Covid-19, la Svezia s’affida alla responsabilità dei cittadini
« La Svezia è sotto processo. Ma la Svezia manterrà la sua posizione » [1] [2].
Con questa ferma dichiarazione, Stefan Löfven, il primo ministro svedese, si è rivolto alla nazione lo scorso 22 novembre 2020 [3].
Löfven ha quindi invitato la popolazione semplicemente a seguire i soliti « consigli e raccomandazioni » sulla necessità di un frequente ed accurato lavaggio delle mani, sul ridurre all’estremo i contatti sociali e mantenere il distanziamento.
« Incontra solo persone con cui vivi. Se vivi da solo, scegli uno o al massimo due amici con cui uscire. Ma mantieni le distanze. Tutte le cose che vorresti fare, ma non sono necessarie: Annulla. Posticipa », ha ribadito il primo ministro.
« Resta a casa al minimo sintomo », ha aggiunto.
Ma nessuna imposizione, nessuna sanzione, nessun controllo militare o poliziesco. Tutto affidato alla « determinazione, autodisciplina e senso di responsabilità » del popolo svedese.
Un senso di responsabilità, ha insistito l’esponente politico, che è « più forte del virus che dobbiamo sconfiggere ».
Come moderato è l’invito rivolto ai datori di lavoro: « se possibile, permetti ai tuoi dipendenti di lavorare da casa ». Un invito cui i datori di lavoro rispondono con senso di responsabilità se già oggi oltre il 50% degli abitanti di Stoccolma lavora da casa.
Svezia: Il messaggio di speranza e non di terrore del premier Löfven
« E’ chiaro che ci vorrà del tempo prima che si possa tornare alla normalità », ha ammesso, nel suo discorso, il primo ministro Stefan Löfven.
Ma, contemporaneamente, Löfven non ha dispensato terrore tra la popolazione, come i politici nostrani, piuttosto speranza : « La situazione non è disperata. Dobbiamo prendere la situazione molto sul serio, ma dobbiamo farlo con moderazione ».
« Dopotutto, l’assistenza sanitaria e le cure stanno funzionando. Dopotutto, si stanno costruendo case e strade [insomma si sta lavorando, l’economia va avanti, intende chiaramente, NdR]. I nostri figli ricevono l’istruzione e il desiderio di imparare, dopotutto ».
Il discorso del primo ministro rappresenta un pesante schiaffo ai Paesi europei che invece impongono restrizioni e controlli polizieschi, trattando tutti i propri concittadini da soggetti incapaci e persino da delinquenti.
Un’azione politica, quella scelta del Regno di Svezia, da paese civile e democratico ma anche un’azione che appare anche sostenibile dal punto di vista sanitario [4].
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Fonti & Note:
[1] Fronteampio, 1 giugno 2020 : “Ripassare Esopo : Il lupo Italia accusa l’agnello Svezia” : « Da settimane la Svezia è sotto un attacco politico e mediatico internazionale per non aver “arrestato” i suoi cittadini al fine di contenere la crisi causata dal diffondersi dell’epidemia da coronavirus Covid-19. I buoni additati come cattivi dai veri cattivi ».
[2] Adnkronos, 16 aprile 2020: « L’ambasciata svedese in Italia accusa i media italiani di aver creato una “spirale di disinformazione” sul modo in cui il paese scandinavo sta affrontando l’emergenza Coronavirus ».
[3] Sito del Governo svedese, 22 novembre 2020 : “Statsminister Stefan Löfvens tal till nationen den 22 november 2020”.
[4] European Centre for Disease Prevention and Control, “COVID-19 situation update for the EU/EEA and the UK, as of 6 December 2020” : I decessi per Covid-19 sono stati 4,6 per 100.000 abitanti in Svezia, contro i 17 in Italia, dove però le scuole superiori sono chiuse, come ogni attività culturale (biblioteche, etc) e dove esiste l’obbligo di indossare la mascherina – bavaglio persino all’aperto. nei 14 giorni precedenti il 6 dicembre.
Buongiorno gli stati scandinavi vanno paragonati tra di loro e non con l Italia, questioni di clima e di densità di centri urbani troppo differenti.
Dei 4 stati del nord, norvegia Danimarca e Finlandia hanno attuato restrizioni, la Svezia no
I dati ad oggi sono questi in rapporto a 100 milioni di abitanti, quindi normalizzati e confrontabili:
Svezia 34.000 casi e 757 morti
Norvegia 7.600 casi e 73 morti
Finlandia 5.600 casi e 84 morti
Danimarca 20.000 casi e 166 morti
La mortalita in Svezia è da 5 a 10 volte più alta , la letalità è il 2% negli altri stati la metà.
