El Salvador, Bukele : Niente Diritti Umani per i detenuti
Le foto delle carceri salvadoregne hanno già fatto il giro del mondo e sono apparse anche sulla stampa italiana [1]. Sono un pugno nello stomaco : detenuti in mutande e torso nudo ammanettati ed ammassati.
Le foto non sono figlie di uno scoop giornalistico ma fatte circolare ufficialmente dal presidente della repubblica Nayib Bukele tramite il suo profilo Twitter.
Chi è Nayib Bukele, il presidente eletto dell’El Salvador ?
Bukele, espulso dal partito della sinistra di El Salvador (FMLN) dopo essere stato sindaco della capitale, è stato eletto presidente nel 2019 con un partito di centro-destra, il GANA.
Aveva visto lungo il giornalista Gabriel Labrador quando, nel 2014, scrivendo su El Faro così descriveva il giovane imprenditore pubblicitario : « Bukele è nuovo alla politica dei partiti. Non appartiene ad alcuna struttura di base della FMLN, né ad un consiglio comunale né ad un consiglio dipartimentale. Non è nemmeno iscritto al partito. Ragione sufficiente per sollevare dubbi … ».
Una volta eletto presidente, Nayib Bukele si subito avvicinato al Governo degli Stati Uniti.
Il suo modo per via spiccia di governare è subito emerso lo scorso febbraio quando Bukele ha inviato l’esercito in Parlamento per sollecitare un voto favorevole ad una sua proposta [il GANA ha appena l’11% in Assemblea Nazionale, NdR]. “Autogolpe di Bukele per avere i soldi” aveva titolato il giornale Il Manifesto.
Amnesty International, in quell’occasione, era stata molto dura. « L’ostentato dispiegamento di polizia e militari nell’Assemblea Legislativa ci ricorda i tempi più bui della storia di El Salvador e solleva l’allarme internazionale sul futuro dei diritti umani nel Paese. Le molteplici segnalazioni di cecchini appostati nei pressi dell’Assemblea Legislativa, l’inutile presenza militare e le restrizioni alla libertà di stampa potrebbero segnare l’inizio di un percorso pericoloso per le istituzioni e per i diritti umani nel Paese ».
Anche loro ci avevano visto lungo.
Bukele dichiara guerra alle Maras
Non sufficiente la guerra al coronavirus, il nuovo nemico di Bukele è rappresentato dalle maras, le gang criminali che imperversano nel Paese. Impegno certamente apprezzabile, se però fosse svolto in maniera dignitosa per i diritti umani, che anche per i malviventi vanno rispettati.
Su Twitter, in merito alla questione delle condizioni dei detenuti, Bukele è durissimo : « D’ora in poi, tutte le celle delle bande nel nostro paese rimarranno sigillate ». I detenuti resteranno al buio, 24 ore su 24. Membri delle diverse gang, inoltre, andranno messi nella stessa cella.
« In strada – proseguiva l’editto del presidente Nayib Bukele –, continuiamo a catturare tutti i capobanda delle 3 bande, andranno in quelle celle sigillate, il membro della banda che oppone resistenza sarà abbattuto con forza proporzionale e possibilmente letale dalle nostre forze dell’ordine ».
« Nessuno giocherà con lo Stato», scrive l’Ufficio Stampa della presidenza.
« Con questo Governo non ci sarà nessun patto o beneficio con nessuna struttura criminale. Non un raggio di sole entrerà in nessuna cella, sono state stabilite misure più pratiche e più severe », spiegava Osiris Luna Meza, vice ministro della Giustizia e direttore delle carceri.
Diritti Umani violati, secondo Amnesty e Human Right Wacht
Amnesty International, proprio ieri, è intervenuta sulla situazione legale ed umanitaria dell’El Salvador accusando apertamente il presidente Bukele di « detenzioni arbitrarie » ed « uso eccessivo della forza ». Erika Guevara-Rosas, responsabile per le Americhe di Amnesty, ha spiegato che in El Salvador in prigione vanno a centinaia anche solo « per aver violato la quarantena ».
« Con questa strategia – ha proseguito Amnesty – , il governo non fa altro che aumentare il rischio di contagio, invece di proteggere le persone dal virus. Inoltre, la detenzione di persone che escono in cerca di acqua, cibo o medicine colpisce in modo sproporzionato chi vive in povertà ».
L’altra grande organizzazione del settore, Human Right Wacht, è stata ancora più precisa e dura.
« Secondo le norme internazionali sui diritti umani, chiunque sia privato della sua libertà deve essere trattato con umanità e nel rispetto della dignità intrinseca della persona umana », spiega José Miguel Vivanco, direttore per le Americhe di HRW.
« Le autorità devono garantire che i detenuti abbiano accesso a luce e ventilazione adeguate, misure igieniche e spazi personali adeguati, nonché la possibilità di fare attività fisica all’aperto ». Nel dettaglio, José Miguel Vivanco aggiunge che : « Riunire diversi membri di una banda nella stessa cella potrebbe aumentare il rischio di rivolte in prigione e di violenza. È vietato in ogni circostanza prevedere un isolamento prolungato o indefinito, mettere un detenuto in una cella buia e stabilire punizioni collettive ».
Infine, dichiara il direttore di Human Right Wacht : « Le dichiarazioni irresponsabili del presidente Bukele sull’uso della forza letale potrebbero incoraggiare gli agenti delle forze di sicurezza a giustiziare i presunti membri delle gang, violando i principi fondamentali del diritto salvadoregno e del diritto internazionale ».
Nayib Bukele ha il sostegno della maggioranza dei salvadoregni
Naturalmente, in molti nel Paese concordano con la linea presidenziale che, con una sorta di nostrano 41 bis, vorrebbe eradicare la delinquenza delle bande criminali che giornalmente commettono decine di omicidi nel piccolo Paese centro-americano.
« Senza contesto, non è possibile valutare se si trattasse di tortura o se fosse necessario “ripulire” le cellule ed evitare crimini all’interno e all’esterno della prigione », commenta un follower del presidente in risposta alle critiche che giungono specie a livello internazionale.
« C’è uno sforzo internazionale per vittimizzare la banda MS-13 [2] di fronte alla presunta oppressione del governo Bukele che ha posto fine alla “dignità umana” dei suoi detenuti. Le vittime in questo caso sono alcuni ragazzi che rapiscono, uccidono, trafficano e violentano. Barbari ». Commenta invece il giornalista filo-governativo Orlando Avendaño.
Un dibattito a distanza che riaccende un quesito etico, prima ancora che legale :
- i detenuti, gli assassini, hanno diritti umani o le carceri possono essere un’anteprima dell’inferno dantesco ?
- E’ giusto che la giustizia si ponga allo stesso livello del criminale ?
- Insomma, vale ancora la legge del taglione ?
Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a trattamento o a punizione crudeli, inumani o degradanti.
ART. 5 DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI (ONU, 10 dicembre 1948)
–
Note :
[1] Il Manifesto.
[2] Mara Salvatrucha ( o MS-13) : Le autorità italiane stimano circa 2.500 membri con forse una dozzina di omicidi sul loro conto. Fra le più brutali azioni del MS-13 in Italia, ricordiamo l’aggressione a colpi di machete a un capotreno nel 2015 a Milano, mozzandogli quasi un braccio. La gang è in continua espansione nel comasco.
Esiste poi il Barrio 18, o Mara-18, banda di analoga violenza ed in competizione con la prima e presente anch’essa in Italia (Milano, Genova, Roma) e, tra l’altro, si è segnalata per lo stupro di una turista canadese a Milano.
Commenti più recenti