Comitato Rodotà : l’Italia non sia governata dall’OMS
La nostra democrazia e la sovranità popolare sono in pericolo, sotto una evidente deriva sovranazionale ed autoritaria : è l’allarme che ha lanciato lo scorso 4 aprile, il Comitato Rodotà, presieduto dai giuristi e docenti universitari Ugo Mattei e Alberto Lucarelli [1] [2].
Il Comitato, riunitosi in diretta streaming tramite la piattaforma Zoom, con 397 partecipanti, ha approvato una mozione che analizza la situazione in cui sta trovandosi il nostro Paese, dopo la dichiarazione di “stato di emergenza” adottata dal Consiglio dei Ministri lo scorso 30 gennaio e che, almeno sino al prossimo 31 luglio, sta comprimendo oltre ogni limite lecito, i Diritti Umani del Popolo italiano.
Gli apparati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sovrani del Mondo ?
La mozione, in proposito, è univoca : « per la prima volta dal dopoguerra, ci si trova di fronte a una manifestazione di sovranità globale negli apparati medici dell’OMS. Una parte estremamente cospicua (se non la totalità) del potere politico è così esercitato da commissari speciali, da attuatori locali (Presidenti delle Regioni) e dalla Protezione Civile, in nome del diritto alla Salute (articolo 32 della Costituzione), senza operare i necessari bilanciamenti.
I rischi sono fin troppo evidenti ».
In nome della ragionevolezza, « il Comitato Rodotà invoca un immediato, seppur graduale, ritorno alla normalità costituzionale ».
« Il rischio di derive autoritarie permanenti è troppo grave in una fase tanto drammatica quanto la presente, in cui forze eversive potrebbero mettere in discussione non solo le forme ma anche i valori della Costituzione. Occorre dunque ribadire con forza che il Parlamento non può assentarsi, perché la nostra è Repubblica Parlamentare; che il Presidente del Consiglio non può decidere da solo », denuncia con fermezza il Comitato Rodotà.
L’AGCOM vuole impedire il diritto di espressione del pensiero!
L’assemblea, non mena il can per l’aia, ma arriva subito al dunque.
Facendosi portatrice di tale visione autoritaria, « il 19 Marzo l’AGCOM, interveniva, seppur con un mero Comunicato Stampa, annunciando di voler impedire la diffusione in rete e in particolare sui social e media di informazioni relative al Coronavirus non corrette o comunque diffuse da fonti non scientificamente accreditate ».
Il rischio, anche qui, è evidente : « solo una verità scientifica ufficiale, in violazione del principio pluralista, possa legittimare il diritto di espressione del pensiero (Articolo 21 della Costituzione) ».
Infatti – spiega il documento predisposto dall’avvocato Guidi ed approvato dall’assemblea :
« La scienza non conosce verità, ma solo ipotesi falsificabili. Nei sistemi complessi non ci sono relazioni lineari di causa-effetto ».
L’appello del Comitato Rodotà, quindi, è quello che « nonostante il virus, il popolo è fatto di cittadini attivi che non devono trasformarsi in pazienti passivi. L’emergenza ha nei fatti sospeso la partecipazione politica della cittadinanza, che resta priva di canali istituzionali (e non: piazze chiuse) per contribuire alla cosa pubblica ».
Governo, regioni e comuni hanno attuato disposizioni contraddittorie
L’assemblea non lesina critiche anche alla gestione dell’emergenza da parte del governo della destra moderata guidata da Giuseppe Conte : « la scarsa coerenza determinata dalla pluralità dei livelli di attuazione ha manifestato intempestività decisionale » e « su base locale una normazione autoritaria dell’emergenza lascia convivere misure nei fatti contraddittorie ».
Tra queste contraddizioni operative, il Comitato Rodotà cita : « per esempio, ridurre orari degli autobus e delle attività commerciali crea occasioni di affollamento, in contraddizione con il distanziamento sociale ».
Un esempio che risulta egualmente valido per l’improvvida decisione di Poste italiane di chiudere molti uffici periferici, che di fatto hanno creato ciò che si voleva evitare: L’ASSEMBRAMENTO di una pluralità di utenti !
Un altro esempio, in termini di contraddizioni, delle decisioni dei sindaci-sceriffi e di taluni presidenti delle regione-ducetti :
« diverse attività all’aperto, quali il suddetto jogging, sono salubri e desiderabili se condotte a distanza di sicurezza, sicché comprimerle arbitrariamente può costituire, in molti casi, lesione alla salute fisica e psichica di consociati già sottoposti a forte stress ».
Il Comitato Rodotà, in proposito, ha auspicato che « i diritti civili che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale [e non limitati da] estemporanei protagonismi locali ».
Altre voci, quindi, che assieme, che, sia pure in termini moderati, evidenziano la scarsa coerenza costituzionale dei provvedimenti governativi, sia pure in parte coperti dalla normativa legislativa esistente. Ma che, soprattutto, denunciano il crescente rischio di deriva autoritaria del Paese che, purtroppo, non appare ancora evidente a parte del mondo politico della sinistra extra-parlamentare, né di certa stampa auto-referenziale libertaria.
La verità farà giustizia, anche lentamente, insinuandosi ovunque come fa l’acqua.
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Note :
[1] Ugo Mattei, giurista. Dal 1994, ha occupato la cattedra di diritto internazionale e comparato all’Hastings College of the Law dell’Università della California. Dal 1997 è succeduto a Rodolfo Sacco nella cattedra di diritto civile della Facoltà di giurisprudenza dell’Università di Torino.
[2] Alberto Lucarelli, giurista. Ordinario di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Napoli Federico II, e dal 2007 professore a contratto presso l’Università Paris 1 – La Sorbonne.
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