Dal virus al vaccino, la telepandemia minuto per minuto
Pare essere iniziato l’ultimo atto della più grande Telepandemia che la storia dell’umanità abbia a ricordare. Ad impressionare, più che il numero degli infetti, è stato quello delle ore dedicate dalle trasmissioni televisive, sia nostrane che internazionali, alla telecronaca, minuto per minuto, dell’evolversi dell’epidemia.
Su ogni canale l’incessante conteggio del numero dei tamponi effettuati, dei positivi rilevati, dei ricoverati più o meno gravi e, dulcis in fundo, dei decessi con e/o per coronavirs.
Così, nella quotidiana normalità di una vita sospesa tra mascherine, lockdown, distanziamento sociale, divieti di assembramento, coprifuoco, restrizioni e punizioni varie, i sempre più passivi e tele imboniti spettatori accolgono impotenti e rassegnati le drammatiche notizie provenienti da quella realtà parallela chiamata televisione.
Ora però, dopo ben nove mesi di Telepandemia, stanno per arrivare in nostro soccorso i tanto agognati vaccini, salvifici eroi di una storia il cui finale non potrà certo definirsi a sorpresa.
Siamo al rush finale, le varie aziende che in questo momento si contendono a suon di brevetti un mercato multimiliardario per la commercializzazione di centinaia di milioni di dosi di vaccino sono ormai prossime alla definizione di quanto, quando e dove ciascuna di loro dovrà distribuire. Senza contare poi che, alcune di esse quotate in borsa, hanno già da tempo iniziato a guadagnare un mucchio di quattrini per via delle loro azioni ovviamente schizzate alle stelle e, senza avere ancora smerciato una sola fiala vaccino.
Vaccino anti-Covid: L’Europa ha già comprato 600 milioni di dosi
L’Italia come Paese comunitario, rientra negli accordi presi dall’Ue con le aziende produttrici. La presidente della commissione, la tedesca von der Leyen, ha annunciato un contratto con Pfizer/BioNtech per l’acquisto di 200 milioni di dosi, con l’opzione per altri 100 milioni. È il sesto contatto con altrettante aziende in corsa.
In precedenza il commissario aveva incontrato Sanofi-GSK (luglio) e ad agosto Janssen (una delle industrie di Johnson & Johnson), Cure Vac e Moderna. Il primo contratto vero e proprio è stato firmato con AstraZeneca a giugno e vede l’Italia come promotrice assieme a Olanda, Germania e Francia. L’accordo prevede un approvvigionamento di circa 400 milioni di dosi.
Gli scienziati: per un vaccino sicuro servono anche 10 anni !
Così, a poco più di 10 mesi dall’apparire del coronavirus in Europa, tra non molto, inizieranno ad essere inoculati i primi vaccini, (pare che in Italia la loro distribuzione dovrebbe avvenire già nel prossimo mese di gennaio) con buona pace dell’ISS – Istituto Superiore di Sanità – e dell’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco -. Questi, sui rispettivi siti, scrivono che per produrre un qualsiasi vaccino che possa considerarsi sufficientemente sicuro ed efficace ci possono volere anche 10 anni. Nel caso del Covid-19, sostiene su National Geographic Sergio Abrignani, immunologo e ordinario di Patologia generale all’Università Statale di Milano e direttore dell’Istituto nazionale di genetica molecolare “per avere un vaccino efficace serviranno 2-3 anni“.
Detto ciò la domanda che sorge spontanea è:
- voi, avreste fiducia a farvi iniettare dei farmaci realizzati a tempo di record con procedure definite d’emergenza e che, in non pochi casi, hanno prodotto gravi effetti collaterali sulle cavie umane che lo hanno sperimentato?
Vedi, a proposito degli effetti collaterali, Il Giornale del 12 novembre (febbre alta, tremori, mal di testa), Il Mattino del 10 novembre (invalidità grave), La Repubblica del 13 ottobre (disturbo non meglio specificato).
La Cina ha battuto il Covid-19 senza alcun vaccino, … ma li venderà.
Poco importa, ormai troppi paesi nel mondo, si sono già formalmente impegnati con le varie aziende per l’acquisto di decine di milioni di dosi di un farmaco che non avrà nessuna certezza di efficacia né, tanto meno, di sicurezza.
E, mentre la Telepandemia, in attesa del taumaturgico vaccino, dilaga sugli schermi di quasi tutto il globo facendosi beffe delle sempre più rigide misure di contenimento, in Cina, dove circa un anno fa tutto ebbe inizio, l’economia vola, la vita è tornata alla completa normalità o quasi e, soprattutto, il numero di casi tra infetti e morti è quasi azzerato e senza che nessuno sia stato sinora vaccinato.
Ciò, nonostante il fatto che dei dieci candidati vaccini che attualmente sono in fase III di sperimentazione clinica nel mondo, ben quattro sono quelli che hanno alle spalle il governo cinese, cioè: quelli prodotti da Sinovac Biotech, Sinopharm, che ne ha due in sviluppo e CanSino Biologics buona parte dei quali, naturalmente, verranno commercializzati al di fuori dei confini nazionali.
E anche se non tutte le aziende concorrenti potranno arrivare per prime sui banchi delle farmacie, ognuna di esse, alla fine, avrà assicurata una fettina del lucroso mercato, l’importante è esserci e farsi vedere.
Come diceva un mio vecchio zio, scaltro commerciante di bigiotteria da sette generazioni: “la pubblicità è l’anima del commercio”. In questo caso, resta solo da capire:
- se è stato il virus a fare da inconsapevole promoter alle aziende farmaceutiche
- o, se sono state le aziende farmaceutiche a fare una, non certo disinteressata quanto efficacie pubblicità al virus.
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Credits: Photo by Glenn Carstens-Peters on Unsplash
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