Camerum, violenze, repressioni e arresti: ecco come governa Biya

Manifestazioni in Cameroum - Fonte Kat Walla Twitter

La situazione politica, in Camerun, stanotte è degenerata. La polizia ha arrestato il leader dell’opposizione, e candidato alle elezioni presidenziali dello scorso 7 ottobre 2018, Maurice Kamto assieme ad alcuni altri esponenti del suo partito politico.

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Kah Walla

Kah Walla attivista politica e fondatrice del “Cameroon People’s Party” (CPP) ha così commentato l’arresto: «Con questa ondata repressiva, il regime di Biya conferma, per coloro che ancora dubitavano, il suo carattere fondamentalmente repressivo e arbitrario. Questi arresti fanno capire a chi non ha capito a sufficienza tutto il dramma che i camerunesi stanno attraversando da due anni nel Nord Ovest e nel Sud Ovest, vittime di una repressione infinitamente più grave. Prendendo questa decisione di risolvere i problemi politici con la forza e la violenza, i leader di questo regime illegittimo stanno effettivamente rafforzando la determinazione di tutti coloro che hanno sete di giustizia e di cambiamento. Questa risposta violenta alle richieste politiche esacerberà certamente le tensioni e renderà la situazione sempre più instabile».

Kanto, esponente del “Mouvement pour la renaissance du Cameroun” (MRC), aveva ottenuto, secondo i dati ufficiali, solo il 14% dei voti contro il 71% dell’anziano e rieletto presidente Paul Biya.

CameroumBiya presidente o monarca?

Quando si pensa ai “dinosauri della politica” al governo dei Paesi africani si deve per forza far riferimento anche al presidente del Camerum Paul Biya: 86 anni il prossimo 13 febbraio e alla presidenza del Paese ininterrottamente dal 1982 (dopo aver ricoperto il ruolo di primo ministro dal 1975 al 1982).

Il prof. Maurice Kamto da tempo accusava Biya di “hold-up” ovvero di aver “rapinato” la propria rielezione con dei brogli e chiedeva il riconteggio delle schede. Inoltre Kamto lamentava la corruzione esistente nel Paese e sosteneva la cessazione delle ostilità militari contro i secessionisti delle regioni anglofone.

Il governo vieta e reprime le manifestazioni politiche

Per tale motivo erano state programmate due manifestazioni, delle marce di protesta, il 26 gennaio scorso e poi, il 6 febbraio nella capitale Yaoundé. Sabato, nel corso della prima marcia, la polizia era intervenuta con il lancio di lacrimogeni contro le poche centinaia di manifestanti e l’arresto di circa 150 partecipanti alle marce (62 persone a Yaoundé, 42 a Bafoussam e 13 a Mbouda). “Actu Cameroum” scrive che, a Douala, sarebbero stati esplosi dei colpi d’arma da fuoco sui manifestanti da parte della polizia. Il ministro René Sadi ha ammesso l’esistenza di almeno 6 feriti tra i manifestanti ma non i colpi d’arma da fuoco.

Sabato stesso, nel corso di una conferenza stampa il ministro Paul Atanga Nji aveva sostenuto che tali attività del “Mouvement pour la renaissance du Cameroun” (MRC) andavano arrestate anche a costo della «interdizione di questo partito politico» se avesse ancora osato «sfidare l’autorità dello Stato».

La manifestazione di sabato, infatti, era stata vietata dal prefetto Jean Claude Tsila perché accusata di essere «sediziosa» ovvero di voler gravemente turbare l’ordine pubblico.

Per Paul Atanga Nji, le richieste di «riconteggio dei voti sono una scusa»: Kamto vuole «una insurrezione».

Tuttavia anche altri partiti avevano protestato negli scorsi giorni. Il 23 gennaio, a Douala, il “Social Democratic Front” (SDF) per l’annullamento dello svolgimento in Camerum dell’edizione 2019 della Coppa d’Africa di calcio deciso dalla “Confédération Africaine de Football” (CAF) soprattutto per motivi organizzativi e di sicurezza.

Anche qui la polizia era intervenuta arrestando diversi manifestanti tra cui dei deputati del SDF.

Human Rights Watch (HRW), nel suo “Rapporto 2019 sul Camerum” accusa le forze governative di abusi e uso eccessivo nella forza nelle regioni anglofone del Camerum. D’altro canto abusi sui civili sono stati commessi anche dalle forze separatiste: incendi di decine di scuole, minacce e violenze agli insegnanti. In totale, dal 2017, si conterebbero 420 morti civili.

A proposito della condotta della polizia di Biya in Camerum, Ufoka Eugene ha postato su Twitter un video assolutamente esplicito.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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