Coronavirus, l’epidemiologo Salmaso : La situazione è seria ma non è grave
« Siamo ancora di fronte a una epidemia di panico e gli untori per eccellenza sono i media ». A lanciare l’allarme è l’epidemiologo Leopoldo Salmaso, intervistato da Patrizia Cecconi per “Comune-Info” il 12 marzo.
Salmaso, come al solito senza peli sulla lingua, su “Comune-Info” del 16 febbraio, aveva già denunciato le « irresponsabili esternazioni di politicanti e pennivendoli, finalizzate a creare insicurezza e conseguente intolleranza ».
« Non considero il Nuovo Coronavirus un flagello del Signore. Flagello fu la terribile influenza “Spagnola” di cento anni fa, che fece oltre 50 milioni di morti in tutto il mondo, cioè più di tutti quelli uccisi nella Prima Guerra Mondiale e sa perché? Perché colpì popolazioni stremate proprio da quella lunga guerra ».
« Il coronavirus si diffonde sì nell’aria attraverso le micro goccioline espulse con un colpo di tosse o uno sternuto, ma per ridurre il rischio di contagio basta seguire le regole di igiene basilari, quelle che si insegnano ai bambini, prima tra tutte quella di lavarsi le mani col sapone. Noi che acqua corrente e sapone ne abbiamo in abbondanza! », conclude Salmaso.
La virologa Ilaria Capua : Preoccupa la paura perché porta alla psicosi
Anche la virologa Ilaria Capua sposa, in sostanza, la stessa linea. « L’emergenza sanitaria c’è », ma « preoccuparsi non serve. Non sono preoccupata… anzi, non è vero: sono preoccupata. Preoccupa la paura perché porta alla psicosi ». Queste dichiarazioni sono riportate in un’intervista pubblicata dal “Corriere del Veneto” dell’8 marzo scorso titolata: “Coronavirus, Ilaria Capua: « I morti sono meno di quanto si creda ».
Beninteso, la Capua condivide le raccomandazioni di “distanziamento sociale” tra le persone al fine di rallentare la diffusione del virus.
« Sarebbe più opportuno considerare i casi mortali di Covid soltanto i casi dei decessi ascrivibili ad una infezione respiratoria virale acuta grave (il virus si chiama per l’appunto Sars-2 da cui Severe acute respiratory syndrome) ? ». Si domanda e domanda ancora la virologa Ilaria Capua lo scorso il 16 marzo, nell’intervista riportata da “Rai News”.
Il direttore dell’Usl Benazzi : L’influenza ha fatto più danni del Covid-19
« Nessuno è morto a causa del coronavirus ». Lo sosteneva il direttore generale dell’Usl 2 di Treviso Francesco Benazzi. Qui « l’età media era di 87 anni, non sono morti di Covid-19, ma con Covid-19, avevano pluripatologie e positività al coronavirus ». L’intervista al dottor Benazzi è anch’essa riportata dal “Corriere del Veneto” ma è dell’8 marzo. Si concludeva così : « L’influenza nel nostro territorio ha fatto più danni e più morti del Covid-19. Nel territorio dell’Usl 2 nella stagione 2018-19 abbiamo registrato 636 casi di polmonite virale, nello stesso periodo del 2019-20 sono stati 572, con una riduzione di 64 pazienti ricoverati, nonostante tutti i casi registrati fino ad ora ».
L’epidemilogo Salmaso : i casi asintomatici saranno da 10 a 100 volte in più. Tasso letalità scende.
L’epidemiologo Leopoldo Salmaso prova ad essere più chiaro : « La maggioranza degli esperti, fra cui Ilaria Capua – dichiara –, ritengono che i casi asintomatici siano da 10 a 100 volte superiori. Perciò il tasso di letalità non sarebbe del 7,4%, ma almeno dieci volte inferiore ».
Quindi un virus che corre veloce da un soggetto all’altro ma che è tutt’altro che letale ( se adeguatamente curata ) !
« I dati più affidabili – insiste il dottor Salmaso – vengono dalla Corea del Sud, che registra tassi di letalità attorno al 6 per mille (1/12 dei nostri). Questo si spiega perché la Corea ha fatto test a tappeto fin dall’inizio (già più di 200.000) e conferma quanto abbiamo detto sopra, cioè che le nostre statistiche usano un denominatore (persone infettate) assai ridotto e selezionato, il che ingigantisce falsamente il rapporto morti/infettati, cioè il tasso di letalità ».
Salmasso : nel 2017-18, in Italia, “con” l’influenza sono morte non meno di 18.000 persone
Salmaso, nella stessa intervista, propone degli esempi. « Durante influenza stagionale 2017-18, sono morte “con complicazioni influenzali” non meno di 18.000 persone, in prevalenza anziane. Di quelle 18.000, solo 173 (1 su 100) morirono in un reparto di rianimazione e in tutto furono 764 i “casi gravi da influenza confermata in soggetti ricoverati in terapia intensiva”. Cioè, le altre 17.000 persone sono morte a casa propria, o in casa di riposo ».
Allora perché il Sistema sanitario si dichiara al collasso per questa epidemia ?
Salmaso : la politica, dal 1992 in poi, con le privatizzazioni, ha smantellato il Servizio Sanitario nazionale!
Anche qui il dottor Leopoldo Salmaso è lapidario : « il nostro Sistema Sanitario pubblico collocava l’Italia ai primi posti nel mondo, con un invidiabile rapporto qualità/costi, ma a partire dal 1992 (legge-delega per la privatizzazione del SSN) è stato smantellato per favorire le speculazioni private, che non hanno alcun interesse a investire nei settori più costosi, come grandi chirurgie e rianimazioni. Mi permetta di dire che questo fatto non sarà mai ribadito e condannato abbastanza ».
Leopoldo Salmaso, il 24 febbraio data della dichiarazione, non sembrava condividere i provvedimenti governativi che restringono le libertà personali di movimento e di associazione : così dichiara sempre a Patrizia Cecconi per “Comune-Info” : « Provo anche sincera com-passione con le autorità che si sono spinte a prendere misure quasi-apocalittiche, non potendo sapere se ciò sarà utile o contro-producente per la salute dei singoli e della comunità. Salute che, va opportunamente ricordato, ora non è più solo fisica ma anche psichica ».
Il dottor Salmaso esplicitava il suo concetto : « il virus del panico non dovrebbe in alcun caso prevalere su nessun agente infettivo, fosse anche la peste bubbonica che alcuni stanno evocando in maniera sconsiderata ».
Salmaso, Benazzi, Capua. Tre esperti, tre voci fuori dal coro. C’è da domandarsi allora : perché c’è un coro che professa tutto il contrario ?
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