Cosenza, direttore di Iacchité subisce un fermo brutale

La polizia lo ferma mentre passeggia. Gli chiedono i documenti. Lui rifiuta. Non capisce il motivo della richiesta: tutti in città lo conoscono. La risposta non piace agli agenti. Lo spingono a terra in quattro, lo ammanettano, lo trascinano in questura. Lì lo costringono a spogliarsi e lo perquisiscono in modo umiliante. Poi lo denunciano per “resistenza a pubblico ufficiale” e lo rilasciano.
Questo è quanto accaduto sabato scorso a Gabriele Carchidi, noto giornalista di Cosenza e direttore del giornale online “Iacchité” [1]. Contro di lui, negli anni, quasi 180 procedimenti giudiziari, per lo più per diffamazione.
Il video dell’aggressione circola in rete. Le immagini non lasciano dubbi: la violenza è evidente. Chiunque sia la vittima, «Il video che gira in rete provoca sgomento! Le immagini del fermo inchiodano i poliziotti alle loro responsabilità. Che non sono di poco conto!», si legge su Iacchité [2].
Tutto lascia presagire che, con l’approvazione del Disegno di Legge 1660 da parte della maggioranza reazionaria al potere, la situazione democratica nel Paese degenererà.
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Caso Carchidi: proteste contro la violenza della polizia
La reazione dell’opinione pubblica è immediata. «La libertà e il dissenso non si arrestano. Solidarietà a Iacchité e al suo direttore», dichiara l’ex magistrato ed ex sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Ricorda che Iacchité ha sempre denunciato massomafie, logge segrete, corruzione e criminalità istituzionale» [3].
Anche il senatore Peppe De Cristofaro (Alleanza Verdi Sinistra) interviene con parole dure: «L’Italia accoglie i torturatori libici e intanto reprime i suoi cittadini. Il clima di crescente repressione e controllo che si sta diffondendo nel Paese è allarmante. Ciò che è successo a Cosenza è un segnale allarmante per la libertà di informazione» [4].
Salvatore Belfiore non usa mezzi termini: «Un abuso grave. Da condannare senza se e senza ma» [5].
Un presidio di solidarietà si svolgerà oggi davanti la sede del giornale online Iacchitè.
Da tempo, Carchidi denuncia sul suo blog le azioni delle forze “dell’ordine”. Forse proprio per questo lo hanno fermato. Forse proprio per questo lo hanno voluto umiliare.
Qualcuno ha scritto: “Per sapere chi ti comanda, basta vedere chi non puoi criticare”.
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Fonti e Note:
[1] Iacchité, 24 marzo 2025, “Cosenza, polizia violenta. Picchiato senza motivo da quattro agenti”.
[2] Iacchité, 24 marzo 2025, “Cosenza, polizia violenta. Interrogazione Avs a ministro Piantedosi”.
[3] Iacchité, 25 marzo 2025, “Cosenza, polizia violenta. De Magistris: La libertà e il dissenso non si arrestano”.
[4] Iacchité, 25 marzo 2025, Emilia Corea Coordinatrice Equipe sociosanitaria per l’emersione dei traumi da tortura , “Cosenza, abusi in divisa: ma quale stupore!”.
[5] Iacchitè, 25 maggio 2025, Salvatore Belfiore, “Quello che è avvenuto a Cosenza non è stato un ‘normale controllo’ ma puzza di spedizione punitiva”.
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