Facebook: 6 motivi per lasciarlo oggi

Facebook è ancora uno dei social network più utilizzati al mondo, con miliardi di utenti attivi ogni mese. Tuttavia, la sua popolarità non significa che sia essenziale o insostituibile. Anzi, sempre più persone stanno abbandonando la piattaforma per diverse ragioni.
Ecco sei motivi per cui non hai bisogno di Facebook nella tua vita.
1. Facebook è pieno pubblicità e contenuti spinti dall’algoritmo
Facebook è diventato un’enorme macchina pubblicitaria. Anche se segui determinate pagine o gruppi, è sempre più difficile vedere i loro contenuti organici, perché l’algoritmo privilegia i post sponsorizzati e quelli che generano più engagement (spesso contenuti polemici o sensazionalistici). In altre parole, ciò che vedi nel feed non è ciò che scegli, ma ciò che Facebook decide per te.
2. Scarsa trasparenza sull’algoritmo
A proposito di algoritmo, sai davvero come funziona? Facebook non lo rende pubblico e cambia costantemente le sue logiche di distribuzione. Questo crea una bolla informativa dove vedi solo ciò che la piattaforma ritiene “rilevante” per te, limitando la tua esposizione a idee diverse e riducendo la tua autonomia nella ricerca di informazioni.
3. Sempre meno contenuti interessanti
Una volta Facebook era il regno delle discussioni interessanti. Oggi, invece, la qualità dei contenuti è drasticamente peggiorata. Il feed è pieno di post banali: foto di cene in pizzeria, immagini di gattini, selfie in spiaggia e aggiornamenti personali irrilevanti. Se cerchi dibattiti stimolanti, informazioni di qualità o veri scambi di idee, Facebook raramente li offre.
In più, anche quando trovi qualcosa di interessante, il dialogo nei commenti è spesso limitato a reazioni superficiali (like, emoji) o a discussioni tossiche tra troll e utenti polarizzati. Le conversazioni di valore si stanno spostando altrove, su spazi più mirati come newsletter, forum e gruppi su piattaforme alternative.
4. Limitazioni ai link esterni e censura selettiva
Negli ultimi anni, Facebook ha penalizzato i link esterni, soprattutto se portano a siti concorrenti o a piattaforme di blogging indipendenti [Valigia Blu ha annunciato che lascerà, anche per tale motivo, il social quest’anno]. Inoltre, la moderazione è spesso incoerente e politicamente orientata. Alcuni contenuti vengono censurati senza spiegazioni, mentre altri, anche più discutibili, continuano a circolare liberamente.
Le censure più evidenti hanno colpito contenuti legati a:
- I cosiddetti “novax”, con una politica di moderazione che ha eliminato interi gruppi e account senza possibilità di discussione.
- Le proteste pro-Palestina, con post e profili bloccati per aver condiviso informazioni critiche su Israele.
- Le voci critiche verso la NATO o l’Occidente, spesso etichettate come “filo-russe” e soggette a shadowban o eliminazione diretta.
Questa selettività dimostra che Facebook non è una piattaforma neutrale e che le sue regole di moderazione seguono spesso pressioni geopolitiche e interessi economici.
5. Effetti negativi sulla privacy e sulla salute mentale
Facebook si presenta come una piattaforma che combatte i discorsi d’odio, ma la realtà è ben diversa. Se da un lato censura alcuni contenuti scomodi, dall’altro lascia circolare senza problemi post pieni di odio verso stranieri [incluso i Russi, i nemici del momento], musulmani, neri, rom e altre minoranze.
Inoltre, Facebook è un terreno fertile per la manipolazione dell’opinione pubblica. La presenza di troll e account falsi è massiccia, con profili gestiti da agenzie di comunicazione pagate per diffondere propaganda o screditare avversari politici. Questi account, spesso automatizzati, creano l’illusione di un consenso artificiale e influenzano il dibattito pubblico, esattamente come accade su Twitter/X.
6. Oggi esistono alternative valide?
La grande domanda è: si può vivere senza Facebook? E soprattutto, ci sono davvero alternative?
Dipende dall’uso che ne fai. Ecco alcune alternative per diverse esigenze:
- Comunicazione privata: WhatsApp (di proprietà di Meta) è dominante, ma se vuoi più privacy, ci sono alternative come Telegram (che offre canali e gruppi molto attivi) e Signal, noto per la sicurezza delle comunicazioni (anche se non è un vero social).
- Condivisione di contenuti e interazioni social: Twitter (oggi X) offre dibattiti più immediati, mentre Mastodon è un’alternativa decentralizzata per chi cerca un social senza algoritmi invadenti.
- Comunità e gruppi: Se usavi Facebook per i gruppi tematici, puoi trovare spazi più coinvolgenti su Discord, che permette interazioni in tempo reale, o su alcuni canali di Telegram. Reddit, invece, in Italia ha una community meno attiva rispetto ad altri paesi, quindi non è un’alternativa forte.
- Blog e approfondimenti: Se usavi Facebook per seguire articoli e post di qualità, puoi passare a piattaforme come Substack o Medium, che permettono di seguire autori indipendenti senza filtri algoritmici.
Le alternative esistono, ma nessuna ha ancora sostituito completamente Facebook per diffusione e varietà di funzioni. Tuttavia, con un mix di strumenti diversi, puoi coprire le tue necessità senza dover dipendere da un’unica piattaforma centralizzata e problematica.
Alla fine hai deciso di restare su Facebook?
Facebook è stato un social rivoluzionario, ma oggi ha più difetti che vantaggi. Se sei stanco della pubblicità invadente, della censura selettiva e dell’algoritmo opaco, puoi trovare alternative più trasparenti e meno invasive.
Molti non lasciano Facebook per paura di perdere contatti con amici o gruppi importanti (lavoro, interessi, hobby). È comprensibile, ma vale la pena chiedersi: se un amico non è disposto a seguirti altrove, dopo che hai spiegato le tue ragioni, è davvero un amico? Chi tiene davvero a te troverà un altro modo per restare in contatto, tramite Telegram, e-mail, WhatsApp o un altro social.
Per quanto riguarda i gruppi tematici, la maggior parte delle informazioni importanti si trovano comunque sui siti web e blog dedicati. Crearsi una lista di siti specializzati e salvarli nei segnalibri del browser è spesso più efficace che affidarsi a un gruppo Facebook dove le informazioni vengono sommerse dall’algoritmo o dai commenti inutili.
In definitiva, non sei tu a perdere qualcosa lasciando Facebook, ma è Facebook che perde un utente consapevole. Il web è vasto, e fuori dai confini di Meta ci sono più libertà, meno manipolazione e una navigazione più sana.
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