Fiandre, contratto di governo: diventare un popolo ariano?
Siamo nel cuore dell’Europa e del Mondo Occidentale. In quell’Europa dove esiste un Commissario alla “Protezione dello stile di vita europeo”, quello dello Stato di Diritto spero. Siamo nelle Fiandre, regione belga di lingua nerlandese (olandese).
Oggi il Parlamento delle Fiandre deve votare la “fiducia” al nuovo governo. Qui, da tempo, governa la Destra, i “nazionalisti”, i “fratelli” dei leghisti italiani diciamo. Anni d’opposizione e di chiedere l’indipendenza delle Fiandre dal Belgio, alcuni anche l’annessione ai Paesi Bassi. Poi, una volta andati al governo, anche a quello Federale, la parola indipendenza è scomparsa dalla loro agenda politica. Ma si va verso una divisione “di fatto”.
Le sigle dei partiti si chiamano N-VA, CD&V e Open Vld; il “contratto di governo” tra le tre formazioni politiche, “pesa” 298 pagine ed è stato sottoscritto lo scorso 1 ottobre.
Puoi scaricalo da qui [in lingua originale nerlandese, sigh!]
Vi si legge: «E’ essenziale preservare l’identità fiamminga», di «simboli condivisi», di «intensificare gli sforzi per vivere di più “con” e meno “fianco a fianco”», che non vuol dire – secondo me – integrazione ma cancellazione dell’identità culturale di chi arriva nelle Fiandre.
Accettati questi princìpi, gli stranieri non subiranno più alcuna discriminazione – assicurano.
La stampa francofona belga ci aiuta a comprendere il testo riportandone alcune parti, senza commenti. Si tratta di parti chiaramente xenofobe e discriminatorie, che violano apertamente il diritto delle minoranze, sia esse minoranze nazionali o etniche, che religiose o linguistiche, stabiliti, il 18 dicembre 1992 con la “Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite 47/135”.
Come riportavo nell’articolo “In questo Paese, le minoranze che diritti hanno?”, la risoluzione dell’ONU inizia così: «Gli Stati proteggeranno l’esistenza e l’identità nazionale o etnica, culturale, religiosa e linguistica delle minoranze all’interno dei rispettivi territori».
Invece qui ci troviamo con una Regione, le Fiandre, che stabilirebbe – riporta il giornale 7su7 – una “clausola di nerlandese”, ovvero un obbligo di usare la lingua identitaria locale. Inoltre le comunità religiose, quindi anche le moschee, per essere “riconosciute”, e eventualmente fruite di sussidi, dovranno sottomettersi ad un non meglio specificato «periodo d’esame di 4 anni».
Gli insegnanti, a scuola, inoltre, non potranno indossare alcun segno che faccia intendere la loro eventuale confessione religiosa.
Tra le altre previsioni in materia di migranti, riporta il giornale L’Echo: i nuovi arrivati dovranno pagare 180 euro per poter partecipare ai corsi di lingua nerlandese e ulteriori 180 euro per partecipare al test finale; per l’accesso ai sussidi sociali, sarà data priorità a chi risiede nel Comune da almeno 10 anni (non più 5 come adesso).
Infine, le Fiandre disdetteranno la propria partecipazione all’Unia (sostenuta per il 10% del budget, circa 800 mila euro annui). L’Unia è un Istituto per la pari opportunità e per la lotta contro il razzismo.
Le Fiandre, si legge nelle premesse del “Contratto di governo”, ambiscono a diventare «un punto di riferimento indiscusso nell’Unione europea».
Un punto di riferimento negativo sembra di capire. «Nel bene o nel male, purché se ne parli», si potrebbe concludere parafrasando un brano de Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde (1890).
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