Bufale Rai: non è l’Ucraina, ma il videogioco War Thunder!
La vetta toccata dalla RAI nel tentativo di manipolare l’informazione, e conseguentemente la mente dei cittadini italiani, ha superato ogni limite immaginabile quando, lo scorso giovedì 24 febbraio 2022, quando ha diffuso le immagini di un videogioco spacciandole per reali scene di un bombardamento su Kiev.
Che, in tempi di guerra, che sia al Covid o in una guerra tradizionale come quella contro l’Ucraina, la propaganda sia fondamentale è risaputo.
Ma la redazione TG2 non si è accontentata della comunque drammatica reale situazione. Ha pensato bene di manipolare un servizio sulla guerra in Ucraina, per renderlo ancora più coerente con la narrazione che vuole Zio Sam ( Russi cattivi che bombardano le abitazioni civili, Ucraini eroi che difendono la patria ).
Ecco che quindi le immagini di “War Thunder”, un videogioco per ragazzi sulla piattaforma PS4, vengono impiegate per inventarsi di sana pianta una “scenografia”: una pioggia di missili sulla capitale Kiev e una forte risposta della contraerea ucraina.
Rai: Immagini del videogioco War Thunder scambiate per reali
Un errore?
Credere in un errore della redazione del TG2 della RAI è da ingenui. Per di più perché ripetuto due volte, prima all’interno del servizio del giornalista Andrea Romali, montato da tal Fulvio Conforti, sia poi in studio durante le interviste con gli ospiti.
Eppure, tra i pochi a commentare l’evidente Fake News,
- il “Giornale d’Italia” ammette che « non è un errore di poco conto » [1];
- Per il quotidiano nazionale “Il Riformista”, invece, si tratta solo in un errore benché « clamoroso » [2];
- Per “Rolling Stone”, comunque, « il lapsus del TG2 di qualche ora fa sembra destinato a entrare negli annali » [3].
Un errore?
Mentre contemporaneamente il quotidiano plutocratico “Il Sole 24 Ore” e il TG1 fanno credere di mostrare una squadriglia di aerei russi che sorvola l’Ucraina quando si tratta invece di una precedente parata a Mosca?
Il caso “War Thunder” mostra come il regime manipola i cittadini
Io non credo in questo genere di “errori”. specie quando si ripetono.Voi lettori, invece?
- Silenzio, poi, della RAI, che non ammette “l’errore” e non si scusa;
- e, del resto, silenzio anche da parte dei mezzi di propaganda del regime ( Repubblica, Corriere della Sera, ect ).
- Silenzio, soprattutto, dei vari siti web di “fact checkers” o “debunker” ovvero scopritori di “bufale”, da Open a Bufale.net. Da Facta a Butac.
Siti, quest’ultimi, spesso finanziati da Bill Gates, da Pierre Omidyarn di Ebay, da Google, da Facebook, che hanno il solo obiettivo di colpire i disallineati, i siti di informazione libera e indipendente, per bullizzarli, dileggiarli, screditarli, squalificarli, non certo svelare le ombre del sistema, del regime al potere, come benissimo spiega il sito NoBufale.it [4].
Non per nulla la maggioranza di questi “servizi” di presunta “verifica” sono spuntati come funghi assieme alla “emergenza covid 19” dove:
- la vera emergenza è stata quella della cattiva gestione sanitaria,
- e la vera pandemia è stata quella dell’informazione terroristica che ha consentito l’instaurazione di regimi tirannici in tutta Europa.
Forse è vero come sintetizza Simone Fontana, colui che ha scoperto le bufale della RAI e de “Il Sole 24 ore”: « quando le notizie scarseggiano prolifera la disinformazione ».
P.S. Se credete alla RAI, ai giornali di proprietà dei magnati finanziari allora crederete anche all’incontro tra gli USA e una delegazione di alieni che un lettore ha postato su Twitter.
P.S. se ti interessa approfondire il tema dei “debunker” ascolta il video che segue l’articolo.
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Fonti e Note:
[1] Giornale d’Italia, 25 febbraio 2022, “Kiev, TG2 manda in onda immagini di bombardamenti ma è il videogioco War Thunder”.
[2] Il Riformista, 25 febbraio 2022, “La Rai casca nel video-fake sui bombardamenti russi in Ucraina, in onda finisce il videogame “War Thunder”.
[3] Rolling Stone, 24 febbraio 2022, “Il Tg2 ha scambiato la clip di un videogioco per una ‘pioggia di missili’ sull’Ucraina”.
[4] NoBufale, 27 marzo 2021, “Siti di debunking: chi sono davvero i cacciatori di bufale, chi li finanzia e quali tecniche utilizzano”.
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