Camera, Decreto immigrazione: il dibattito in Commissione
Prosegue, a tappe accelerate, il percorso alla Camera del Decreto Salvini sull’immigrazione e talune norme minori d’ordine pubblico.
Dopo due brevi sedute interlocutorie, mercoledì 14 la prima Commissione della Camera – “Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e interni” – è entrata nel merito dell’esame del provvedimento.
In Commissione il sottosegretario Nicola Molteni (LEGA) è intervenuto per difendere il provvedimento del suo governo. Provvedimento conseguente a campagne d’odio che sono sfociate spesso in episodi violenti come, ad esempio, a Pietraperzia.
Al contrario, Emanuele PRISCO (FdI) ha dichiarato che si sarebbe aspettato «più coraggio in tema di norme riguardanti le modalità di esecuzione dell’espulsione, non stabilendosi nulla riguardo agli stranieri comunitari».
Il centro-sinistra difende l’attuale sistema SPRAR
Per le minoranze, è intervenuto per primo Emanuele FIANO (PD) che ha sostenuto come con «il superamento del sistema SPRAR, che prevede un sistema di accoglienza diffusa con il coinvolgimento delle amministrazioni locali, in favore di centri di permanenza di notevoli dimensioni, si rinuncia a un importante strumento di integrazione».
FIANO si è, poi, soffermato sul tema dell’occupazione abusiva di immobili. In merito al recente sgombero a Roma dell’area occupata dal centro Baobab, e al contestuale mancato sgombero degli immobili occupati dagli esponenti dell’organizzazione Casapound, ha rilevato come «il Governo si mostri forte con i deboli e debole con i forti».
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Decreto Salvini: per Speranza (LeU), viola la Costituzione
Esaminando altri temi contenuti nel decreto in esame, Gennaro MIGLIORE (PD) ha stigmatizzato «l’introduzione del reato di esercizio molesto dell’accattonaggio che colpisce le persone in condizioni di povertà o marginalità».
Per Giuseppina OCCHIONERO (LeU) il provvedimento in esame contiene misure che «avranno l’effetto di accrescere il novero delle persone sospinte verso una condizione di marginalità sociale». In particolare, per la deputata, «il divieto di iscrizione anagrafica esporrà i richiedenti asilo al rischio di venire reclutati dal caporalato ed impiegati nel lavoro nero».
Roberto SPERANZA (LeU) è stato netto: per lui il provvedimento sull’immigrazione «viola l’articolo 10 della Costituzione relativamente al riconoscimento del diritto di asilo».
Fa specie che nessuno dei membri della Commissione abbia posta la propria attenzione sulla estensione a «quarantotto mesi» (4 anni) «il termine per la definizione dei procedimenti». La cittadinanza è una forma di inclusione del residente. Parola che sottintende la vera risposta alla sicurezza.
Il presidente e relatore della Commissione Giuseppe Brescia (M5S) come «il disegno di legge è inserito nel calendario dei lavori dell’Assemblea a partire dal 23 novembre prossimo» e che, quindi, l’esame del provvedimento sull’immigrazione in Commissione dovrà concludersi entro quella data.
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