Da 256 giorni Conte non modifica i Decreti Salvini
Le promesse da marinaio di Conte : da 256 giorni resistono i due Decreti Salvini (detti anche Decreti Sicurezza); eppure lui stesso dichiarava di non condividerli integralmente e promesso di modificarli.
Il 5 settembre 2019 giurava il nuovo governo, il Conte II, sostenuto, a fianco ancora al Movimento Cinque Stelle, da Partito Democratico e Liberi e Uguali. Si concludeva così la crisi di governo nata dall’uscita dalla maggioranza della Lega.
Il partito guidato da Matteo Salvini era caduto nel proprio bluff che puntava ad ottenere nuove elezioni per capitalizzare il consenso ottenuto alle Europee.
I 29 punti del programma del governo Conte II (PD-M5S-LeU)
Il nuovo governo nasceva attorno un programma minimo di 29 punti che erano stati riportati dal quotidiano Il Fatto Quotidiano.
Tra i più qualificanti quelli di :
- ridurre il numero dei parlamentari,
- introdurre una nuova legge elettorale,
- individuare una retribuzione giusta per tutti i lavoratori (cosiddetto salario minimo),
- potenziare la lotta all’evasione fiscale prevedendo l’inasprimento delle pene, incluse quelle detentive, ed estendendo e potenziando i pagamenti elettronici obbligatori e riducendo drasticamente i costi di transazione,
- evitare l’esportazione delle armi che possano colpire la popolazione civile,
- rivisitare la disciplina in materia di sicurezza specie « alla luce delle recenti osservazioni formulate dal Presidente della Repubblica ».
Il presidente Sergio Mattarella, infatti, in merito a quest’ultimo punto, pur firmando il Decreto Sicurezza bis, aveva espresso due critiche di sproporzionalità rispetto alle sanzioni a carico di chi salvasse le vite in mare e contro chi manifestava che erano state riportate anche dal giornale La Repubblica l’8 agosto 2019.
Oggi, a 256 giorni dall’insediamento del governo Conte II, salvo che del primo punto – per il quale siamo in attesa dello svolgimento del referendum confermativo – della realizzazione di questi punti programmatici non si sa nulla.
Il salario minimo è arenato in Commissione parlamentare dal luglio 2019 senza che il testo sia stato più discusso.
L’ala xenofoba dei Cinque Stelle blocca modifiche ai Decreti Salvini
Della riforma dei Decreti Sicurezza, o Decreti Salvini, si parla a singhiozzo più sulla stampa che nelle Aule del Parlamento:
- a dicembre, il primo ministro Giuseppe Conte aveva sostenuto che « vanno depurati da condizioni che io stesso ritengo inaccettabili » (Agenzia Nova, 28 dicembre), pur ribadendo che « quei decreti contengono un contenuto normativo molto utile che va preservato » (La Repubblica, 28 dicembre) ;
- in gennaio, un testo base sembrava essere stato predisposto dal ministro degli interni Luciana Lamorgese che sosteneva come « i testi erano pressochè pronti » (Agenzia AGI, 8 gennaio) subito sostenuta dal suo vice, il dem Matteo Mauri che confermava « che si sta lavorando a una revisione consistente »;
- a febbraio, il Movimento Cinque Stelle si era messo di traverso (com’è noto esso è diviso tra un’ala di sinistra e un’altra xenofoba ed autoritaria) : « M5s frena su permessi umanitari – Tornare indietro vanificherebbe i positivi risultati ottenuti, afferma Vito Crimi » (RaiNews, 17 febbraio).
E tutto si è fermato lì.
I punti critici dei Decreti Salvini
Quali punti, a mio avviso, inaccettabili e che andavano rivisti?
- l’impiego dei taser, le armi ad impulsi elettrici, anche da parte della Polizia Municipale (L. 4 ottobre 2018, n. 113, Decreto Sicurezza, articolo 19);
- l’istituzione del reato di blocco stradale che ulteriormente riduce il diritto di manifestare (si giunge sino a 4.000 euro di multa per « Chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria, ostruendo la stessa con il proprio corpo » sulla base dell’articolo 23 del Decreto Salvini);
- l’aumento di due anni (da 2 a 4) per esitare la richiesta di cittadinanza da parte di uno straniero che di suo va’ presentata dopo almeno dieci anni di soggiorno regolare (articolo 14);
- l’abolizione della protezione umanitaria per gli immigrati (articolo 1);
- il raddoppio dei tempi di trattenimenti nei cosiddetti Centri per il Rimpatrio, da un massimo di 90 giorni a 180 giorni (articolo 3);
- la sostanziale soppressione degli SPAR, i piccoli centri che ospitavano i migranti, sotto l’egida dei Comuni (articolo 12);
- l’inasprimento delle pene per una serie di reati quali l’oltraggio contro pubblici ufficiali, membri di un corpo politico o giudiziario e il danneggiamento di beni pubblici (pene fino a tre anni, ex articolo 341 bis, 343, 635 C.P.; Decreto Sicurezza bis, Legge 8 agosto 2019, n. 77, articolo 7).
L’ala xenofoba del Movimento Cinque Stelle rema contro, ma gli altri rappresentanti, mi riferiscono anche a quelli della sinistra sbiadita (Liberi e Uguali) non alzano la voce a far comprendere che non sono attaccati alla poltrona.
Noi attendiamo, ma sono passati 256 giorni dalla promessa da marinaio dei 29 punti programmatici sottoscritta da Giuseppe Conte.
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Credits : Photo by Maria Oswalt on Unsplash
Ma chi se ne frega dei decreti di Salvini.
Solo i mafiosi e i neonazisti vogliono cancellare i provvedimenti emanati dal Ministro dell’ Interno per difendere il popolo e i lavoratori italiani .
Viste così le notizie. Da un semplice cittadino, quale sono io, sembra tutto una pagliacciata. Non si capisce nulla. Leggi fatte, sembrano incostitutozionali. Non se ne viene a capo fanno disfano e non serve a nulla. Una manica di ministri incapaci, ignoranti, anti democratici, eletti da chi? Un presidente della repubblica che sembra un fantasma, c’ è non c’è è presente? A cosa serve?? Forse il peggior governo di tutti i ns tempi. CHE DESOLAZIONE CHE MANICA DI MANIGOLDI INVAPACI E MANGIA AD UFFO.