltre, il 75,5% degli italiani è d’accordo nell’affermare che, nonostante i molti difetti, l’informazione sia imprescindibile».

[3] Press Gazette, 4 maggio 2023, “As Reach warns of traffic slowdown: How Facebook referrals to publishers have plummeted”.

«Per i 1.350 editori globali inclusi nei dati di Chartbeat, il 27% delle visualizzazioni di pagina provenienti da esterni, search e social a gennaio 2018 proveniva da Facebook (2 miliardi di pagine viste). Nell’aprile 2023, questa percentuale è scesa all’11% (1,5 miliardi)».

«Mentre i siti di tutte le dimensioni sono stati colpiti dal calo del traffico proveniente da Facebook, gli editori più piccoli sono stati i più colpiti:

  • Su 486 piccoli editori (cioè quelli con meno di 10.000 visualizzazioni di pagina medie giornaliere) inclusi nei dati di Chartbeat, il traffico di riferimento di Facebook ad aprile rappresentava solo il 2% del suo volume all’inizio del 2018.
  • Per i grandi editori (oltre 100.000 pagine viste in media al giorno) questo è diminuito del 24%, mentre per le testate di medie dimensioni (tra 10.000 e 100.000 pagine viste in media al giorno), il calo è stato del 46%».

[4] Smart Break, 31 maggio 2024, “L’impatto dei social media e della fitta comunicazione di oggi”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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