CPR Milano: Un dossier per denunciarne la disumanità

« Un anno di osservazione – dal buco della serratura – del Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Milano ». E’ il lavoro di report-denuncia svolto dalla associazione Naga di Milano, Organizzazione di Volontariato per l’Assistenza Socio-Sanitaria e per i Diritti di Cittadini Stranieri, Rom e Sinti. Nel dossier, “Al di la’ di quella porta” [1], di 222 pagine si sono raccolte informazioni e testimonianze sulla gestione del Centro di Permanenza per il Rimpatrio e sulle condizioni di vita degli “ospiti”.

Una ricerca « faticosissima – spiegano gli autori – perché osservare un CPR equivale a guardare un oggetto oscuro e allo stesso tempo invisibile e nascosto da alte mura pressoché impenetrabili dalla società civile e talvolta anche dagli addetti ai lavori. Osservare il CPR significa quindi aggirare ostacoli, ipotizzare, strappare prove lottando in tribunale, diversificare le fonti e metterle a confronto ».

« Tutti gli elementi raccolti – scrivono nell’introduzione – dimostrano che tutto ciò che avviene nei Centri [roba peggio che nelle peggiori carceri italiane, NdR] non è frutto di una malagestione, ma di chiare scelte politiche che si traducono in prassi e pratiche amministrative e di gestione illecite e disumane, finanziate dai soldi pubblici. Il tutto è ancora più grave perché le persone che vengono portate in un CPR non hanno commesso reati, ma solo un illecito amministrativo, ovvero essere irregolari sul territorio. Già di per sé quindi la limitazione della libertà personale è una misura sproporzionata ».

CPR: Un carcere invisibile dove si finisce senza aver commesso alcun reato penale

Nei CPR, la limitazione della libertà dura in maniera variabile, da 30 a 180 giorni, a secondo la decisione del governo del momento, salvo, con le modifiche apportate dall’ultimo decreto del regime Meloni, pagare un “deposito cauzionale” di poco meno di 5.000 euro. Norma contro la quale si è protestato in diverse parti d’Italia, anche a Bolzano.

Arresto” che termina col rilascio del soggetto per “decorrenza dei termini massimi di trattenimento” oppure, più di rado, con la deportazione del paese di provenienza.

In merito ai “grandi” successi dei vari regimi succedutisi al governo del paese, ottenute con le varie “leggi sull’immigrazione” nel tempo inasprite, si è scritto tanto.

Deportazione che, essa stessa, avviene in maniera disumana: « le persone vengono sedate con punture di valium, legate mani e piedi, denudate in aeroporto, caricate di peso sull’aeromobile, e consegnate, appena sbarcate, alle polizie straniere ».

Fonti e Note:

[1] “Al di la’ di quella porta”, ottobre 2023, Naga di Milano [PDF, clicca al link per scaricare ].

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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