Con le restrizioni la norvegia rispetto alla confinante Svezia ha prodotto un decimo delle morti svedesi
Si hai ragione. Ma non si possono fare paragoni a convenienza. In ogni caso, no comprendo questo denigrare la Svezia. Ha fatto una scelta. Fatti suoi. A noi piace stare chiusi a casa a vedere “Guardando sotto le stelle”, girare in maschera, stare con le scuole di fatto chiuse (mio figlio è in DAD, va al 5° superiore, e dice che la connessione è zero), va bene così. Ma vedo che nonostante i “sacrifici” siamo i peggiori in Europa. Forse stiamo sbagliando strada?
Nessuna denigrazione della Svezia e del popolo svedese, però oggi il loro re ha rilasciato dichiarazioni in merito alla gestione del covid.
Siamo i peggiori in Europa, dopo il Belgio, non sono epidemiologo, non so spiegarmelo e probabilmente gli esperti dovranno analizzare molti dati.
A poca gente piace stare reclusi in casa, i ragazzi dovrebbero frequentare la scuola, si dovrebbe camminare all aria aperta, fare sport. Pero bisogna farlo con la testa: io giocavo a calcetto, poi abbiamo sospeso da marzo 2020 e non abbiamo più giocato, perché reputiamo che sia probabile trasmettersi questa malattia in modo inconsapevole, evito di stare troppo tempo a fare la spesa, il caffè me lo bevo a casa, il take away ha sostituito il ristorante, non vado più a Foppolo in gita ma in boschi … ho modificato le mie abitudini di vita, non voglio rischiare di portare il covid a casa mia, visto che mia moglie è cardiopatica.
Purtroppo le restrizioni sono state fatte perché se a fare un aperitivo in un bar a Stoccolma prima del covid erano in 100, adesso potrebbero essere 50, 60 …. lasciando le scelte sl buon senso civico ai cittadini qui da noi, sarebbero andati a fare l aperitivo in 1.000. È questione di mentalità e rispetto, i coreani o gli svedesi rispettano le regole in generale e dimostrano di avere buon senso, in Italia purtroppo ciò non accade e quindi grandi città piene di gente, code agli impianti di Cortina….
Postilla al mio commento precedente: perché siamo i peggiori in europa dopo il Belgio ?
A parte tutti gli studi epidemiologici che faranno, si deve valutare la possibilità di eventuali mutazioni dell RNA del sars cov 2 e del pool genetico delle varie popolazioni che potrebbero essere più o meno sensibili al patogeno. Ho sentito anche miei ex compagni universitari che lavorano in biotech e pharma americane, canadesi, europee ma ancora la letteratura scientifica manca di elementi importanti su questo patogeno.
Lorenzo, in parte io faccio come te; ma questa è vivere o sopravvivere ? ci aspetta una vita chiusi a casa ( lavoriamo in smart work, facciamo lezione in DAD o DID, acquistiamo su amazon, perché dovremmo uscire )?
Per quanto riguarda gli “esperti”. Cosa han fatto finora? Non dovevano analizzare i dati epidemiologici ? Perchè tutti i morti al nord? C’entra l’inquinamento? Non servirebbe allora fare un lockdown solo ai mezzi a trazione fossile, agli allevamenti intensivi ed ai riscaldamenti a pellet?
Perchè tutti i morti in RSA ? Forse servono test rapidi ogni giorno a tutti coloro che entrano da fuori, incluso personale, e imporre a questo le maschere FFP2 ?
Se non c’è letteratura … il vaccino su cosa è fatto? Sulle chiacchiere da bar??
Manca letteratura su come si comporta in relazione alla temperatura, se si trasmette con le droplet, quanto resiste sulle superfici, perché qui al nord è così aggressivo, quanto può mutare ….
Il vaccino ė costruito, visti i tempi di sviluppo e soprattutto di testing con trial clinici, in base al 76% omologia con il sars cov che causa la Sars e sul sequenziamento della proteina spike, che è la via di aggancio verso le cellule del nostro apparato respiratorio.
È sopravvivere, finché non sarà debellato o fortemente attenuato.
È sopravvivere perché ricordatevi che il mondo non ė nostro, noi ci siamo da migliaia di anni, ma è di batteri e virus, che sono qui da miliardi di anni.
Comandano loro, se Sars cov 2 avesse avuto la letalità di un ebolavirus o viceversa sulla diffusione, non saremmo qui a parlarne