Capitalismo = fascismo, distrazione più che manganello
« Il fatto di non avere un encefalogramma piatto, non significa pensare. Pensare, in senso generale, significa condurre i propri pensieri. La distrazione consiste nell’eliminazione del pensiero, … far diventare il pensiero qualcosa di passivo ». Quest’inciso di Riccardo Sasso, studente di filosofia a Trieste, pubblicato sulla “Gazzetta Filosofica” è centrale per il ragionamento che segue.
Il sistema capitalista usa la distrazione per mantenere il potere
Sasso, analizzando il pensiero di diversi grandi personaggi della filosofia politica, giunge a concludere che « nella società di mercato, la distrazione ha la funzione di mantenere questa stabilità di garantire l’autorità politica ai più ricchi e a tenere assopiti i ceti sociali più poveri” ».
« La distrazione – spiega – si costituisce di tutti quei meccanismi messi in atto dalla classe dominante, per distogliere l’attenzione della classe subalterna dalle cause della sua indigenza ».
« Il modo più semplice per rendere succube un essere umano all’autorità è proprio il poter mettere le mani sul suo pensiero ».
Ancora, spiega l’autore nel proprio articolo pubblicato sulla Gazzetta Filosofica, « distrarre le masse ha una funzione di narcotico politico, di distogliere lo sguardo dai problemi reali e stordire con il divertissemant ».
« L’uomo distratto – infatti, per Sasso – è quello che ha bisogno di essere condotto da un altro, da qualcuno che svolga l’attività del pensare al posto suo ».
Secondo Riccardo Sasso, il capitalismo è un sistema totalitario, un vero e proprio fascismo: « il capitalismo – tuttavia – non si serve di violenza fisica o dell’intimidazione, ma della soppressione del pensiero attraverso la distrazione ».
« Avere una popolazione assopita e narcotizzata è uno strumento efficace per evitare contestazioni, può essere molto più efficace dell’olio di ricino; del manganello e del confino », aggiunge.
« L’élite dei più abbienti – prosegue a sostenere – dirige culturalmente (intellettualmente e moralmente), attraverso televisione, giornali e così via, i più svantaggiati in modo da mantenere la loro condizione di privilegio ».
D’altro canto, insiste Riccardo Sasso nelle proprie osservazioni, « i sistemi politici liberaldemocratici contemporanei sono solo formalmente “liberali” e “democratici”. Il capitalismo è sempre legato alla plutocrazia: sono le élite, sono le corporazioni, sono i grandi imprenditori che detengono l’effettivo potere politico. Le masse popolari, quando va bene, hanno solo la libertà di opinione e il diritto di voto ».
Il lavoro e l’intontimento, armi del Capitalismo contro i lavoratori
E’ la conclusione del ragionamento del giovane studente universitario in filosofia che ci chiarisce il problema: « quello che possiamo chiamare “rilassamento mentale” dopo una faticosa giornata lavorativa, alienante e frustrante, è esattamente quel meccanismo che fa sì che, chi versa in condizioni d’indigenza, non metta mai in discussione l’irrevocabilità del sistema che lo rende miserabile ».
Chiavi di successo del Capitalismo, insomma sono per Sasso,
- da un lato « sfiancare i lavoratori nei luoghi di lavoro »,
- e, dall’altro, proporre loro, a fine giornata, una « unica via di fuga, “l’intontimento”, per avere qualche ora di sollievo e tregua dalla miseria e dalla sofferenza ».
Ma è una soluzione, questa che lo distrae dal pensare che possa esistere un’alternativa al sistema “che lo rende miserabile”.
Il risultato è quello voluto dall’elitè Capitalista: « i lavoratori e gli indigenti non riescono neppure a rendersi conto del fatto che la situazione attuale non sia irrevocabile, inesorabile e necessaria, ma che sia semplicemente un costrutto umano ».
« Le società cambiano e non sono mai uguali, non vi è nulla di statico e inesorabile in un modello sociale. Il sistema capitalistico non fa altro che nascondere abilmente la verità del cambiamento e si propone come l’unica possibilità », conclude Riccardo Sasso.
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Fonti e Note:
Credits: Foto di Ehimetalor Akhere Unuabona su Unsplash
[1] Gazzetta Filosofica, 5 aprile 2023, Riccardo Sasso, “Sulla distrazione o propaganda di mercato”.
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