Carceri: niente spazi, ma tanto caldo, topi e scarafaggi!

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La verità è una sola: la condizione dei detenuti nelle carceri è un tema difficile, tanto per l’ignoranza della popolazione quanto per la relativa strumentalizzazione delle destre (ma anche certa sedicente sinistra quale il M5S non “scherza”).

« Sono ancora rimasti al “bisogna marcire in galera” », ricorda la parlamentare Anna Rossomando (PD). « “La certezza della pena”, non significa dormire senza acqua calda, con i topi, con le blatte. C’è un’idea della pena che non è umana e non è a norma della Costituzione », fa eco Ivan Scalfarotto (IV) [1].

I fatti sono noti: « Al 30 giugno 2024 erano presenti nelle nostre carceri 61.480 detenuti in 51.234 posti detentivi regolamentari » (anche se poi non tutti i 51.000 sono disponibili, per vari motivi).

« Il tasso di affollamento – spiega l’Osservatorio Repressione [2] – è del 130,4% (al netto dei posti conteggiati dal Ministero della Giustizia ma non realmente disponibili). In 56 istituti penitenziari, oltre un quarto di quelli presenti in Italia, il tasso di affollamento è superiore al 150% con punte di oltre il 200% negli istituti di Milano San Vittore maschile e Brescia “Canton Mombello”. Questo significa che ci sono 200 persone detenute laddove ce ne dovrebbero essere 100 ».

Ci sono nelle carceri, « 4.000 detenuti in più in solo 12 mesi », scrive ancora l’Osservatorio, riportando un report di Antigone che denuncia l’eccesso di ricorso al carcere rispetto a misure alternative.

« Per affrontare questa situazione, scrive Antigone nel dossier, occorrono provvedimenti urgenti portino a ridurre notevolmente il sovraffollamento e a migliorare la qualità della vita nelle carceri », conclude l’articolo.

« Dalle 88 visite svolte dall’Osservatorio di Antigone negli ultimi 12 mesi risulta che nel 27,3% degli istituti visitati c’erano celle in cui non erano garantiti 3mq a testa di spazio calpestabile », riporta il quotidiano Il Dubbio [3].

« Siamo invase da blatte e formiche. Dal bidet fuoriescono i topi. I materassi sono pieni di muffa. Spesso e volentieri siamo senza acqua e luce. I ventilatori li abbiamo comprati a nostre spese. Non abbiamo mai accesso alla biblioteca. Non ci sono corsi da frequentare. Non c’è nessuna attività. Noi donne non siamo considerate da nessuno, siamo all’abbandono », denunciano ad Antigone alcune detenute, per come riporta ancora Il Dubbio.

C’è chi, i radicali in particolare, chiedono un provvedimento di clemenza: uno sconto sulle pene per ridurre velocemente le presenze di detenuti in carcere.

Per il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro (Fratelli d’Italia), invece, per come riporta Open [4], « la soluzione sarebbe mandare gli stranieri nei loro paesi: Un terzo dei detenuti è straniera e costa tra i 137 e i 150 euro al giorno. Basta moltiplicare 19.213 detenuti stranieri per 365 giorni e abbiamo trovato i fondi per costruire carceri, assumere agenti e personale ».

Dimentica però, Delmastro, che lui non è all’opposizione ma al governo. Cosa ha fatto, in proposito, il governo guidato dalla sua leader Giorgia Meloni da quando, nel lontano 2022, si è insediato? Solo chiacchiere?

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Fonti:

[1] L’Unità, 25 luglio 2024, “La destra se ne frega delle carceri: affossata la legge Giachetti”.

[2] Osservatorio Repressione, 23 luglio 2024, “Carcere: suicidi, proteste, sovraffollamento. Drammatiche le condizioni di detenzione”.

[3] Il Dubbio, 23 luglio 2024, Celle minuscole, senz’acqua e infestate dai topi. Con Antigone nelle carceri che esplodono”.

[4] Open, 24 luglio 2024, “Secondo il sottosegretario Delmastro le carceri affollate sono colpa degli stranieri: «Rimandiamoli a casa loro»”.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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