Decreto immigrazione: la cittadinanza sinonimo di sicurezza

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Vicenza: Cerimonia Cittadinanza

Il governo nazionale ha approvato un decreto sull’immigrazione. Alcuni punti, più o meno criticabili e contestabili, mi sembra che rientrino nella legittima valutazione di un governo in carica. La deputata europea Elly Schlein già ha espresso su Pressenza le proprie preoccupazioni sulla proposta di ridimensionamento degli centri SPRAR e del permesso umanitario di cui al Testo unico sull’immigrazione del 1998.

Qui desidero esaminare due punti a mio parere importanti e su cui mi sembra, invece, sia stata posta scarsa attenzione.

Decreto Salvini: la revoca dello status di rifugiato

«Il decreto estende la lista dei reati che comportano la revoca dello status di rifugiato o la protezione internazionale: saranno inclusi anche i reati come […] resistenza a pubblico ufficiale», spiega il settimanale Internazionale.

Personalmente mi sembra, tale reato, ben poca cosa a fronte del grave pericolo cui va incontro il rifugiato in caso di revoca dello status già riconosciuto e quindi di espulsione verso il paese da cui fugge.

Decreto Salvini: almeno 14 anni per la cittadinanza

La legge 91 del 1992 – governo Andreotti – stabilisce che «la cittadinanza italiana può essere concessa […] su proposta del Ministro dell’interno […] allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni nel territorio della Repubblica» (lettera f dell’art. 9).

La proposta del decreto Salvini prevede l’aggiunta di un comma 9-ter a tale norma che estende a «quarantotto mesi» (4 anni) «il termine per la definizione dei procedimenti». La cittadinanza italiana per naturalizzazione, quindi, potrà essere concessa dopo 14 anni di residenza. Ma, di fatto, non prevedendo l’art. 9-ter una sanzione in caso di mancato rispetto del termine (per effetto della contestuale previsione di abrogazione del comma 2 dell’art. 8), il termine diventa ordinatorio. In definitiva .. il termine potrebbe diventare …. mai!

Si tratta di una cattiveria gratuita; probabilmente di un atto illegittimo vestito di legittimità.

Una cattiveria solo propagandistica perché appena 87.000 gli stranieri che ottengono ogni anno la cittadinanza per matrimonio o per naturalizzazione (dato 2014, ultimo pubblicato sul sito del Ministero degli Interni); migliaia di quest’ultimi sono europei.

La concessione di cittadinanza è un procedimento amministrativo che viene avviato su istanza dell’interessato, previa presentazione di una serie di documenti che attestano – ad esempio – il possesso di un reddito non inferiore a 8.263 euro annui e l’assenza di condanne, nel paese d’origine, ad oltre tre anni di reclusione, in originale e con traduzione in lingua italiana.

Decreto Salvini: la legge 241 calpestata

La legge 241 del 1990 sul procedimento amministrativo stabilisce all’art. 2 che un procedimento amministrativo debba concludersi nel «termine di trenta giorni» o nel maggiore termine previsto dalle pubbliche amministrazioni competenti. Tuttavia, che il termine sia stabilito in 4 anni appare chiaramente e ingiustificabilmente sproporzionato.

Per una volta si potrebbe dire che si stava meglio, quando si stava peggio: con la legge regia n. 555 del 13 giugno 1912 (quella sulla cittadinanza abrogata per fare posto alla legge repubblicana del 1992) la cittadinanza era concessa allo straniero residente «da almeno cinque anni nel Regno».

Cittadinanza: proposte e buone pratiche

La materia andava certamente riformata; ma nel senso opposto. Abbreviando i termini per l’esame delle domande, compatibilmente alla complessiva della pratica, a tempi prossimi a quelli minimi previsti dalla legge 241. La cittadinanza è una forma di inclusione del residente. Parola che sottintende la vera risposta alla sicurezza.

Qualcosa di positivo che si muove però c’è, anche nel nord Veneto, a Vicenza: lo scorso 12 febbraio, ad esempio, la consegna della cittadinanza italiana è avvenuta per la prima volta in forma pubblica, nell’Aula del Consiglio comunale. L’assessore Filippo Zanetti ha ricevuto i neo italiani con un «per noi è una vera e propria ricchezza accogliere nella nostra comunità nuovi cittadini».

Il Decreto Sicurezza Salvini nel link il PDF in prima stesura -, tuttavia, sembra correre verso una tempestiva approvazione in Parlamento, non trovando di fatto ostacolo né tra maggioranze né tra opposizione.

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Natale Salvo

Nato e cresciuto nella terra del “Gattopardo”, la Sicilia. Ha dedicato la propria esistenza all'impegno sociale. Allenatore di una squadretta di calcio di periferia, presidente del circolo di Legambiente, candidato sindaco per il Partito Umanista. Infine blogger d’inchiesta; ha pagato le sue denunce di cattiva amministrazione con una persecuzione per via giudiziaria. E' autore del libro "La rivoluzione copernicana chiamata Reddito di Base", edito da Multimage, Firenze.

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