I dati della polizia: “In calo gli abusi sui minori”
C’è una buona notizia nel recente rapporto “Minorenni vittime di abusi” [1] del Dipartimento di Pubblica Sicurezza: nel primo semestre del 2024, i reati contro i minori hanno registrato un calo generale rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È il caso, in particolare, delle vittime del reato di “adescamento di minorenni” (-18%, da 307 casi a 251), di quelli di “atti sessuali con minorenne” (-6%, da 238 a 223) e di “violenza sessuale aggravata perché commessa presso istituti di istruzione” (-21%, da 43 a 34).
È interessante, ma al tempo stesso grave, rilevare che nel 45% dei casi le vittime del reato di “violenza sessuale” hanno meno di 14 anni. Questa percentuale si eleva al 74% quando i fatti avvengono tra le mura scolastiche. Ancora più allarmante è constatare che l’84% delle vittime del reato di “adescamento di minorenne” ha meno di 14 anni.
Tuttavia, alcuni specifici reati, come la pornografia minorile (+83%, da 75 casi a 137), l’abbandono di minori (+12%, da 255 casi a 286) e l’abuso dei mezzi di correzione (+11%, da 173 casi a 192), mostrano un incremento nel numero delle vittime. Infine, nei periodi rilevati, i casi di “violenza sessuale” con vittime minori restano stabili a quota 441 (si consideri che in Italia, considerando solo i bambini da 10 a 14 anni, questi sono 2.745.000, quindi i casi annui di vittime di tale orrendo reato rappresentano un rischio dello 0,036%). È importante sottolineare che, quando i dati rilevano aumenti, questi possono derivare non solo da un maggior numero di episodi, ma anche da una crescente propensione alla denuncia.
Inoltre, in termini di numeri assoluti, tali casi restano evidentemente piuttosto rari.
Un aspetto cruciale che emerge dal rapporto è il ruolo del web, che rappresenta sia un’opportunità che un rischio. I casi di sextortion (estorsione sessuale) sono diminuiti dell’11% (da 66 a 59 casi), ma fenomeni come l’adescamento online (+4%, da 184 a 191 casi) e il cyberbullismo (+7%, da 164 a 176 casi) richiedono ancora maggiore attenzione.
La sextortion è una forma di ricatto in cui un individuo viene indotto, spesso tramite social media o app di messaggistica, a condividere immagini intime. Successivamente, queste immagini vengono usate per estorcere denaro o ulteriori contenuti. Questo fenomeno colpisce in particolare adolescenti e giovani, spesso attratti in una trappola psicologica da parte di malintenzionati che fingono di essere coetanei o amici. Contrastare la sextortion richiede educazione digitale, come insegnare ai giovani a non condividere contenuti sensibili, oltre all’uso di strumenti tecnologici per proteggere la privacy.
In questo contesto, è fondamentale richiamare l’attenzione anche sul fenomeno dello sharenting [2], ovvero la condivisione da parte dei genitori di immagini e informazioni sui propri figli sui social media. Questo gesto, apparentemente innocuo, può esporre i minori al rischio di pedopornografia o abusi online. Contrastare questo fenomeno significa sensibilizzare i genitori sull’importanza della privacy e sull’uso consapevole delle piattaforme digitali.
Un dibattito acceso si è sviluppato recentemente attorno alle dichiarazioni del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara [3]. Intervenendo alla Camera, il ministro ha collegato l’aumento della violenza sessuale anche a fenomeni di immigrazione illegale. Queste parole hanno suscitato reazioni accese. Organizzazioni studentesche, come la Rete degli Studenti Medi, hanno contestato le affermazioni, definendole ideologiche e lontane dai problemi reali. Valditara ha comunque sottolineato anche la necessità di combattere il maschilismo che oggettivizza le donne.
Il rapporto evidenzia una sfida che va oltre i numeri: costruire una società in cui la denuncia sia un atto naturale e i minori possano crescere liberi da traumi. Con educazione, sensibilizzazione e responsabilità condivisa, possiamo immaginare un futuro più sicuro per tutti i ragazzi.
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Fonti e Note:
[1] Dipartimento Pubblica Sicurezza, novembre 2024, “Minorenni vittime di abusi” [PDF].
[2] Save the Children, 14 settembre 2021, “Sharenting: cosa significa e quali sono i rischi per i bambini“.
[3] RaiNews, 18 novembre 2024, “Valditara: Il patriarcato non c’è più, le violenze sessuali aumentano a causa dell’immigrazione“.
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